Laparoscopia: definizione e possibili rischi

La laparoscopia è una procedura medica volta alla diagnosi e al trattamento di alcune patologie a carico di pelvi, colon-retto e apparato riproduttivo. Scoprite come si esegue e quali vantaggi offre.
Laparoscopia: definizione e possibili rischi

Ultimo aggiornamento: 11 maggio, 2021

La laparoscopia è l’alternativa meno invasiva alla chirurgia convenzionale dell’addome aperto, la laparotomia. In questo intervento, meno invasivo da un punto di vista fisiologico e medico, si usa una piccola camera (laparoscopio) per vedere l’interno dell’addome del paziente.

Di recente la sua prevalenza è aumentata in modo significativo: è passata dal 5% al 29% di tutte le procedure colon-rettali in soli 2 anni. È noto per la sua bassa invasività e l’alto tasso di successo; una laparoscopia ginecologica provoca danni gastrici in 1 caso su 33000.

Calcolare con esattezza gli usi di questa procedura a livello globale è quasi impossibile. Tuttavia, si stima che ogni anno circa 5000 persone si sottopongono a questo trattamento per affrontare l’obesità. Tenendo conto di questi numeri, possiamo affermare che la laparoscopia è in ascesa in ambito chirurgico grazie ai suoi numerosi benefici. Continuate a leggere per saperne di più.

Cos’è una laparoscopia?

La laparoscopia è un intervento chirurgico grazie al quale si accede all’interno dell’addome del paziente senza dover effettuare incisioni troppo estese. Come spiega una pubblicazione del National Health Service (NHS) britannico, offre diversi benefici rispetto alla tradizionale laparotomia. Tra questi:

  • Minori tempi di degenza e recupero postoperatorio rapido.
  • Si perde meno sangue e si accusa un dolore più lieve a seguito dell’operazione.
  • I segni e le cicatrici sono meno visibili rispetto a quelli della chirurgia tradizionale.

Pur trattandosi di un intervento poco invasivo, non vuol dire che non presenta rischi. Questa procedura prevede l’accesso a organi vitali, motivo per cui potrebbero presentarsi delle complicazioni. Ne parliamo nel dettaglio nelle righe che seguono.

Intervento chirurgico.

Chi deve sottoporsi a questo intervento?

La American Cancer Society decsrive nel dettaglio i candidati di una laparoscopia. A seguire presentiamo i casi clinici per cui risulta più utile.

1. Sospetto di cancro

La laparoscopia può essere usata per estirpare o effettuare biopsie (prelievo di campioni di tessuti) di linfonodi presenti nel bacino e nell’addome. Si consiglia dunque a soggetti con tumori di natura ginecologica, per esempio al collo uterino (CCU), alle ovaie o all’endometrio.

2. Ostruzione intestinale

Un’occlusione o ostruzione intestinale si verifica quando il contenuto intestinale non può passare né uscire dal corpo. Quando l’ostruzione è totale, l’individuo si trova in un quadro di emergenza medica che necessita di trattamento chirurgico immediato.

A seconda della gravità della situazione, si può ricorrere a laparoscopia o laparotomia. A ogni modo, a volte si rende necessario effettuare incisioni più estese per eliminare il blocco ed estirpare o riparare l’area dell’intestino danneggiata.

3. Malattie specifiche della donna

Numerose patologie della donna possono essere risolte tramite laparoscopia. Questa procedura chirurgica, tra le altre condizioni, può essere usata per trattare fibroadenomi, cisti ovariche, endometriosi e prolassi degli organi pelvici.

4. Altri casi

La Biblioteca Nazionale di Medicina degli Stati Uniti spiega nel dettaglio altri casi in cui la laparoscopia risulta utile. Tra questi:

  • Gravidanza extrauterina: si tratta di una gestazione che cresce all’esterno dell’utero. Per una donna incinta può essere mortale, pertanto diventa necessario procedere urgentemente con un intervento chirurgico.
  • Isterectomia: si tratta di un’estirpazione dell’utero. Può essere utile in presenza di alcuni tumori, deformità, sanguinamenti eccessivi e altri quadri clinici.
  • Legatura delle tube: un procedimento per prevenire la gravidanza attraverso la chiusura delle tube di Falloppio.
  • Trattamento dell’incontinenza urinaria.

