Il singhiozzo: definizione e possibili cause

Nei casi più frequenti, il singhiozzo si risolve spontaneamente entro pochi minuti. Per conoscere meglio questo fenomeno, leggete questo articolo.
Il singhiozzo: definizione e possibili cause
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Vi sarà certamente capitato di soffrire di singhiozzo nella situazione meno indicata, cosa che vi avrà spinto a maledire i rumorini incontrollabili che emettevate. Accade spesso che persone diverse vi propongano rimedi differenti per prevenirlo o arrestarlo. Ma cos’è esattamente il singhiozzo?

Dal latino singultus, il singhiozzo, o flutter diaframmatico sincrono (FDS), consiste in una contrazione spasmodica e involontaria del diaframma, muscolo che separa il nostro addome dal petto.

Il diaframma svolge un ruolo fondamentale nella respirazione, dal momento che consente all’intera cassa toracica di espandersi e contrarsi per dirigere l’aria verso i polmoni.

Anche se nella maggior parte dei casi il singhiozzo è un fenomeno reversibile e temporaneo, in alcuni casi diventa persistente. In questo articolo vi spieghiamo che cos’è il singhiozzo e tutto quello che bisogna sapere su questo fenomeno.

Che cos’è il singhiozzo?

Il singhiozzo consiste in una serie di contrazioni involontarie del diaframma. Quando si verifica, le corde vocali si chiudono repentinamente, provocando il classico suono “hic”.

Il diaframma, come qualunque altro muscolo, reagisce agli stimoli che riceve dai nervi. In questo caso, il nervo frenico ha il compito di stimolare il movimento del diaframma. Può capitare che questo nervo invii impulsi anomali che causano l’innecessaria contrazione del diaframma.

Possiamo classificare il singhiozzo a seconda della sua durata in acuto, persistente o intrattabile. Quello acuto rappresenta la forma più comune e può durare fino a 48 ore; è autolimitato e, normalmente, è destinato a scomparire entro alcuni minuti.

Il singhiozzo persistente ha una durata compresa tra le 48 ore e un mese; quello intrattabile dura per oltre due mesi. Quest’ultimo colpisce solamente una persona su 100000 ed è generalmente associato a gravi malattie, come un tumore.

Ragazza all'aria aperta.

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Perché si manifesta il singhiozzo acuto?

La forma più frequente è quella acuta che si verifica in presenza di situazioni semplici come aver mangiato troppo oppure troppo in fretta. Ma può essere dovuta anche all’ingestione di bibite gassate o alcoliche.

Oltre a ciò, accade spesso di ingoiare aria mentre si masticano gomme o caramelle; anche questa situazione è in grado di favorire la comparsa del singhiozzo. Curiosamente, il singhiozzo acuto può comparire in situazioni di stress o ansia, anche se si tratta di un’eventualità meno frequente.

Perché si manifesta il singhiozzo persistente?

Quando il singhiozzo dura più di 48 ore, può essere il sintomo di un problema di salute. Questa condizione può essere dovuta a una lesione del nervo frenico. Come abbiamo spiegato, si tratta del nervo che ha il compito di inviare impulsi al diaframma.

Questo nervo si estende dall’encefalo fino al diaframma. Lungo il suo percorso, può subire lesioni dovute a una varietà di possibili cause: tumore, cisti, ipertrofia della tiroide e perfino un’infezione che infiamma la gola o la laringe.

Ragazza che fatica a respirare per il singhiozzo.

D’altra parte, anche una lesione del sistema nervoso centrale può alterare gli impulsi nervosi. Tra queste un tumore al cervello, ictus o meningite.

Infine, il singhiozzo persistente può comparire come effetto collaterale di determinati farmaci o di alcuni anestetici. Può perfino essere un sintomo della presenza di malattie come il diabete o l’insufficienza renale.

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In conclusione

Nella maggior parte dei casi il singhiozzo è acuto, ovvero è destinato a risolversi da solo e in pochi minuti. Tuttavia, se il fenomeno si protrae per oltre 48 ore, è bene consultare un medico.

In questi casi, bisogna risalire alla causa per trattarla. Se il singhiozzo non accenna a sparire, alcuni studi affermano che è possibile ricorrere ai medicinali per tenerlo sotto controllo, tra questi il baclofene o la clorpromazina.


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