La dipendenza emotiva ci porta a legarci a un partner per paura di stare da soli o di non trovare nessun altro. Iniziare a mettere in pratica il contatto zero in queste circostanze è altamente consigliato.
A volte la dipendenza emotiva ci porta a scegliere partner che ci fanno soffrire. Abusi psicologici o fisici, manipolazioni, bugie, tradimenti…Ma può non essere necessariamente così.
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Deve essere ben chiaro che qualsiasi rapporto che si basa sulla dipendenza emotiva verso l’altro è tossico.
La dipendenza emotiva o “non posso vivere senza di te”
La paura di rimanere da soli può farci credere che non siamo in grado di vivere senza l’altra persona. Tuttavia, non è così.
Se il partner ci lascia, se ne va e ci abbandona, non c’è alcuna possibilità di tornare con lui/lei. E allora che facciamo? Ci leghiamo subito a qualcun altro.
Le persone che hanno paura di rimanere da sole e che dipendono dagli altri, lo fanno perché credono che da sole non possono essere felici. La loro autostima è così bassa che la loro vita e la loro personalità sono quelle della persona a cui sono legate.
Quando si verifica una rottura, si sentono vuote. Non si prendono cura di sé stesse, non sanno nemmeno quello che amano fare e quali sono i loro sogni. Si sentono perse.
Si legano così tanto a qualcuno non perché pensano che sarà per tutta la vita o che senza questa persona in concreto non possono vivere. È che in generale non sanno vivere senza qualcuno!
È normale, dunque, che accumulino rapporti uno dopo l’altro. Tutti falliscono, ma non sanno perché. La ragione è che scelgono il loro partner sulla base di un bisogno, non perché provino vero amore.
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L’infelicità e l’insoddisfazione, così come la reiterazione dello stesso tipo di relazione amorosa, portano queste persone a rivolgersi a un professionista. Il consiglio? Contatto zero.
L’importanza del contatto zero in una persona con dipendenza emotiva
Quando uno psicologo consiglia al proprio paziente di fare uso del contatto zero con la persona da cui dipende, sembrerà impossibile.
Pensare di bloccarla su WhatsApp, non rispondere alle sue chiamate o dire “no” se la cerca e propone di vedersi, sembra qualcosa che non potrà mai essere realizzato.
A volte si sente molto in colpa e cade nella sua stessa trappola, per poi stare male. I rapporti dipendenti che mantiene non la rendono felice, e lo sa.
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In realtà, una persona dipendente ha momenti di lucidità in cui dice “devo andarmene”, “starei meglio da solo/a che con questa persona”, “non mi fa stare bene”.
Tuttavia, questa forza che può invaderla in certi momenti e le indica chiaramente la giusta via, viene a mancare in altre circostanze riportando la persona sulla strada sbagliata.
Pazienza, forza di volontà e tempo
Uscire dalla dipendenza emotiva, anche mettendo in pratica il contatto zero, non si concretizza da un giorno all’altro.
Come con qualsiasi altra dipendenza, sono necessari tempo e pazienza, in quanto ci saranno delle ricadute. Il contatto zero verrà abbattuto, ma si sarà fatto un passo in avanti.
Si sarà più consapevoli e ci si renderà conto di non stare bene proseguendo sullo stesso percorso. Questo è molto importante. Tutte le persone con dipendenza emotiva inciampano più e più volte sulla stessa pietra, finché i momenti di lucidità non sono sempre più presenti.
Quando arriva questo momento, dopo aver combattuto i propri demoni, riescono ad aprire gli occhi e a prendere una decisione senz’altro positiva per loro.
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Si può uscire dalla dipendenza emotiva. È possibile scrollarsi di dosso le convinzioni che ci dicono che senza un partner siamo un fallimento o che non possiamo essere felici.
Mettendo un piede fuori dalla tendenza ad avere rapporti basati sulla dipendenza, si può cominciare ad amarsi, a volersi bene e a rispettarsi, per poter così stabilire relazioni sane da cui non dipendere per non avere bisogno di altri.