Brimonidina: a cosa serve e come si usa?

La brimonidina si presenta sotto forma di collirio e viene usata per il trattamento del glaucoma ad angolo aperto. Come agisce? Quali sono gli effetti collaterali?
Brimonidina: a cosa serve e come si usa?
Fabiola Marín Aguilar

Scritto e verificato la farmacista Fabiola Marín Aguilar.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Il principio attivo della brimonidina serve a ridurre la pressione intraoculare (IOP). È indicato, quindi, nei pazienti con ipertensione oculare e nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto.

Il glaucoma è il principale fattore di rischio legato all’ipertensione oculare; quando si raggiunge una tensione interna all’occhio molto alta, il rischio è di danneggiare il nervo ottico con una perdita grave e permanente della vista.

Come agisce la brimonidina?

La brimonidina appartiene alla categoria dei farmaci chiamati alfa agonisti adrenergici; agisce riducendo la quantità di liquido presente dentro l’occhio.

Si definiscono agoniste adrenergiche le sostanze che hanno effetti simili o identici all’adrenalina. Sono note anche come simpatico-mimetiche, perché lavorano imitando il sistema nervoso simpatico.

Il sistema nervoso simpatico fa parte del sistema nervoso autonomo ed è responsabile di molte reazioni involontarie come:

  • La dilatazione della pupilla.
  • La riduzione nella produzione di saliva.
  • L’aumento della frequenza cardiaca.
  • L’inibizione delle attività degli organi dell’apparato digerente.

Come si usa?

Ragazza che mette il collirio
La brimonidina è disponibile in soluzione per uso oftalmico.

Si presenta come collirio, da somministrare per via oftalmica. Negli adulti e negli anziani la dose consigliata è una goccia per occhio due volte al giorno, con un intervallo di circa 12 ore tra le due somministrazioni.

Istruzioni e consigli per l’uso:

Il collirio non deve essere usato se la chiusura di sicurezza del tappo è già aperta. È importante lavare bene le mani prima di aprire il flacone. 

  • Per applicarlo, inclinate la testa guardando verso il soffitto.
  • Tirate la palpebra inferiore con delicatezza verso il basso.
  • Premete il flacone e fate cadere una goccia di collirio per occhio.
  • Chiudete gli occhi.
  • Per un uso ottimale ed evitare un possibile assorbimento sistemico, premete il sacco lacrimale per un minuto subito dopo l’applicazione della goccia. Se si usa più di un farmaco oftalmico, le instillazioni devono essere realizzate con un intervallo di 5-15 minuti tra un medicinale e l’altro.
  • Una volta aperto il farmaco, deve essere utilizzato entro 28 giorni.

Quali sono gli effetti avversi?

Gli effetti collaterali riportati con maggiore frequenza sono:

  • Secchezza delle fauci.
  • Iperemia congiuntivale (occhi rossi).
  • Bruciore e prurito agli occhi.
  • Cefalea.
  • Sonnolenza.

Si tratta di effetti per lo più transitori, che non raggiungono una gravità tale da richiedere una sospensione della cura.

Tra gli effetti meno frequenti troviamo:

  • Pigmentazione della cornea.
  • Fotofobia o sensibilità alla luce.
  • Edema alla palpebra.
  • Astenia.
  • In rari casi, palpitazioni o aritmia.
Mal di testa, effetto collaterale della brimonidina
La cefalea e la sensibilità alla luce sono alcuni dei possibili effetti secondari legati all’uso di questo farmaco.

In caso di comparsa dei seguenti sintomi, è meglio mettersi subito in contatto con il medico:

  • Eruzioni cutanee.
  • Difficoltà a respirare.
  • Svenimento.
  • Vertigini.
  • Nausea.

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Quali sono le controindicazioni?

Il trattamento a base di brimonidina è controindicato in caso di:

  • Ipersensibilità al principio attivo o a uno dei suoi eccipienti.
  • Neonati e bambini sotto i due anni.
  • Pazienti in terapia con farmaci antidepressivi inibitori della monoamino ossidasi (I-MAO).
  • Pazienti trattati con antidepressivi con effetti sulla trasmissione noradrenergica (ad esempio i triciclici).

Si può usare la brimonidina in gravidanza?

Studi effettuati sugli animali indicano l’assenza di effetti teratogenici in questo farmaco. Altre ricerche, tuttavia, condotti sui conigli – in cui sono stati rilevati livelli di brimonidina più alti rispetto a quelli che si raggiungono durante il trattamento con il collirio – hanno mostrato una minore crescita postnatale.

In definitiva, a oggi non è confermata in modo certo la sicurezza dell’uso di questo farmaco per le donne in gravidanza. Pertanto, è sconsigliato.

Si può valutare solo se il reale beneficio per la madre giustifichi il rischio per il feto. Il suo uso non è inoltre consigliato durante il periodo dell’allattamento.


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