Dipendenza da spray nasale: esiste?

L'utilizzo continuo di decongestionanti nasali può portare a una progressiva perdita dei loro effetti. in alcuni casi ha l'effetto opposto a quello desiderato. Cosa c'è da sapere?
Dipendenza da spray nasale: esiste?

Ultimo aggiornamento: 12 settembre, 2021

È possibile sviluppare una dipendenza da spray nasale? In generale, questi farmaci contengono decongestionanti che aiutano a calmare l’infiammazione e la congestione nelle cavità nasali, spesso interessate dalla dilatazione dei vasi sanguigni.

Il problema è che gli spray sono facili da usare e producono un effetto calmante che porta molti ad abusarne. A sua volta, ciò può causare una sindrome chiamata rinite medicamentosa, in cui sono necessarie dosi sempre più frequenti e abbondanti per ottenere gli effetti desiderati.

È spesso scambiata per una dipendenza, ma le caratteristiche sono diverse. Volete saperne di più sull’argomento? Chiariamo i principali dubbi nelle righe che seguono.

Tipi di decongestionanti nasali

Esistono molti farmaci che possono ridurre le secrezioni nasali. Possono essere assunti per via topica (cioè localmente) o per via orale. Gocce e spray sono le forme farmaceutiche più comuni.

I decongestionanti nasali sono quei farmaci che inducono vasocostrizione della mucosa nasale. Questo effetti diminuisce il rilascio di liquidi e la produzione di muco.

Altri farmaci disponibili sono gli steroidi e gli antistaminici, che sono anche molto efficaci. Ecco alcuni dei decongestionanti nasali più comuni sul mercato.

Donna che applica uno spray nasale.
Gli spray nasali spesso contengono farmaci per alleviare la congestione e l’irritazione delle cavità nasali.

Nafazolina

Questo principio attivo è generalmente sicuro da usare e ha pochi effetti collaterali, purché utilizzato con moderazione. È indicato per la rinite allergica o per qualsiasi situazione che causi una congestione nasale, come un trauma o un’infiammazione.

È disponibile sia in gocce che in spray, e può essere applicata direttamente o preparando delle nebulizzazioni, soprattutto per i bambini.

Poiché promuove l’attivazione dei recettori nel sistema cardiovascolare, si deve usare cautela in presenza di malattie come insufficienza cardiaca, aritmie, pressione alta e una storia clinica di infarto.

Queste complicazioni si verificano di solito quando l’assorbimento sistemico è elevato. Se si rispetta la posologia, questi eventi sono rari.

Fenilefrina

Secondo l’Associazione spagnola di pediatria, questo farmaco ha anche altri usi per condizioni più gravi. Una di queste è l’ipotensione grave, in cui la fenilefrina ha effetti positivi sul sistema cardiovascolare.

Il suo uso più commerciale e diffuso è tuttavia come decongestionante nasale, sia in gocce che in spray. Inoltre, è presente in alcuni colliri che inducono dilatazione pupillare, utile durante le visite oculistiche o gli interventi.

È controindicata in caso di ipersensibilità, asma grave, pancreatite o epatite. Naturalmente, questo si riferisce più alla somministrazione per via endovenosa che ai preparati nasali, che sono generalmente abbastanza sicuri.

Ossimetazolina

Malgrado abbia lo stesso meccanismo d’azione dei farmaci appena citati, il suo effetto è più duraturo, raggiungendo 8-12 ore di attività continua. L’effetto degli altri, come la fenilefrina o la nafazolina, di solito non dura più di 6 ore.

La durata degli effetti non è solo legata alla facilità di dosaggio, ma evita anche gli effetti di rimbalzo e le dipendenze, come vedremo subito.

Può essere usata sia nei bambini che negli adulti, anche se occorre seguire le stesse avvertenze dei farmaci già menzionati.

In rare occasioni, è stata collegata all’insorgenza di insonnia, motivo per cui si consiglia di non assumerla di sera.

