Coliche nel neonato: cause e guida per i genitori

Le coliche provocano al neonato forti crisi di pianto che spesso preoccupano molto i genitori. Un'infermiera ci illustrerà come vanno affrontate.
Coliche nel neonato: cause e guida per i genitori
Sara Cañamero

Scritto e verificato l'ostetrica Sara Cañamero.

Ultimo aggiornamento: 16 settembre, 2022

Tra le cause più frequenti per cui si consulta il pediatra vi sono insonnia, disturbi digestivi, problemi con l’allattamento e le coliche nel neonato. Oggi parleremo dell’ultimo caso, fonte di ansia e preoccupazione per i genitori.

La definizione più estesa delle coliche del neonato prevede episodi di pianto intenso di almeno 3 ore al giorno, tre giorni alla settimana come minimo per tre settimane in un neonato  sano e ben nutrito, secondo quanto affermato dallo studio pubblicato sulla rivista Pediatría Atención Primaria.

Nella maggior parte dei casi, le coliche iniziano a verificarsi dalla sesta settimana di vita e le crisi di pianto vengono descritte come attacchi improvvisi molto intensi che iniziano la sera. Nella maggior parte dei casi iniziano intorno ai quattro o sei mesi di vita.

Quali caratteristiche hanno le crisi da coliche?

I neonati assumono una posizione tipica durante le coliche: alzano le gambe all’altezza dell’addome, stringono i pugni, il viso gli si arrossa e tirano in dentro la pancia.

Questi episodi possono durare alcuni minuti, ma anche delle ore. Tuttavia tra una crisi e l’altra, i neonati non hanno nessun sintomo e sorridono, mangiano e prendono peso normalmente.

Neonato che piange.

Cause delle coliche nel neonato

Le coliche nel neonato dipendono da molti fattori e spesso sono diversi i fattori che le scatenano. Come indicato nello studio pubblicato sul Giornale italiano dei Pediatri , possono essere:

  • Organici: apparato digerente immaturo, intolleranza al lattosio, ecc.
  • Comportamentali: umore del bambino, comportamenti in casa (genitori alle prime armi), uso di biberon, tipo di allattamento, difficoltà nell’impugnatura.
  • Anatomici: presenza del frenulo linguale, alterazioni del palato, sotto peso.

Cosa si può fare?

I genitori devono sapere che si tratta di un disturbo benigno per il quale non esistono rimedi validi per tutti. È importante consolare il neonato e non ignorare mai il suo pianto; lasciarlo piangere non solo non farà smettere le coliche, ma potrà causare altre complicazioni a livello fisico o psicologico.

Di fronte al pianto di un neonato, bisogna escludere cause logiche come che abbia fame, freddo, caldo, sonno, che voglia cambiato il pannolino, ecc. È chiaro che con il passare delle settimane i genitori saranno in grado di riconoscere il tipo di pianto del loro bambino, di conseguenza sapranno di cosa ha bisogno.

Allo stesso modo, bisogna escludere qualsiasi patologia o malattia, come potrebbe essere un mal d’orecchio o alle gengive. Va dunque consultato il pediatra quando si sospettano questi casi.

Se il bambino è in salute, ma c’è il sospetto che possa avere le coliche, una buona soluzione potrebbe essere rivolgersi a un centro specializzato con un’equipe multidisciplinare.

In cosa consiste la visita per le coliche nel neonato?

Durante la visita al neonato potranno essere coinvolti più professionisti; in questo caso, collaboreranno un infermiere, un pediatra, un fisioterapista e, quando necessario, uno psicologo.

Si procederà a elaborare una storia del parto, della gravidanza, dei primi giorni di vita e di precedenti familiari. Poi, si procederà con un’esplorazione fisica del bambino: addome, diaframma, cavo orale, segni di dermatite atopica, ecc.

Durante la visita, verrà controllata la corretta presa del bambino al seno o al biberon e quindi che il piccolo non ingoi aria mentre mangia. Infine, sarà il momento dei trattamenti del fisioterapista o dell’osteopata che si occuperanno anche di spiegare ai genitori come fare.

Neonato che piange nel letto.

Accorgimenti per i genitori

  • Se si allatta al seno, bisogna evitare ciucci e tettarelle per capezzoli. Inoltre, si dovrà dare il seno al bambino finché non si toglie spontaneamente. Assicuratevi che elimini l’aria prima di dargli l’altro seno, che la presa sia corretta e che il piccolo non abbia il frenulo linguale alterato.
  • Se si dà il biberon, è altrettanto importante la presa e l’assenza di alterazioni al cavo orale. Si potrebbe optare per un biberon anticolica che regolano il flusso del latte; quest’ultimo meglio se con poco lattosio.
  • Dopo l’allattamento, è importante tenere il neonato in posizione verticale per espellere l’aria ingoiata.
  • Se si sospettano intolleranze o allergie alimentari, la madre dovrebbe sospender per due o tre settimane l’assunzione di latticini, glutine, uova, frutta secca, soia o pesce. In presenza di miglioramenti, la donna dovrà controllare la sua dieta se allatta al seno.  Se invece la situazione rimarrà invariata, si potranno reintrodurre tutti gli alimenti.
  • Sono altamente indicati i massaggi sull’addome da parte dei genitori, della babysitter o dal fisioterapista. Come possiamo leggere in una pubblicazione della rivista Enfermería Actual de Costa Rica, non disponiamo di evidenze scientifiche in merito all’efficacia dei massaggi; ciò nonostante,  è stato dimostrato che riducono il pianto e migliorano il sonno.
  • Non bisogna mai ignorare il pianto del neonato.
  • Il contatto pelle a pelle riduce il pianto del piccolo. Stesso effetto si avrà con il marsupio ergonomico. Oltre a ciò, ci si accerta che il neonato sia in posizione corretta e ciò lo aiuterà ad espellere l’aria. È importante stare vicini al bambino e attendere alle sue richieste.
  • Sollevare leggermente la testiera del lettino aiuta a prevenire le coliche nel neonato.

In caso di coliche nel neonato…

Come avete potuto constatare, le coliche sono un problema molto comune nei neonati con meno di 4 mesi e si verifica indipendentemente dal tipo di allattamento.

Non si conosce la causa esatta, ma si possono seguire delle indicazioni per calmare i sintomi e tranquillizzare i genitori durante le crisi di pianto del piccolo.

In ogni caso, si raccomanda di consultare il pediatra affinché possa stabilire un trattamento per ogni caso specifico.


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