Disturbo neurocognitivo e demenza

Il disturbo neurocognitivo, in linea generale, altera la memoria, la percezione o la risoluzione dei problemi. Non esiste una cura per questa malattia, ma si possono trattare i sintomi.
Disturbo neurocognitivo e demenza
Alejandro Duarte

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Duarte.

Ultimo aggiornamento: 07 maggio, 2021

Il disturbo neurocognitivo maggiore è una malattia che altera le funzioni cerebrali superiori come conseguenza di un danno neuronale. Con il passare del tempo, l’autonomia del paziente viene meno, pregiudicando anche le normali attività quotidiane.

Attualmente, a fronte dell’aumento dell’aspettativa di vita e il conseguente invecchiamento della popolazione, il disturbo neurocognitivo viene considerato un problema globale. Non esiste una cura per queste malattie, ma i sintomi possono essere trattati.

Il disturbo neurocognitivo

I disturbi neurocognitivi, in generale, alterano la memoria, la percezione o la risoluzione dei problemi. In altre parole, le cosiddette funzioni neurocognitive.

I disturbi neurocognitivi più diretti includono amnesia, demenza e delirio. Il disturbo neurocognitivo, in particolare, colpisce le persone anziane, di solito oltre i 60 anni.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, si hanno circa 50 milioni di casi nel mondo.

Sintomi e fasi

Demenza alzheimer
Questo disturbo provoca un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, che può compromettere gravemente la qualità di vita di chi ne soffre.

I sintomi principali del disturbo cognitivo si manifestano influenzando diverse aree della funzione mentale. Il paziente sperimenta un processo degenerativo nella sua autonomia e capacità di svolgere alcune attività. Il disturbo cognitivo influisce principalmente su:

  • Il linguaggio e la percezione.
  • Il ricordo, il pensiero o il giudizio.
  • Il comportamento emotivo o la personalità del paziente.

Il paziente potrebbe soffrire anche di una serie di sintomi correlati al disturbo, ovvero allucinazioni, depressione, aggressività o delirio. In generale, nel processo evolutivo del disturbo neurocognitivo si possono rilevare tre stadi principali, che descriveremo di seguito.

Stadio iniziale

I primi sintomi consistono in manifestazioni lievi e graduali. Il paziente potrebbe sperimentare soprattutto perdita di memoria o episodi di disorientamento non molto frequenti nel tempo o nello spazio.

Stadio intermedio

Man mano che la malattia si sviluppa, le manifestazioni diventeranno più evidenti. Il paziente inizia ad aver bisogno di aiuto anche per svolgere le normali attività come la pulizia personale, fare la spesa o pagare le bollette.

Inoltre, gli episodi di perdita di memoria diventano più seri e frequenti. Il soggetto potrebbe sentirsi disorientato in casa propria, con lievi episodi di amnesia. Sono possibili anche difficoltà nella comunicazione.

Fase avanzata

Nella fase più avanzata del disturbo neurocognitivo si verifica un peggioramento progressivo: per il paziente diventa sempre più complicato svolgere le attività quotidiane. Durante questa fase potrebbe anche manifestare un comportamento aggressivo. Nella fase finale, possono manifestarsi dipendenza e inattività totali.

L’Alzheimer: una forma di disturbo neurocognitivo

Anziana con alzheimer
L’Alzheimer è un disturbo neurocognitivo che interessa principalmente la memoria.

La forma più comune di demenza è l’Alzheimer. Secondo le statistiche, questa malattia compare nel 60-80% dei casi in cui viene diagnosticato in precedenza il disturbo neurocognitivo. Attualmente, non esiste una cura diretta per l’Alzheimer, così come non esiste per il disturbo neurocognitivo maggiore.

Tuttavia, esistono diversi trattamenti incentrati sui sintomi, in modo da migliorare la qualità della vita del paziente. Inoltre, è possibile rallentare lo sviluppo della malattia. Ad oggi, l’Alzheimer è una delle priorità della ricerca biomedica.

Trattamento del disturbo neurocognitivo

Va ricordato che il disturbo neurocognitivo, attualmente, non ha una cura. Il progressivo decorso della malattia è inevitabile. Il trattamento si concentra sul miglioramento della qualità di vita del paziente.

In primo luogo, dovrebbe essere menzionata l’importanza del lavoro di squadra infermieristico, dei medici e degli assistenti sociali, poiché si tratta di un disturbo multifattoriale.

Nel trattamento di questo disturbo è essenziale il ruolo dell’infermiere primario, colui che monitora il decorso della malattia. È molto importante evitare le complicazioni e gli effetti collaterali dei farmaci e l’aderenza al trattamento.

Il supporto della famiglia è fondamentale, affinché il paziente sia sempre accompagnato. Inoltre, le terapie occupazionali e le reti di sostegno possono essere di grande aiuto.

In molti casi, è molto importante prevenire alcune cause secondarie della malattia come l’ipertensione, il colesterolo o l’obesità. L’idea è di agire contro i fattori di rischio che potrebbero predisporli.

Infine, è possibile ricorrere a una serie di trattamenti per alcuni sintomi associati al disturbo cognitivo. Questi sintomi sono allucinazioni, delirio, depressione o aggressività, tra gli altri. I farmaci prescritti in questi casi sono gli antipsicotici, gli antidepressivi e i farmaci anticonvulsivanti.


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