A volte stare da soli è preferibile a una cattiva compagnia

Dobbiamo imparare ad essere a nostro agio con noi stessi e capaci di aprofittare dei nostri momenti di solitudine, in modo da non dover ricorrare alla compagnia altrui a qualsiasi costo
A volte stare da soli è preferibile a una cattiva compagnia

Ultimo aggiornamento: 27 marzo, 2019

Quando parliamo di stare da soli, in molti non possono fare a meno di pensare che a una sensazione di tristezza e fallimento personale.

La solitudine è un concetto che dovrebbe essere riformulato nella nostra società e, in qualche modo, dovremmo anche focalizzarci sul suo aspetto più positivo, ed educare ad esso fin dalla più tenera età.

Stare da soli, in realtà, è avere la compagnia di se stessi e se non si sta bene con i propri pensieri, accettandosi pienamente, allora si formerà un vuoto nel cuore che gli altri dovranno colmare. 

Se c’è una cosa che tutti noi scopriamo ad un certo punto, è che è sempre meglio stare bene con se stessi che condividere la vita con qualcuno che, in realtà, ci dimostra che la peggiore solitudine è quella che ci offrono gli altri, pur stando al nostro fianco.

Stare da soli è anche un patto di benessere con noi stessi

È necessario comprendere anche il lato positivo di alcuni termini culturalmente considerati negativi, come nel caso della solitudine.

In primo luogo, dobbiamo capire che l’essere umano essenzialmente è un essere solitario. Nasciamo e moriamo in solitudine, il processo che si trova in mezzo si chiama vita, da sperimentare con la massima intensità.

  • La solitudine è lo spazio dell’anima. Sono istanti in cui ci permettiamo di parlare con noi stessi, di occuparci di noi, di comprenderci..
  • Chi aspetta quasi disperatamente la compagnia di altri, di qualsiasi persona, teme in realtà di ascoltare la sua voce interiore. Forse perché ha ancora troppe paure, troppi vuoti irrisolti che allevia rifugiandosi negli altri.
  • Una cosa che dobbiamo avere ben chiara è che, a volte, la peggiore solitudine è quella causata dagli altri: una famiglia che non si occupa abbastanza di noi, un partner che non ci ascolta, che non si preoccupa, che mette sempre se stesso per primo…
Donna che gode della sua solitudine

Come abbiamo detto all’inizio, la sana solitudine è una dimensione che dovremmo trasmettere ai bambini, affinché la comprendano e non la vedano in un’ottica negativa.

Molti bambini sviluppano il gioco simbolico in solitudine, immaginando, costruendo scene, giungendo a conclusioni, pensano e conoscendosi. È uno spazio per la riflessione personale che li aiuterà a maturare.

Non si tratta di lasciarli “soli”, ma di favorire momenti “supervisionati” durante i quali possano pensare, rilassarsi tramite il disegno ed il gioco.

Tutto questo, li fa sentire a loro agio e non li rende troppo dipendenti da noi. Un bambino sicuro, con una buona autostima, non teme i suoi momenti di solitudine e capisce di potersi divertire in compagnia degli altri, così come isolandosi per un po’.

Meglio una degna solitudine che una cattiva compagnia

Un aspetto che molte persone rimproverano al proprio partner è che, pur condividendo la casa e gli spazi con la persona amata, si sentono soli. Può essere devastante.

Una rapporto affettivo ci fa avere molte aspettative:

  • Cerchiamo un compagno o una compagna con cui condividere pensieri, emozioni e quelle esperienze giornaliere che costruiscono una vita in comune.
  • Essere una coppia vuol dire prendere in considerazione l’altro, preoccuparsi, prendersi cura dell’altro, condividere opinioni, decisioni…
  • È contare su qualcuno che sappiamo che ci sostiene e ci rispetta, che ci valorizza.

Se questo non si compie, non ci troviamo in un rapporto sano, ben che meno felice. Si hanno solo delusioni e un’evidente sensazione di solitudine.

Donna davanti alla luna

Non iniziate mai un rapporto di coppia per fuggire dalla solitudine

Questo è un principio fondamentale che dovremmo interiorizzare tutti; non solo per rispetto a noi stessi, ma anche per rispetto agli altri.

  • Ci sono persone immature che temono la solitudine, perché significa rimanere con se stessi, uno spazio personale che non vedono di buon occhio e che li spaventa.
  • Sono persone con un’autostima molto bassa che mantengono relazioni molto dipendenti e con una forte necessità di controllo.
  • Chi teme la solitudine teme, prima di tutto, di essere abbandonato e questo implica stabilire strategie di manipolazione o ricatto.

Non permettetelo. Non lasciatevi trascinare da questi rapporti in cui una persona vi cerca solo per fuggire alla sua solitudine.

Allo stesso modo, non dobbiamo essere noi a fare lo stesso. È importante mantenere la dignità e prima di tutto pensare che c’è felicità pur restando soli, perché questo non vuol dire essere isolati.

Avete degli amici, una famiglia, persone che per voi sono importanti. Tuttavia, la persona che per voi deve essere sempre più importante siete voi stessi.

Siete l’amore della vostra vita e dirlo, pensarlo, non è un atto di egoismo, ma di riconoscimento delle attenzioni a noi necessarie.

Perché se non state bene, se non siete felici con quello che avete e quello che provate, non sarete in grado di offrire una felicità autentica a chi vi circonda. Non ne vale la pena.


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