La Barbie contro gli stereotipi: la bellezza nelle sue curve
La Barbie -la bambola più famosa di tutti i tempi nonché la più discussa- finalmente mette da parte lo stereotipo di bellezza femminile, cambia il suo aspetto fisico per mostrare alle bambine versioni più realistiche del corpo femminile.
Per la prima volta dal suo debutto (nel 1959), la casa produttrice Mattel ha aggiunto alla collezione nuovi modelli di diversa taglia e con diversi colori di pelle. Dopo decenni di polemiche riguardo le misure che hanno influenzato il concetto di bellezza, il produttore soddisfa la richiesta di migliaia di persone.
Egli presenta la Barbie nelle sue nuove versioni: “petite”, “tall” e “curvy”, con cui la bambola si mostrerà più bassina, alta e con più curve, rispettivamente.
Tra tutte, quella che più ha attirato l’attenzione è quella formosa, con fianchi più grandi ed una silhouette che si avvicina molto al modello reale di bellezza femminile.
Una nuova sfida per Mattel: la Barbie tutta curve
Per più di 50 anni la Barbie ha mantenuto la figura alta e snella, che si allontanava molto dal vero corpo femminile, ma che ha indotto le bambine di tutto il mondo ad ambire ad una silhouette magra e “perfetta”.
Per tale motivo, ha ricevuto forti critiche e causato indignazione per il concetto di bellezza che presentava alle bambine, essendo più che una semplice bambola.
Nonostante ciò, è stato uno dei giocattoli più popolari e venduti di tutta la storia, trionfando nelle vendite in quasi tutto il mondo.
Tuttavia, per Mattel è cambiato tutto negli ultimi anni. Quello che per decenni era stato il suo giocattolo più venduto, si è ritrovato nel pieno di una crisi che ha causate perdite milionarie.
Durante il 2012, si registrò una calo delle vendite del 20% rispetto agli anni precedenti. La compagnia volle innovare lanciando collezioni che prevedevano nuove professioni e interessanti accessori, ma non recuperò il suo posto d’onore, anzi i dati del 2014 e del 2015 segnalarono un ulteriore calo.
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Il testa a testa con Elsa, protagonista di Frozen
L’arrivo sul mercato di bambole come Elsa -la protagonista del cartone Frozen– causarono ai produttori di Barbie perdite fino a 500 milioni di dollari.
Sebbene Elsa sia bionda e con una taglia simile a Barbie, rappresenta forza, coraggio e fratellanza. Ha, quindi, attirato non solo l’attenzione delle bambine, ma anche dei genitori.
Per questo Evelyn Mazzocco, vicepresidente e direttore generale della marca dal 2014, iniziò ad indagare su chi odiava la bambola e quali potevano essere i motivi per di tanto disaccordo.
Visto che i genitori stavano scegliendo giocattoli più d’ispirazione, diede inizio al Progetto Alba. Questo progetto amplia il concetto di bellezza che le bambine hanno fin da piccole.
“Crediamo di avere una responsabilità nei confronti delle bambine e dei genitori, quella di riflettere una visione più ampia della bellezza”, dichiarò Mazzocco.
Tra le modifiche, sono state aggiunte diverse tonalità di pelle ed alcune acconciature, così come la capacità di flettere i piedi in modo da poter finalmente avere la possibilità di indossare calzature diverse dai tacchi.
Dopo l’annuncio ufficiale dei nuovi modelli dato su Twitter o a mezzo stampa -come tramite la prestigiosa rivista Time- con copertine dedicate alla Barbi, possiamo dire che si tratta di uno degli avvenimenti più importanti per la ripresentazione commerciale dell’ideale del corpo femminile.
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Tuttavia, c’è il rischio di fallire con questa iniziativa, per aver dato un nome a ogni “fisico” e perché si ignorano le possibili reazioni.
Le conseguenza del Progetto Alba
In attesa di ciò, Mattel sta preparando anche una linea con cui si cercherà di porre rimedio alle conseguenze del Progetto Alba.
Fino a gennaio, le bambole sono state disponibili in prevendita su shop.mattel.com, per poi essere accessibili al pubblico a partire da febbraio.
L’esibizione in negozi fisici negli Stati Uniti è avvenuta all’inizio di marzo, quando sono state spedite anche in altri paesi.
Questo progetto avrà successo? Per adesso è difficile dare una risposta a tale domanda. Speriamo che tra qualche mese l’azienda renda pubblico l’impatto di quest’innovazione, sopratutto dal punto di vista sociale, sul mercato.