L’uso dell’espressione “frenare la curva del contagio” è diventata ormai un leitmotiv in queste settimane. Cercare di fermare la crescita esponenziale della malattia, infatti, è il primo passo per vincere la battaglia contro il Coronavirus.
Il COVID-19 ha messo alle corde i sistemi sanitari di molti paesi. Sebbene il numero dei contagi resti ancora alto, sono in calo i ricoveri e in aumento il numero dei pazienti guariti, con un notevole decongestionamento degli ospedali.
Lo abbiamo sentito tante volte: il pericolo del Coronavirus non risiede tanto nella mortalità, bensì nella sua elevata trasmissibilità e, quindi, nella capacità di far crollare i sistemi sanitari pubblici. È molto importante, pertanto, comprendere il significato della curva di crescita del Covid e rispondere di conseguenza.
Che cosa c’è da sapere in merito? Oggi cerchiamo di capire meglio il significato della curva epidemica del COVID-19 e le sue implicazioni.
Curva epidemiologica e rappresentazione dei casi
La curva epidemiologica o curva del contagio è la rappresentazione grafica del numero dei casi epidemici in base all’insorgenza della malattia. Fornisce dati su:
- Modello di diffusione della malattia.
- Entità dell’epidemia.
- Casi isolati.
- Tendenze nel tempo.
- Periodo di esposizione e incubazione della malattia.
Un valore molto importante nella lotta al COVID-19 è senza dubbio l’identificazione dell’iniziale andamento di diffusione della malattia. È dunque essenziale osservare la rappresentazione del periodo di esposizione nella curva del contagio.
Purtroppo per questo risultato siamo già in ritardo. L’inizio principale della diffusione del virus, infatti, è stato fissato alla fine di febbraio, quando sono state avviate misure drastiche di contenimento, ma si contavano già migliaia di malati in fase di incubazione.
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Funzione di Gompertz, la speranza di frenare il COVID-19
La curva o la funzione di Gompertz è un modello matematico per le serie temporali. Questa funzione sigmoidea (allungata a forma di S) descrive una crescita più lenta all’inizio e alla fine di un determinato periodo di tempo.
Questa funzione inizialmente è stata disegnata per descrivere la mortalità ed è spesso utilizzata in epidemiologia. Ed è proprio questa funzione che si attende per lo sviluppo del COVID-19 a livello globale.
- L’appiattimento iniziale corrisponde a una serie di casi isolati rilevati, mentre il resto dei contagiati si troverebbero nel periodo di incubazione.
- Successivamente questi valori hanno un aumento rapidissimo, andando ad allungare la parte superiore della S. In questa fase sono compresi i casi di incubazione iniziali, oltre a tutti i nuovi infettati dagli stessi. Questa fase di crescita è esponenziale, ovvero aumenta sempre più in fretta.
- È qui che le misure adottate svolgono un ruolo cruciale. La crescita esponenziale non può durare all’infinito ma, nel peggiore dei casi, rallenta quando raggiunge il 100% dei contagiati.
L’isolamento a casa e individuare tempestivamente i soggetti infetti dovrebbero frenare la curva del contagio nella sua crescita esponenziale. Non essendovi persone in circolazione che possano esporsi al virus, ovviamente il modello di espansione della malattia non può essere uguale a quando conduciamo la nostra solita routine.
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Frenare la curva del contagio non significa essere fuori pericolo
Frenare la curva del contagio è il primo passo nella lotta al Coronavirus, ma non ne indica la fine. Si verificheranno nuovi casi di malattia e ulteriori decessi.
La situazione epidemiologica, inoltre, è globale e non individuale. Il fatto che il bilancio malati-guariti cominci a essere stabile è già una buona notizia, sebbene il numero dei morti continui a essere troppo elevato.
Quando la situazione sarà stabile e l’andamento si sarà appiattito, originando una curva di Gompertz, si potrà dire che il peggio è passato. Ma dobbiamo avere chiaro che anche quando la crescita del contagio rallenterà, sradicarlo del tutto è impossibile in un breve periodo di tempo.
Al termine di questa pandemia (che finirà) continueranno a esserci casi di COVID-19, ma questi potranno essere trattati in modo molto più efficace da un sistema sanitario in normale funzionamento.
Bibliografia
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