Gravidanza dopo la legatura delle tube: è possibile?

Ebbene sì, si può rimanere incinta dopo la legatura delle tube. A volte avviene naturalmente, altre perché la procedura non ha avuto successo. In entrambi i casi è possibile procedere con un intervento chirurgico di ripristino.
Gravidanza dopo la legatura delle tube: è possibile?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

La legatura delle tube è un metodo contraccettivo definitivo. Sebbene sia possibile attuare una procedura di ripristino, quest’ultima è complessa e non sempre il successo è garantito. Dunque, le probabilità di una gravidanza dopo la legatura delle tube si riducono notevolmente. 

Questa procedura consiste nel taglio, nell’allaccio e nell’ostruzione delle tube di Falloppio.  Di conseguenza, impedisce sia all’ovulo che agli spermatozoi di muoversi in direzione delle tube, rendendo impossibile la fecondazione.

La legatura delle tube è considerata, dunque, una procedura di sterilizzazione femminile sicura ed efficace per evitare il concepimento. Tuttavia, una donna su 100 può rimanere comunque incinta per via naturale anche dopo l’intervento.

Gravidanza dopo la legatura delle tube

Ripristino delle tube dopo la legatura

Consulto medico sulla legatura delle tube.
Per ricevere informazioni sull’intervento di ripristino delle tube bisogna rivolgersi al medico.

La legatura delle tube di Falloppio in genere viene eseguita per evitare la gravidanza. Esiste però una procedura chirurgica di ripristino, ma è piuttosto complessa e può essere molto onerosa; inoltre, non è detto che funzioni.

La procedura di ripristino è possibile a seconda di come e del momento in cui è stata eseguita la legatura delle tube e della cicatrizzazione. Minore è il danno a carico delle tube di Falloppio, più possibilità ci saranno di ripristinarle mediante intervento chirurgico.

Inoltre, è necessario che sia rimasta intatta almeno la parte delle tube di Falloppio più vicina all’ovaio e che siano stati preservati almeno quattro centimetri di lunghezza. Se la tecnica messa a punto è stata la cauterizzazione o un’altra procedura conosciuta come Essure, il ripristino è impossibile.

Il procedimento più facilmente reversibile consiste nella legatura delle tube con clip o con anelli tubarici. In ogni caso deve essere un medico a valutare i benefici e i possibili danni causati dal ripristino. Andranno anche prese in considerazione altre opzioni, come la fecondazione in vitro.

Fecondazione in vitro

Quando è impossibile (o poco promettente) ripristinare la legatura delle tube, una valida alternativa per rimanere incinta è ricorrere alla fecondazione in vitro. Si tratta di un trattamento di routine e che ha successo nel 50-70% dei casi.

Con la fecondazione in vitro le tube di Falloppio non sono necessarie. Questa procedura permette infatti di prelevare gli ovuli dall’ovaio, procedere con la fecondazione, con la coltura dell’embrione e con l’impianto dello stesso all’interno dell’utero.

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Per permettere a una donna di scegliere la migliore soluzione per rimanere incinta, ovvero se mediante il ripristino delle tube a seguito di legatura (se possibile) o con la fecondazione in vitro, bisogna fare alcune valutazioni, come ad esempio:

  • L’età. Una donna al di sotto dei 35 anni ha più probabilità di rimanere incinta naturalmente: in percentuale, si parla di un 15% di probabilità. Se ha più di 40 anni le probabilità scendono al 5%, mentre aumenta il rischio di aborto (nel 40% dei casi).
  • La fertilità maschile. In effetti, è importante accertarsi che il partner sia fertile, altrimenti potrebbe essere impossibile rimanere incinta con metodo naturale.
  • Contraccezione futura. Se la donna vuole avere un solo figlio, forse dovrebbe valutare la fecondazione in vitro. Vale la pena optare per il ripristino della legatura delle tube solo se vuole avere più di un figlio.

Probabile gravidanza ectopica

Si parla di gravidanza ectopica quando l’ovulo è stato fecondato, ma viene impiantato al di fuori dell’utero. Solitamente viene impiantato in una tuba di Falloppio. In questi casi, l’ovulo fecondato non può sopravvivere e, oltretutto, c’è il rischio di una grave emorragia interna.

Si calcola che una piccola percentuale di donne con legatura delle tube rimanga incinta (all’incirca l’1,5%). Di questo gruppo, all’incirca un terzo incorre in una gravidanza ectopica. In caso di ripristino della legatura delle tube esiste il rischio di una gravidanza ectopica all’incirca nel 10-20% delle donne che si sono sottoposte a questa procedura. 

C’è poi la gravidanza eterotopica, ovvero quella in cui l’ovulo sia stato fecondato nell’utero e al di fuori di questo contemporaneamente. Si tratta di un fenomeno molto raro, ma si è osservato un aumento di percentuale (dallo 0,5% all’1%) con l’uso di tecnologie di fecondazione assistita, come quella in vitro. 

Quando è il caso di rivolgersi al medico?

La legatura delle tube.
Se dopo la legatura delle tube o a seguito di un intervento di ripristino si avverte dolore è necessario rivolgersi al medico.

Qualunque anomalia osservata a seguito di una legatura delle tube o di una procedura di ripristino delle stesse va comunicata al medico. Bisogna prestare particolare attenzione a sintomi come infiammazione, arrossamento o secrezione nel punto in cui è stata effettuata l’incisione.

Il sospetto di una gravidanza può chiarito con un test fai-da-te, ma ricordate che è il medico che potrà eseguire ulteriori esami per confermare la gravidanza. Infine, è necessario conoscere a fondo i sintomi di una gravidanza ectopica e rivolgersi al medico nel caso si manifestino.

Ripristino della delle tube: sì o no?

Infine, è importante valutare attentamente la migliore opzione per rimanere incinta dopo la legatura delle tube. Sulla base dei dati a disposizione, il maggior tasso di successo degli interventi di ripristino si aggira intorno al 60-80% per le donne al di sotto dei 35 anni che si erano sottoposte a legatura delle tube fino a due anni prima e che soddisfino i criteri.

Dall’altra parte, la fecondazione in vitro ha una percentuale di successo pari al 70% nelle donne sane con meno di 35 anni, a distanza di un anno dal trattamento. Bisogna tenere conto di tutti i fattori in gioco per decidere la soluzione migliore a seconda del caso.


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