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La rinite allergica è il principale motivo di richiesta di visita allergologica: la sua incidenza è aumentata del 10-25% negli ultimi decenni. La diagnosi spesso non è immediata perché i suoi sintomi possono essere facilmente confusi con quelli di altre malattie.
La rinite allergica è un’infiammazione della mucosa nasale in seguito al contatto con un agente esterno. È accompagnata da iperattività nasale e degli occhi.
Si tratta di un meccanismo di difesa dell’organismo, scatenato principalmente dagli anticorpi IgE che rilasciano istamina.
Gli agenti esterni, nei soggetti ipersensibili, vengono riconosciuti come antigeni, ovvero sostanze in grado di scatenare una risposta difensiva. Il risultato è una reazione infiammatoria con sintomi come gonfiore, lacrimazione, prurito, etc.
I sintomi possono variare da persona a persona. D’altra parte, non è necessario che si presentino tutti per poter formulare una diagnosi di rinite allergica. I sintomi più comuni sono:
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I principali fattori di rischio sono:
Esistono due tipi principali di rinite allergica: stagionale e perenne.
Conosciuta anche come febbre da fieno o pollinosi, costituisce circa il 75% dei casi di rinite allergica. Si presenta tipicamente tra la stagione invernale e quella primaverile ed è scatenata dal contatto con i pollini delle piante.
Il sintomo caratteristico di questo tipo di rinite è un intenso prurito agli occhi, alle orecchie e alla gola. I sintomi possono intensificarsi in caso di permanenza prolungata all’aria aperta, soprattutto nelle ore di massima presenza dei pollini (tra le 5:00 e le 10:00 e tra le 19:00 e le 22:00) e diminuire nei giorni umidi e piovosi.
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È provocata principalmente dal contatto con agenti esterni come polvere, spore dei funghi (Alternaria e Cladosporium) e squame della pelle di animali come cani, gatti e roditori.
I sintomi sono simili a quelli della rinite stagionale, ma il prurito agli occhi è minore mentre l’ostruzione del naso è più acuta. Il soggetto è costretto a respirare con la bocca; altri sintomi evidenti sono: voce nasale, perdita del senso del gusto e dell’olfatto.
Esiste un’ampia lista di allergeni, ma i più comuni sono i seguenti:
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Il trattamento della rinite allergica di solito combina la terapia farmacologica con la bonifica degli ambienti. In questo modo è possibile tenere sotto controllo la reazione allergica e i sintomi, nonché diminuire il contatto con gli agenti scatenanti.
Comprende una serie di misure da adottare prima di procedere con il trattamento farmacologico. In questo modo il paziente può guarire con maggiore facilità. Tra le azioni utili ricordiamo:
Attualmente è disponibile un’ampia gamma di farmaci per il controllo delle riniti allergiche. Tra questi troviamo: decongestionanti, antistaminici, cromoni e decongestionanti nasali topici.
Vengono prescritti per ridurre il prurito, gli starnuti e il naso che cola. La loro capacità di alleviare la congestione nasale, però, è limitata. I farmaci per bocca più utilizzati sono la Cetirizina e la Loratadina.
Occorre notare che gli antistaminici di prima generazione possono causare effetti collaterali come sonnolenza e ridotta capacità di riflessi. Gli antistaminici di seconda generazione di solito non presentano effetti collaterali; forniscono sollievo quasi immediato, ma di breve durata.
Sono farmaci ad azione prolungata, non causano irritazione, congestione nasale di rimbalzo o rinite medicamentosa. Possono produrre, però, effetti collaterali come sonnolenza, vertigini, ansia, ritenzione urinaria. In più, aumentano la pressione sanguigna.
Non è consigliabile prolungare l’assunzione di decongestionanti nasali per via topica oltre i due o tre giorni. Il rischio è una diminuzione dell’efficacia, congestione di rimbalzo e un aggravamento generale della rinite cronica. In questo caso, è preferibile optare per i decongestionanti orali.
Questi farmaci vengono impiegati per ridurre i sintomi della rinite: congestione nasale, naso che cola, prurito e starnuti. Sono utili in casi di rinite allergica e non allergica.
I corticosteroidi intranasali vengono metabolizzati rapidamente e il loro effetto è di lunga durata. Devono essere assunti con cautela. Gli effetti collaterali, infatti, non sono trascurabili, soprattutto in caso di uso prolungato. Tra gli effetti secondari ricordiamo: ritardo della crescita, disturbi comportamentali, soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenalica, etc.
Tra i corticosteroidi intranasali più utilizzati troviamo:
Consiste nella somministrazione di concentrazioni graduate e progressive di estratti allergenici; questi vengono calibrati in base alle condizioni del paziente e servono a stimolare una maggiore tolleranza immunologica.
È un trattamento cardine della rinite allergica ed è efficace. In molti paesi, tuttavia, l’unica via di somministrazione è sottocutanea. Per questo motivo, sarà bene considerare fattori come la frequenza delle iniezioni, la durata del trattamento, i rischi e la volontà del paziente di seguire la terapia.