Rinite medicamentosa e tolleranza ai farmaci

La rinite acuta può avere molte cause. Le infezioni delle vie respiratorie superiori e le allergie sono le più comuni. Il freddo – tipico della stagione invernale – tende ad aumentare il rischio di sviluppare forme moderate o gravi di rinite.

A causa del sollievo quasi immediato fornito dai decongestionanti nasali ed essendo prodotti da banco, si tende ad abusare di queste sostanze.

È noto che, con il tempo, questi farmaci smettono di fornire il solito effetto, e sarà quindi necessario aumentare le dosi per ottenere sollievo. Questo fenomeno viene di solito confuso con la dipendenza, sebbene siano due condizioni diverse.

Che cos’è la dipendenza?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la dipendenza è una condizione o una malattia il cui substrato anatomico è il cervello, e che provoca il bisogno e la ricerca compulsivi di una sostanza, indipendentemente dagli effetti negativi che può causare.

È noto che lo sviluppo della dipendenza ad uno specifico farmaco richiede un’esposizione prolungata e un insieme di importanti cambiamenti neurochimici prima che il cervello sviluppi questo bisogno patologico.

Spesso compromette notevolmente la qualità della vita, poiché la mancanza del farmaco può portare alla sindrome da astinenza, con conseguenze peggiori.

Come spiega la Mayo Clinic, la dipendenza dallo spray nasale è molto rara. Ciò che accade nella maggior parte dei casi è lo sviluppo di tolleranza o tachifilassi verso questi farmaci.

Tachifilassi ai decongestionanti nasali

La perdita di risposta a un dato farmaco dopo ripetute somministrazioni è nota come “tachifilassi”. Anche il termine tolleranza può essere considerato equivalente per scopi pratici, anche se entrambi hanno spiegazioni molecolari più complesse.

I farmaci non sono altro che sostanze che interagiscono con vari punti del corpo. Questi siti di interazione sono chiamati recettori, di solito proteine.

Quando avviene il contatto, si innesca una serie di reazioni biochimiche che portano all’effetto desiderato.

Se il corpo riceve troppi farmaci e i recettori si saturano, con il tempo ne produrrà di più. Questo implica la necessità di somministrare una dose più alta per dare gli stessi effetti che prima erano prodotti da meno sostanze.

I decongestionanti nasali tendono a produrre questo fenomeno più frequentemente, il che è dovuto ai seguenti fattori:

  • Basso costo.
  • Non richiedono prescrizione medica.
  • Pochi effetti avversi.
  • Facilità di somministrazione.

E le altre medicine?

Poc’anzi abbiamo detto che gli steroidi fanno parte dell’arsenale terapeutico per la rinite, in qualsiasi forma. Hanno la capacità di ridurre l’infiammazione locale allo stesso modo delle creme per la pelle.

Hanno poca capacità di produrre tolleranza o dipendenza. Di solito sono riservati ai casi cronici di rinite, specialmente quando predominano sintomi vasomotori nelle arterie nasali.

Poiché la rinite medicamentosa ha un decorso cronico, possono essere utilizzati per trattare questa condizione. Tra i farmaci più comunemente usati in questo gruppo sono il triamcinolone, il fluticasone e il budesonide.

I principali effetti collaterali includono sensazione di bruciore o prurito al naso, così come starnuti frequenti.

Sintomi della rinite medicamentosa

Come altre forme di rinite, è caratterizzata da secrezioni nasali trasparenti, in quantità moderate o abbondanti.

Ciò causa spesso ostruzioni che possono causare difficoltà di respirazione sebbene possano essere alleviate respirando attraverso la bocca.

Anche il prurito e la sensazione di tensione sono sintomi comuni. In alcuni casi, se la zona non viene decongestionata, possono verificarsi infezioni virali o batteriche che portano alla rinosinusite. È considerata una forma cronica della malattia, chiamata anche “rinite chimica”.