In cosa consiste la laparoscopia?

L’intervento dura solitamente tra i 30 e i 45 minuti sotto anestesia generale, pertanto in diversi casi può essere eseguito in ambulatorio. Vediamo le diverse fasi di questa procedura medica.

Prima dell’intervento

Se la persona verrà sottoposta ad anestesia generale (nella maggior parte dei casi), non dovrà mangiare durante le 6 ore precedenti all’intervento. Oltre a ciò, nella stragrande maggioranza dei casi si rende necessario un accompagnatore in quanto il paziente potrebbe essere stordito dopo l’intervento.

Si consiglia anche di indossare capi larghi, dato che l’addome potrebbe far male subito dopo la laparoscopia.

Durante l’intervento

La rivista Progresos de Obstetricia y Ginecologia descrive in modo dettagliato le fasi di una laparoscopia. Si inizia tenendo conto dei seguenti punti chiave:

  1. Il paziente deve assumere posizione litotomica (con le gambe in alto e il corpo sdraiato). Le natiche devono essere posizionate sul bordo del tavolo per consentire una buona gestione del mobilizzatore uterino.
  2. Al paziente andrà posto un catetere nel braccio destro.
  3. Si consiglia un pre-svuotamento vescicale, per minzione o per sonda, quando necessario.

Fatte queste considerazioni, bisognerà introdurre nel paziente un ago di Veress-Palmer, essenziale per gonfiare la cavità addominale con gas CO2 (noto come pneumoperitoneo). Il 35-40% delle complicazioni nelle chirurgie endoscopiche si possono verificare in questa fase, nella quale è richiesta la massima attenzione. L’ago verrà inserito attraverso l’ombelico.

L’insufflazione peritoneale permette ai chirurghi di muoversi correttamente nell’addome del paziente senza danneggiare gli organi vitali. A seguito di incisione, i professionisti si servono del laparoscopio per osservare la cavità addominale e formulare la diagnosi necessaria.

Se si rende necessaria una procedura chirurgica, vengono effettuate ulteriori incisioni per l’introduzione degli strumenti. A ogni modo, queste non superano gli 0,5-1 centimetro di estensione, come spiega la Clinica Universidad Navarra (CUN).

Una laparotomia ha bisogno di un’incisione dai 15 ai 20 centimetri di longitudine. La laparoscopia è molto meno invasiva.

Dopo

Una volta terminata la procedura, il paziente ha bisogno di essere monitorato nelle ore successive. Non potrà mangiare o bere finché non cesserà l’intorpidimento della anestesia. Se eseguito in day hospital, nella maggior parte dei casi il paziente potrà tornare a casa dopo poche ore. Nonostante ciò, bisognerà sottoporsi a ulteriori esami per tenere sotto controllo la situazione.

Possibili rischi della laparoscopia

Questa procedura coinvolge organi delicati, dunque non è priva di rischi. La laparoscopia diagnostica presenta un rischio di lesioni intestinali pari allo 0,08%. A sua volta, negli interventi di maggiore complessità, questo valore ammonta allo 0,33%. Nonostante ciò, può accadere quanto segue:

  • Infezione dell’incisione chirurgia o degli organi interni. Nei casi peggiori, questo può generare una batteriemia e setticemia, che mettono in pericolo la vita del paziente.
  • Sanguinamento dall’incisione chirurgia o degli organi interni.
  • Cattiva cicatrizzazione dell’incisione. Il tessuto addominale è piuttosto delicato.
  • Allergia ai farmaci usati durante il procedimento (sedativi e anestetici).
  • Shock anafilattico (eccezionale, non succede quasi mai).

Cosa ricordare a proposito della laparoscopia?

La laparoscopia è un’alternativa eccellente alla laparotomia, in quanto le incisioni realizzate sono meno estese, prevede un più rapido recupero postoperatorio e i rischi di complicazioni sono molto bassi.

Ad ogni modo, non tutti i pazienti sono idonei alla laparoscopia. Quelli con un tumore che si è esteso nella cavità addominale, con difficoltà di coagulazione, tubercolosi croniche e altre condizioni, non possono sottomettersi alla procedura. In alcuni casi, dunque, bisognerà intervenire diversamente.


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