Pensare di non essere superiori agli altri ci rende migliori

Dobbiamo tenere ben presente che la vita non è una gara con chi ci circonda. Al massimo può esserlo con noi stessi nel tentativo di raggiungere la miglior versione di sé.
Pensare di non essere superiori agli altri ci rende migliori

Ultimo aggiornamento: 05 marzo, 2019

Uno degli obiettivi della maggior parte dei libri e dei percorsi di auto-aiuto è quello di insegnarci a pensare di non essere superiori agli altri per essere persone migliori. A questo scopo ci guidano nella pratica dell’autocoscienza, della cura interiore e del rafforzamento dell’autostima.

Ebbene, c’è un aspetto che è necessario tenere presente: essere una persona migliore non significa essere superiore agli altri. Il riferimento dobbiamo essere sempre e solo noi stessi.

Siamo certi che anche voi conoscete qualcuno che, con il suo atteggiamento, comportamento e modo di relazionarsi con gli altri, dimostra proprio questa fastidiosa pretesa di essere superiore a voi.

Vi invitiamo a riflettere su ciò.

Pensare di non essere superiori agli altri ci rende migliori di molti

Di questi tempi è sempre più comune una curiosa tendenza che gli esperti chiamano “materialismo spirituale”. Si tratta dell’attuale interesse di raggiungere un autocoscienza molto elevata di noi stessi.

Un punto in cui molti finiscono per allontanarsi dagli altri.

In questa ricerca per la cura di noi stessi, della nostra autostima e per diventare ogni giorno sempre più forti e migliori, c’è chi confonde tali concetti e li interpreta in modo errato: aspira ad essere migliore di tutti colori che lo circondano.

Per questo motivo, diventa importante interpretare in modo adeguato quest’idea. Possiamo sviluppare nuove strategie per rafforzare la nostra autostima, per arricchire le nostre relazioni e raggiungere obiettivi più grandi, ma mai per voler superare gli altri o dimostrare di essere migliori.

pensare di non essere superiori

La personalità che umilia

Chi è superbo, chi ha bisogno di competere e dimostrarsi superiore nasconde di solito una bassa autostima. Ecco cosa si intende quando si invita a pensare di non essere superiori agli altri.

Il piacere di dimostrare “superiorità”, di mettere in mostra le proprie qualità migliori e anche di umiliare gli altri con un atteggiamento prepotente, serve molte volte per compiacere la scarsa sicurezza e per rafforzarla.

  • Nella nostra cerchia sociale, al lavoro, tra i nostri amici e familiari, c’è sempre la classica persona che usa l’ironia e lo scherzo per ridicolizzare il prossimo e, in tal modo, mettere in evidenza le sue migliori qualità e la propria superiorità nei confronti degli altri.
  • Allo stesso tempo, si verifica di solito anche il fenomeno contrario. Non è affatto inusuale, infatti, incontrare personalità a cui piace essere vittime. “Sono quelle che più soffrono”, quelle che capiscono meglio cosa sia il rifiuto, cosa significhi sentirsi messi da parte o poco valorizzati.

In fondo, si tratta di due facce di una stessa medaglia che affondano le radici nella stessa dimensione. Infatti si ha una bassa autostima che porta ad affrontare gli altri per sentirsi più forti umiliando e screditando. 

Bambina con filo persone migliori

L’umiltà di non desiderare di essere migliori degli altri

Tutti dovremmo pensare di non essere superiori, smettendo di competere per superare gli altri per innalzarci al di sopra di loro. Soprattutto se con ciò provoca la sofferenza o l’umiliazione del prossimo.

  • Il maggior piacere risiede nel superare se stessi, nell’essere una persona migliore ogni giorno prendendo come punto di riferimento le nostre stesse necessità e mai le debolezze altrui.
  • Se prima ci sentivamo insicuri, se non ci fidavamo delle nostre capacità per aspirare ad un determinato lavoro, per relazionaci con una determinata persona da cui eravamo attratti, e oggi invece ci siamo riusciti, abbiamo raggiunto l’obiettivo di esserci migliorati.
  • Proprio lì risiede la nostra grandezza: riuscire a crescere e a migliorare ogni giorno prendendo come punto di riferimento noi stessi e non gli altri, perché chi vive nell’ossessione di dimostrare qualcosa al prossimo, si dimentica di se stesso.
Mani che toccano foglie persone migliori
  • Chi cerca di essere migliore degli altri non è una persona umile. L’umiltà è un punto a cui dobbiamo aspirare ogni giorno in ognuna delle nostre attività, in ognuno dei nostri atteggiamenti.
  • L’umiltà non è debolezza o resa nei confronti degli altri, anzi è la dimostrazione di una forza incredibile. Essa ci permette in primo luogo di avere una buona conoscenza di noi stessi per, in un secondo momento, accettarci.

Migliorare ogni giorno come persone

Quando ci accettiamo, il nostro maggior obiettivo non sarà che continuare a crescere come persone ed essere ogni giorno migliori per aspirare a quella felicità delle piccole cose che tanto ci arricchisce. Quindi potremo finalmente pensare di non essere superiori agli altri

Questo essere migliori si riversa anche su chi ci circonda.

Infine, sappiamo che, se dobbiamo abituarci a qualcosa, è alle persone che possiedono un cuore colmo di vanità e orgoglio. Invece di arrabbiarci, di far crescere la nostra rabbia e il nostro disprezzo, dobbiamo pensare che non vale la pena coltivare emozioni negative.

  • L’ideale è accettarle esattamente come sono, mettere dei limiti e allontanarci da loro. Il successo reale e autentico non risiede nell’innalzarsi ed essere migliori del prossimo in un atto di superbia.
  • Il trionfo maggiore risiede nell’accettarci esattamente come siamo e, a sua volta, rispettare gli altri anche se non condividiamo ciò in cui credono e i loro comportamenti.

Le ricompense arrivano sempre alla fine, con l’adeguato benessere interiore o, al contrario, con la sensazione che il nostro sforzo competitivo ci ha portato solo un’indesiderata solitudine.


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