Come si distingue dalle altre forme di rinite?

Anche se hanno le stesse caratteristiche, la rinite medicamentosa si distingue per una storia medica di uso pesante di decongestionanti nasali.

Questi possono essere uno qualsiasi dei farmaci menzionati. L’effetto rebound causa anche le seguenti alterazioni:

  • Diminuzione dell’efficacia del farmaco.
  • Produzione esagerata di muco alcune ore dopo l’assunzione dei farmaci.
  • Aumento delle reazioni avverse nei casi in cui si supera la dose raccomandata.
Donna che si soffia il naso.
L’uso eccessivo di decongestionanti nasali può ridurre la loro efficacia. Allo stesso tempo, può causare reazioni avverse, come l’eccessiva produzione di muco.

Trattamento e raccomandazioni per prevenire la dipendenza da spray nasale

Lo sviluppo di tachifilassi o di tolleranza al farmaco è potenzialmente reversibile, soprattutto se diagnosticata e trattata precocemente.

Anche se non esistono farmaci specifici, la combinazione di cambiamenti comportamentali con l’uso di nuovi farmaci può dare ottimi risultati.

I casi più complicati di dipendenza da spray nasale dovrebbero essere valutati dall’otorino. Altre figure indicate per la diagnosi sono il medico di famiglia o anche il pediatra, visto che anche molti bambini possono soffrire di questa condizione.

Le misure iniziali di solito includono una diminuzione graduale del dosaggio. La sospensione improvvisa del farmaco non è raccomandata per evitare le conseguenze dell’effetto rebound.

Inoltre, è importante l’uso concomitante di farmaci che diano meno dipendenza o tolleranza. Questo permette il sollievo dei sintomi mentre si opera una progressiva riduzione dei decongestionanti topici.

Gli steroidi e la soluzione salina sono ottime alternative per iniziare il trattamento. A seconda della gravità del quadro clinico, lo specialista può prescrivere farmaci da assumere per via orale.

Uso corretto dello spray nasale

Per evitare lo sviluppo di tolleranza o possibile dipendenza in futuro, si consiglia di seguire le istruzioni allegate alle gocce o gli spray.

Poiché sono prodotti da banco, molti hanno un dosaggio ideato per i pazienti che non sentono il bisogno di vedere un medico.

In ogni caso, si consiglia di non prolungare il loro uso per più di 2 o 3 volte al giorno per 3 giorni consecutivi. Se non si produce il sollievo dai sintomi, occorre farsi visitare dal medico.

Dipendenza da spray nasale in breve

La dipendenza da spray nasale è rara, ma possibile. Sebbene molti farmaci possano sembrare innocui, un consumo eccessivo può portare a conseguenze importanti e difficili da gestire.

Per evitarla, è sempre bene seguire le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo. Chiedere consiglio al medico, anche a distanza, è un’opzione valida e raccomandata.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Balziskueta B, et al. Protocolos de rinitis. Farmacia Profesional 2002;16(3):56-68.
  • Benedi J, Romero C. Descongestivos nasales. Farmacia Profesional 2006;20(9):58-61.
  • Callén Blecua M. Diagnóstico y tratamiento de la rinitis alérgica. En: AEPap ed. Curso de Actualización Pediatría 2005. Madrid: Exlibris Ediciones; 2005. p. 77-88.
  • Centro Andaluz de Información de Medicamentos. Tratamiento de la rinitis alérgica.
    SEMERGEN 2007;33(7)370-7.
  • Méndez-Díaz M, et al. Neurobiología de las adicciones. Revista de la Facultad de Medicina de la UNAM 2017;60(1):7-16.
  • Webb N. (2011) Tachyphylaxis. In: Kreutzer J.S., DeLuca J., Caplan B. (eds) Encyclopedia of Clinical Neuropsychology. Springer, New York, NY.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.