Fitte quando si respira: da cosa dipendono?

C'è chi descrive questo dolore come degli aghi nel petto che, per un momento, impediscono la respirazione. A cosa sono dovute le fitte nel petto?

Fitte al petto.

Se provate fitte al petto, non perdete la calma e non allarmatevi. Per prima cosa, fate attenzione a come si evolve questo dolore. La maggior parte delle volte dipende dallo stress o dall’ansia. A continuazione vedremo come distinguere le differenti cause di questo fastidio.

Non riuscire a completare la respirazione a cause delle fitte

Le fitte sono dolori intensi al petto che si presentano all’improvviso e non permettono di respirare. Si tratta di un fenomeno comune che colpisce tutti almeno una volta.

Inolte, se provate questo dolore, potete seguire le linee guide suggerite dai medici:

  • Sedetevi e cercate di tranquillizzarvi.
  • Pensate che si tratta di un dolore passeggero, che passerà in poco tempo.
  • Rilassatevi e respirate in modo tranquillo e con pause, prendendo aria dalla bocca lentamente.
  • Cercate di controllare il battito cardiaco: se notate che le pulsazioni sono accelerate e che la sensazione è accompagnata da respirazione rapida e un dolore che ascende fino al collo o le braccia, chiedete aiuto. In circa il  70% dei casi dipende da un accumolo di stress o ansia.

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1. Fitte quando si respira: ansia o stress

Fra le prime cause di fitte al petto, sono due aspetti da non sottovalutare. Considerate inoltre che i sintomi da stress o ansia non si presentano sempre durante la situazione “stressante”.

Si possono anche manifestare rientrando in casa dal lavoro dopo una giornata impegnativa, accompagnate anche da un senso di nausea.

Secondo gli esperti, il maggior indice di infarti si presenta durante i periodi di vacanza o durante il fine settimana. Sono i momenti in cui tentiamo di rilassarci, ma il nostro corpo non è in grado di farlo.

Ciò è dovuto a un alto livello di cortisolo, che fa apparire le fitte nei momenti più imprevisti. Mentre siete seduti a tavola, guardando la televisione oppure parlando con qualcuno e sentite che vi manca l’aria. In questi casi, le fitte al petto possono dipendere da:

  • Tensione muscolare del corpo troppo elevata che provoca difficoltà nella respirazione.
  • La cosiddetta iperattività vegetativa (nausea, accelerazione del ritmo cardiaco, sudorazione).
  • La tachipnea che, a causa delle respirazione intense, provoca le fitte.

Cosa potete fare per alleviarle?

Rilassatevi e seguite quella che è nota come respirazione addominale (o diafragmatica). Si tratta di far entrare l’aria nei polmoni fino a farla scendere sino al diaframma. Come farlo? Seguite questi semplici passi:

  • Sedetevi comodamente.
  • Mettete una mano sull’addome oppure sull’ombelico.
  • Inspirate dal naso, poco a poco, senza fretta. Dovete vedere la pancia alzarvi e la mano muoversi.
  • Trattenete il respiro per 2 secondi.
  • Mettete le labbra come se stesse spegnendo una candela ed espirate poco a poco, osservando come la vostra mano si abbassa.
  • Inspirate per due secondi.
  • Espirate (soffiate lentamente) per quattro secondi.

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2. Un problema cardiaco

Non potete ignorare un problema di natura cardiaca e, pertanto, dovete conoscerne le cause. Prima di tutto, vi sono alcuni fattori di rischio:

  • In generale i problemi cardiaci compaiono a partire dai 50 o 55 anni.
  • Sintomi previ: ipertensione, colesterolo alto, precedenti familiari, etc.

Se avvertite fitte al cuore, per prima cosa sedetevi e attenetevi alle seguenti linee guida:

  • Cercate di tranquillizzarvi ed effettuate la respirazione precedentemente descritta.
  • Come sono i vostri battiti? Molto accelerati ed irregolari (prima veloci e poi più lenti)?
  • Se le fitte non cessano dopo cinque minuti e diventano sempre più intense, rivolgetevi ad un medico.
  • Dovrete rivolgervi urgentemente ad un medico anche nel caso in cui il dolore si estende al collo, alla mandibola o alle braccia.
  • Se notate che le fitte derivano da un’oppressione forte al petto, a causa della quale non è possibile respirare con normalità, rivolgetevi ad un medico.

In conclusione, è essenziale controllare che questo disturbo non si prolunghi troppo nel tempo e, soprattutto, che non sia accompagnato da altri sintomi come quelli anteriormente elencati.

Nella maggior parte dei casi non è il caso di allarmarsi: può trattarsi di un po’ di ansia. Ma non trascurate questo aspetto e cercate di trattare il problema.

Bibliografia

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