Il tempo in una prospettiva filosofica

Esiste qualcosa di più enigmatico e curioso del tempo? Scoprite le interessanti riflessioni che i filosofi del passato hanno fatto su questo fenomeno.
Il tempo in una prospettiva filosofica

Ultimo aggiornamento: 21 marzo, 2023

Nel corso della storia, la natura del tempo è stata uno dei grandi enigmi dell’umanità ed è stata affrontata da una prospettiva filosofica. Per questo motivo, dall’antica Grecia ai giorni nostri, ci sono pervenute interessanti riflessioni e teorie su questo fenomeno.

Ecco il punto di vista di alcuni filosofi sulla realtà del tempo. Non perdetevi questo interessante viaggio.

Il tempo secondo la prospettiva dei filosofi greci

Nell’antica Grecia, Platone e Aristotele furono due tra i grandi filosofi che affrontarono la dimensione del tempo. Vediamo la posizione di ciascuno.

La prospettiva filosofica di Platone sul tempo

Platone fu uno dei primi filosofi a riflettere sulla realtà del tempo;  sosteneva che questo fosse un’immagine in movimento dell’eternità. Ma cosa intendeva con questa frase?

Ricordiamo che per Platone la realtà è costituita da due mondi: un mondo sensibile (il mondo fisico) e un mondo intelligibile (il mondo delle idee). Il primo ha tutto ciò che possiamo sperimentare attraverso i sensi ed è caratterizzato dalla molteplicità, dall’essere pura apparenza e dal mutare continuamente.

Il mondo delle idee, invece, è vero, incorruttibile e immutabile. È abitato da idee universali e necessarie, che sono le essenze di tutto ciò che esiste. Così, gli oggetti e i corpi del mondo fisico sono un mero riflesso (o ombra) imperfetto di quest’altro mondo.

Ora, dicendo che il tempo è un’immagine, Platone intende dire che è un’imitazione dell’eternità immobile del mondo delle idee. La vera natura delle cose è quella di rimanere statiche ed eterne. Mentre l’ombra di questa immobilità è il tempo.

Pertanto, egli afferma che la trasformazione, il movimento e il divenire sono una prova che stiamo contemplando il tempo, che non è un’idea, ma l’immagine di un’idea: l’eternità.

I filosofi greci e la loro prospettiva filosofica sul tempo.
Già i filosofi dell’antica Grecia riflettevano sul tempo e cercavano di spiegarne la natura

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La prospettiva aristotelica

Da parte sua, Aristotele sostiene che il tempo non è un movimento, ma afferma anche che non esiste tempo senza movimento. Infatti, entrambi vengono percepiti insieme. In questo modo, si presume che il tempo sia la misura del movimento in base al prima e al dopo.

Dunque, il prima e il dopo sono punti che determinano una grandezza spaziale. Sono l’origine e la fine di un movimento e i momenti che quantificano un tempo. Detto questo, secondo la prospettiva aristotelica, il tempo è quantificabile, ma non è il quantificatore.

Il tempo nella filosofia medievale

Tra i pensatori che si sono dedicati alla riflessione sul tempo nella filosofia medievale, spiccano Sant’Agostino d’Ippona e San Tommaso d’Aquino.

Per Sant’Agostino, il tempo ha origine nell’anima umana. Per lui il presente, il passato e il futuro si identificano rispettivamente con la memoria, l’attenzione e l’attesa.

Cioè, secondo il famoso teologo e filosofo del IV secolo, il passato è ciò che si ricorda, il presente è ciò a cui si è attenti e il futuro è ciò che si attende. Sono entità che non possiedono una realtà propria o esterna (come sosteneva Aristotele), ma sono un’estensione dell‘anima umana.

Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. E tuttavia io affermo tranquillamente di sapere che se nulla passasse non ci sarebbe un passato, e se nulla avvenisse non ci sarebbe un avvenire, e se nulla esistesse non ci sarebbe un presente.

~ Sant’Agostino d’Ippona

D’altra parte, San Tommaso d’Aquino (nel XIII secolo) riprende la prospettiva aristotelica e difende che il tempo è il movimento secondo il prima e il dopo. Raccoglie quindi la vecchia idea che il tempo sia qualcosa di esterno all’essere umano.

Il tempo dalla prospettiva filosofica moderna e contemporanea

Nella modernità ci imbattiamo nella nozione di tempo di Isaac Newton. Il grande fisico inglese descrive nei Principia l’esistenza di due tempi diversi: uno assoluto e l’altro relativo.

Secondo Newton, il primo è vero e matematico, per sua stessa natura. Scorre senza relazione con nulla di esterno ed è chiamato durata. La seconda, invece, si riferisce a una misura sensibile ed esterna della durata, realizzata attraverso il movimento.

Nonostante queste riflessioni, qualche secolo dopo, il filosofo Immanuel Kant ricondusse l’origine del tempo alla natura umana. Ma non dal punto di vista dell’esperienza del singolo (come fa Sant’Agostino), bensì come costituzione dell’essere umano universale e del suo modo di conoscere la realtà.

Per questo pensatore, il tempo è un’intuizione innata che fa parte della struttura del soggetto conoscente. È questo che gli permette di ordinare i fenomeni del mondo in termini di successione e simultaneità.

Successivamente, ci sono stati filosofi come Henri Bergson, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1927, e Martin Heidegger, autore di Essere e tempo, che hanno affrontato questo costrutto in modo diverso dalle posizioni newtoniane e kantiane.

Bergson, ad esempio, si riferisce al tempo da una prospettiva esperienziale, basata sull’unità organica, sul tempo vitale, sui ritmi dei processi organici e sugli orologi interni dell’organismo. Mentre Heidegger distingue tra il tempo in sé, inteso come funzione esistenziale costitutiva dell’essere umano, e il tempo del mondo, come misura.

Tempo e clessidra.
Le riflessioni sul tempo sollevano domande che ci fanno pensare al passato, al presente e al futuro

Il tempo è un’illusione dell’essere umano?

L’approccio al tempo in filosofia è variato nel corso della storia. Non esiste ancora una teoria o un modo di pensare unico, nonostante i progressi scientifici. Tuttavia, ciò che è in voga è concepire il tempo come un’illusione umana.

Infatti, la percezione del tempo sembra essere un prodotto della nostra psicologia o struttura percettiva. In effetti, per la meccanica relativistica, il tempo non è assoluto, ma può variare a seconda dell’osservatore, del sistema di riferimento utilizzato e del punto in cui si trova l’osservatore.


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