
Le tradizioni di capodanno nel mondo ci ricordano che ogni inizio è sacrosanto ed eterno. Lo festeggiavano già i nostri…
La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla. Non è molto grande, ma il suo lavoro ha ripercussioni sull'intero organismo. Sebbene il cancro alla tiroide possa colpire entrambi i sessi, è più comune nelle donne.
Un’alta percentuale di popolazione soffre di problemi tiroidei (soprattutto le donne). In effetti, questa ghiandola fondamentale per il nostro metabolismo, può subire alterazioni ed essere soggetta a diverse malattie, tra cui il cancro alla tiroide.
Impariamo, quindi, a conoscere i sintomi del cancro alla tiroide che possono metterci in allarme.
Innanzitutto, bisogna dire che questa ghiandola regola molte delle nostre funzioni. Infatti, ha il compito di produrre ormoni come la tiroxina e la triiodotironina che intervengono in quasi tutti i processi del nostro organismo. Una variazione nella funzionalità tiroidea ha quindi ripercussioni su tutto il corpo.
L’aumento della sua attività prende il nome di ipertiroidismo, i cui sintomi più comuni sono:
Al contrario, se la sua attività diminuisce parliamo di ipotiroidismo. Si manifesta con:
L’ipotiroidismo colpisce soprattutto il sesso femminile, a partire dai 40 anni. Il trattamento consiste in una dieta con maggior apporto di iodio, presente, ad esempio, nei frutti di mare.
Volete saperne di più? Leggete Tiroide: quando il pericolo si trova in casa
Il cancro alla tiroide non è molto comune e, nella maggior parte dei casi, con una diagnosi precoce e un trattamento corretto ha un evoluzione benigna.
Inoltre, le donne che hanno superato la menopausa o che ancora vi si trovano hanno un rischio più elevato di soffrirne.
I sintomi che possono rivelare una possibile presenza di tumore alla tiroide sono:
Esistono 5 tipi di cancro alla tiroide:
È il più frequente (oltre il 70% dei casi) ed è comune nelle donne precedentemente trattate con radioterapia nella zona del collo. Oltretutto, questo tipo di tumore è ben differenziato e può presentare calcificazioni.
Uno stato avanzato del cancro può portare a metastasi nei gangli cervicali. La crescita del nodulo è lenta e non dolorosa.
È il secondo tumore tiroideo maggiormente diagnosticato. Esso compare nelle persone che hanno avuto o hanno il gozzo, soprattutto con più di 50 anni di età. Inoltre, questo tumore è difficile da individuare e può crescere fino a raggiungere le stesse dimensioni della tiroide.
Si propaga attraverso il sangue e le metastasi può dirigersi ai polmoni e alle ossa, ma può anche diffondersi per via linfatica. Infine, il nodulo è indolore e di consistenza dura.
È un tumore più raro, ma con elevato livello di mortalità. Compare comunemente nei pazienti con più di 65 anni, con precedenti problemi di gozzo tiroideo, carcinoma papillare o follicolare.
Si presenta come una massa informe che invade la ghiandola tiroidea. Può creare metastasi a livello dei gangli. È doloroso, si sviluppa rapidamente ed è di consistenza dura.
Per prima cosa, questa tipologia ha un’origine diversa da tutti gli altri tumori tiroidei. Infatti, è facile da individuare attraverso un esame istologico. Oltretutto, si sviluppa soprattutto nelle donne, a qualunque età, anche se il rischio è più alto a partire dai 50 anni.
Origina metastasi precocemente per via linfatica e sanguigna. In alcuni casi è legato a precedenti in famiglia.
Ha origine nelle cellule che fanno parte del sistema immunitario chiamate linfociti. La crescita è lenta ed è più comune nelle donne di età avanzata che hanno sofferto di altre patologie tiroidee, come la tiroidite di Hashimoto.
Le persone che presentano alcuni tra i sintomi di questa malattia devono consultare uno specialista in endocrinologia che si incaricherà di prescrivere gli esami atti ad accertare od escludere la presenza di un tumore. Gli accertamenti più comuni sono:
Permette di osservare l’area del collo in modo approfondito (inclusa la tiroide) per ricercare noduli o cisti. Nel caso in cui vengano individuati, sarà possibile capire se sono solidi o pieni di liquido. Come i noduli, anche le cisti non sono sinonimo di cancro: molte volte sono benigne.
Innanzitutto, questa prova si esegue dopo aver già individuato la presenza di un nodulo.
Inserendo un ago nella tiroide, si preleva una piccola porzione di tessuto che verrà sottoposta ad esame istologico. L’inserimento dell’ago può essere guidato da uno scanner ad ultrasuoni che permette di individuare l’area interessata con maggiore precisione. In alcuni casi può essere preceduta da anestesia locale.
Con questo esame in genere si esplora non solo l’area del collo, ma anche del petto per individuare la presenza del cancro in altre zone del corpo, soprattutto nei polmoni. Questo significa che si fa un’analisi mirata, per capire se il tumore si è propagato ai tessuti molli.
Infine, studi medici rivelano che le donne che hanno avuto un figlio negli ultimi 5 anni hanno maggiori probabilità di incorrere nel carcinoma alla tiroide di tipo papillare. Questa maggiore incidenza si deve al fatto che la ghiandola produce più ormoni durante il periodo della gravidanza. Inoltre, il rischio aumenta in caso di più gravidanze consecutive in questo lasso di tempo.
Per approfondire: I 5 tumori ginecologici che dovreste conoscere