
Proteggere la salute mentale si traduce in un generale benessere psicologico, nonché in buona gestione di sentimenti e relazioni. Le…
Dobbiamo tenere ben presente che la vita non è una gara con chi ci circonda. Al massimo può esserlo con noi stessi nel tentativo di raggiungere la miglior versione di sé.
Uno degli obiettivi della maggior parte dei libri e dei percorsi di auto-aiuto è quello di insegnarci a pensare di non essere superiori agli altri per essere persone migliori. A questo scopo ci guidano nella pratica dell’autocoscienza, della cura interiore e del rafforzamento dell’autostima.
Ebbene, c’è un aspetto che è necessario tenere presente: essere una persona migliore non significa essere superiore agli altri. Il riferimento dobbiamo essere sempre e solo noi stessi.
Siamo certi che anche voi conoscete qualcuno che, con il suo atteggiamento, comportamento e modo di relazionarsi con gli altri, dimostra proprio questa fastidiosa pretesa di essere superiore a voi.
Vi invitiamo a riflettere su ciò.
Di questi tempi è sempre più comune una curiosa tendenza che gli esperti chiamano “materialismo spirituale”. Si tratta dell’attuale interesse di raggiungere un autocoscienza molto elevata di noi stessi.
Un punto in cui molti finiscono per allontanarsi dagli altri.
In questa ricerca per la cura di noi stessi, della nostra autostima e per diventare ogni giorno sempre più forti e migliori, c’è chi confonde tali concetti e li interpreta in modo errato: aspira ad essere migliore di tutti colori che lo circondano.
Per questo motivo, diventa importante interpretare in modo adeguato quest’idea. Possiamo sviluppare nuove strategie per rafforzare la nostra autostima, per arricchire le nostre relazioni e raggiungere obiettivi più grandi, ma mai per voler superare gli altri o dimostrare di essere migliori.
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Chi è superbo, chi ha bisogno di competere e dimostrarsi superiore nasconde di solito una bassa autostima. Ecco cosa si intende quando si invita a pensare di non essere superiori agli altri.
Il piacere di dimostrare “superiorità”, di mettere in mostra le proprie qualità migliori e anche di umiliare gli altri con un atteggiamento prepotente, serve molte volte per compiacere la scarsa sicurezza e per rafforzarla.
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In fondo, si tratta di due facce di una stessa medaglia che affondano le radici nella stessa dimensione. Infatti si ha una bassa autostima che porta ad affrontare gli altri per sentirsi più forti umiliando e screditando.
Tutti dovremmo pensare di non essere superiori, smettendo di competere per superare gli altri per innalzarci al di sopra di loro. Soprattutto se con ciò provoca la sofferenza o l’umiliazione del prossimo.
Quando ci accettiamo, il nostro maggior obiettivo non sarà che continuare a crescere come persone ed essere ogni giorno migliori per aspirare a quella felicità delle piccole cose che tanto ci arricchisce. Quindi potremo finalmente pensare di non essere superiori agli altri
Questo essere migliori si riversa anche su chi ci circonda.
Infine, sappiamo che, se dobbiamo abituarci a qualcosa, è alle persone che possiedono un cuore colmo di vanità e orgoglio. Invece di arrabbiarci, di far crescere la nostra rabbia e il nostro disprezzo, dobbiamo pensare che non vale la pena coltivare emozioni negative.
Le ricompense arrivano sempre alla fine, con l’adeguato benessere interiore o, al contrario, con la sensazione che il nostro sforzo competitivo ci ha portato solo un’indesiderata solitudine.