Un amore ritrovato 60 anni dopo

Anche se entrambi si rifecero una vita, non riuscirono mai a dimenticarsi del tutto e a superare la perdita di quell'amore giovanile che il destino tornò a far incontrare 60 anni dopo
Un amore ritrovato 60 anni dopo

Ultimo aggiornamento: 16 dicembre, 2015

Ci sono amori sinceri, amori autentici che vanno al di là del tempo e dello spazio. Questa è la storia di Anna e Boris, due giovani costretti a separarsi tre giorni dopo il loro matrimonio.

Avevano poco più di 20 anni e una vita piena di sogni da realizzare e anni felici da condividere insieme. Tuttavia, le condizioni sociali di una Russia segnata dalla figura di Stalin stravolsero completamente i loro piani.

Vennero separati. Il tempo, oltre al vuoto emotivo e al “non sapere“, portò le rughe sui loro volti e li obbligò a percorrere nuove strade, tenendo sempre nel cuore quell’amore perduto.

Non si videro più per ben 60 anni. Sei lunghe decadi finché, alla veneranda età di 80 anni, il caso e il destino unirono di nuovo queste due anime. 

Oggi nel nostro blog, vi vogliamo parlare della loro incredibile storia.

Tempi oscuri per un amore vero

Anna e Boris si conobbero nella piazza di un piccolo paesino russo. Egli era membro del partito comunista e stava tenendo un discorso quando improvvisamente scorse una giovane.

Nessuno sa spiegare perché succede, ma ci sono momenti nella vita in cui qualcosa ci dice che abbiamo trovato la nostra anima gemella. E questo è ciò che successe a questi due giovani.

Ebbero ben chiaro sin dall’inizio che il loro destino era quello di stare insieme e, per questo motivo, decisero di sposarsi velocemente, dato che Boris sarebbe stato presto chiamato per una missione con l’esercito russo.

Bisogna dire che la famiglia di Anna Kozlov non era ben vista dal partito comunista. Suo padre era già stato esiliato in Siberia, in quanto dissidente nei confronti della politica stalinista, cosa molto pericolosa a quell’epoca.

In ogni caso, a Boris questo non interessava, e dunque i due non ebbero dubbi nel coronare il loro amore con un matrimonio e lo scambio degli anelli, con la speranza di costruire una vita da condividere in armonia e felicità.

Ebbene quelli erano tempi oscuri per un amore vero. Anni duri in una Russia che infliggeva persecuzioni e castighi a un popolo che voleva solo vivere in pace, amare ed essere felice…

60 anni di profonda tristezza

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Tre giorni dopo il matrimonio, i nostri potragonisti si salutarono senza sapere che si sarebbero rivisti solo dopo 60 anni.

Il motivo? Il governo di Stalin continuava a non fidarsi della famiglia di Anna. Nonostante suo padre fosse già stato esiliato e castigato, decisero di fare lo stesso anche con sua moglie e i suoi figli.

Anna non potè far nulla per mettersi in contatto con suo marito, non sapeva nemmeno dove l’avrebbero condotta. Così, alla disperazione per questa punizione assurda, si sommò la paura della possibilità che Boris non avrebbe potuto trovarla.

Passarono i mesi e poi gli anni, il cuore di Anna si velò di una profonda tristezza, di una voglia disperata di fuggire, di percorrere l’intera Russia per ricongiungersi al marito.

La sua vita fu messa a dura prova un’altra volta quando un pomeriggio, tornando nella sua stanza, scoprì che sua madre aveva bruciato tutte le foto di Boris, incluse quelle del suo matrimonio.

Le disse che doveva accettare il fatto che non aveva più un marito e che, come ogni giovane donna in età da marito, doveva pensare a sposarsi nuovamente. E non era tutto, sua madre aveva già organizzato un matrimonio con un altro giovane.

Anna non riusciva a credere che stesse succedendo davvero. Tormentata dal dolore, corse in uno dei pagliai del villaggio della Siberia in cui era stata esiliata, e pensò di impiccarsi.

Sua madre la raggiunse in tempo e le diede uno schiaffo. Doveva ragionare. Doveva pensare a se stessa e darsi una nuova opportunità di essere felice.

E così fece. Furono 60 anni di profonda tristezza nascosta tra i sorrisi per una nuova famiglia che si formava, per i figli, per i nipoti… Ma quell’amore giovanile non venne mai dimenticato.

Il ritrovamento

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Boris divenne uno scrittore. Nella maggior parte dei suoi libri compariva un personaggio femminile, una donna che il protagonista perdeva sempre.

Erano le impronte del suo stesso cuore, un ricordo di gioventù che si cicatrizzò in esso come una pena senza cura e che, certamente, avrebbe portato con sé fino alla morte.

Ebbene, il destino, anche se a volte è crudele, riserva anche grandi sorprese. Come se in qualche modo tessesse con le sue dita da artigiano un filo capace di unire i cuori degli innamorati.

Anna e Boris avevano già 80 anni quando decisero di tornare nel loro paese nativo. Entrambi erano vedovi, dunque decisero che sarebbe stata una buona idea passare ciò che rimaneva della loro vita nel luogo della loro infanzia e della loro gioventù.

Ciò che non avrebbero mai immaginato questi due anziani dal volto amorevole, era che entrambi avessero preso la stessa decisione nello stesso momento.

Una mattina qualsiasi Anna vide un uomo che entrava in una macchina… Conosceva quel portamento, quello sguardo e i suoi gesti… Non poteva che essere lui, Boris, il suo vero marito.

Il ritrovamento fece quasi fermare i loro cuori, ma l’amore è forte e va al di là dell’età e del tempo, così da quello stesso momento in cui si sono ritrovati casualmente, non si sono più separati.

Passarono un’intera notte a parlare delle loro vite, aggiornandosi come se niente fosse successo. Sono di nuovo insieme e questa è l’unica cosa importante per loro. 


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