
Le tradizioni di capodanno nel mondo ci ricordano che ogni inizio è sacrosanto ed eterno. Lo festeggiavano già i nostri…
Avendo dimensioni maggiori a quelle di una pillola, questa capsula non viene eliminata tramite le feci, bensì resta nello stomaco e libera poco a poco i farmaci in essa contenuti
Immaginate per un momento di poter trattare, grazie ad una sola capsula, il colesterolo, l’ipertensione, l’anemia o l’intorpidimento delle mani per quindici giorni consecutivi.
Ci sembra incredibile, senza dubbio, ancor di più se pensiamo alla complessità dei trattamenti destinati ai pazienti affetti da malattie croniche, i quali sono obbligati ad assumere diverse pillole al giorno.
Immaginare che con una sola somministrazione sia possibile trattare molteplici disturbi per un determinato periodo di tempo infonde grande speranza. Tuttavia, è già realtà.
Questo è possibile grazie a due centri di prestigio che hanno collaborato nello stesso progetto: il Brigham and Women’s Hospital a Boston (USA) ed il Massachusetts Institute of Technology a Cambridge (USA).
Bisogna dire che inizialmente l’obiettivo dei ricercatori era un altro: offrire un nuovo trattamento per la malaria.
Cercavano un modo per somministrare il farmaco in un’unica dose e sembra che non solo ci siano riusciti, ma che abbiano anche aperto le porte a nuove possibilità nel settore medico e nel trattamento delle malattie croniche.
Ve lo spieghiamo a seguire.
Tutte le persone affette da malattie croniche, come l’artrosi, sanno che affinché il trattamento faccia effetto, è necessario prendere tutti i giorni una o più pillole.
Se ne dimentichiamo una o se non le assumiamo tutti i giorni, l’effetto non sarà quello sperato e non si verificherà la cosiddetta “aderenza” al trattamento.
Questo problema è comune, per esempio, nelle persone anziane. Se non c’è nessuno che supervisioni il trattamento che devono seguire e che somministri loro i farmaci, è probabile che se ne dimentichino.
Alla luce di queste realtà quotidiane che tutti conosciamo, comprendiamo di certo il progresso raggiunto da questa tecnica che adesso vi spiegheremo nel dettaglio.
Il presente lavoro è stato pubblicato sulla rivista del Massachusetts Institute of Technology. Inizialmente i responsabili della ricerca, con a capo il Dottor C. Giovanni Traverso, cercavano, come già indicato, un nuovo modo per trattare la malaria.
Il piloro è la valvola che separa lo stomaco dall’intestino e misura due centimetri. La capsula, quando arriva nello stomaco, raggiunge i 4 centimetri di grandezza acquisendo la forma di una stella e vi resta più tempo possibile (per poi deteriorarsi da sola e sparire).
Questa pillola contiene ivermectina. Si tratta, in realtà, di un antiparassitario che, insieme a diversi polimeri, sorbisce un effetto meraviglioso: che i farmaci vengano rilasciati molto lentamente.
Al giorno d’oggi questa capsula con ivermectina può trattare la malaria, così come un ampio gruppo di malattie tropicali, incluse tutte quelle provocate dalla puntura delle zanzare.
Al momento, i responsabili dello studio ci dicono che una volta che il paziente ingerisce la pillola, riceve tutti questi trattamenti durante 15 giorni. L’obiettivo è poter raggiungere i 3 mesi.
Avendo ottenuto risultati molto positivi nell’obiettivo primario della ricerca (trattare la malaria), si vuole applicare la stessa tecnica unendo altri tipi di farmaci per trattare le malattie croniche più comuni (colesterolo, ipertensione, dolore cronico…).
Un futuro nel quale sia possibile trattare le nostre patologie per almeno 3 mesi con una sola capsula cambierebbe di certo molte cose:
Speriamo di poter vedere questi progressi in poco tempo. Restiamo in attesa di nuove informazioni al riguardo.