Ipoacusia: sintomi e trattamento

L'ipoacusia colpisce 360 milioni di persone in tutto il mondo. Il rischio di soffrirne aumenta con l'età.

Apparecchio acustico per ipoacusia

Con il termine ipoacusia si intende l’indebolimento dell’udito o deficit uditivo. Udire in modo completo implica una serie di passaggi nel nostro corpo. Prima di tutto, il suono entra nel condotto uditivo esterno, colpisce il timpano e lo fa vibrare. Questa vibrazione si trasmette quindi a una serie di ossicini che vanno a stimolare la coclea.

All’interno della coclea, le cellule ciliate trasformano le vibrazioni in impulsi elettrici che vengono inviati al cervello attraverso il nervo acustico. Quando l’impulso raggiunge la corteccia cerebrale, abbiamo coscienza del suono.

A seconda della fase del processo che risulta colpita, possiamo incorrere in diversi tipi di ipoacusia. Vediamoli nel dettaglio e in che modo si possono trattare.

Tipi di ipoacusia

Esistono due tipi fondamentali di ipoacusia:

  • Conduttiva: il problema è a carico dell’orecchio esterno e medio, soprattutto timpano e ossicini.
  • Neurosensoriale: la coclea, il nervo acustico, il tronco encefalico o la corteccia cerebrale possono aver subito un danno.

Sintomi

Spesso il disturbo viene individuato in modo tardivo; ciò avviene perché il nostro corpo mette in atto delle strategie di compensazione. Esiste un’ampia gamma di alterazioni collegate all’ipoacusia.

Il principale sintomo è la perdita dell’udito. In genere nella forma conduttiva si distinguono meno i suoni deboli. Nel tipo neurosensoriale, invece, è difficile distinguere i suoni sebbene sia possibile sentirne l’intensità.

Donna giovane parla all'orecchio di una donna anziana

In genere chi soffre di ipoacusia ha difficoltà a percepire i suoni acuti. Per questo motivo ha meno problemi a udire le voci maschili rispetto a quelle femminili. La difficoltà aumenta quando sono presenti rumori ambientali, inoltre alcuni suoni possono essere percepiti più forti di quanto non siano in realtà.

A seconda della causa, il deficit uditivo può essere accompagnato da altri sintomi. Tra i più comuni, il dolore all’orecchio o la sensazione di pienezza auricolare se la causa è l’otite. Se è l’organo dell’equilibrio a essere danneggiato, invece, si possono avvertire vertigini e nausea.

Un’ipoacusia non trattata porta certamente a difficoltà di comunicazione. Per indicare questo effetto, è stato coniato il termine “socioacusia” che può causare conseguenze psicologiche e disturbi dell’umore come la depressione.

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Terapie

Per trattare la perdita dell’udito, è indispensabile conoscere la causa, ovvero il tipo di ipoacusia.

Trattamento dell’ipoacusia conduttiva

  • Quando la causa è un tappo di cerume, si procede all’estrazione.
  • Se invece il danno è nella catena degli ossicini, si possono riparare o sostituire.
  • In caso di otite, il medico prescrive una terapia antibiotica.
  • Se è presente un liquido residuo da una infezione, occorre drenarlo.
  • Il timpano danneggiato – per perforazione o per la presenza di una cicatrice a seguito di una serie di infezioni – può essere riparato o sostituito.
  • Esiste anche la possibilità di impiantare un apparecchio acustico a conduzione ossea. Si tratta di un dispositivo che cattura le vibrazioni prodotte dal suono nell’aria e le invia all’orecchio interno. In questo modo si risolve il problema se l’interruzione avviene nell’orecchio medio o esterno.

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Trattamento dell’ipoacusia neurosensoriale

Donna con apparecchio acustico

In questi casi, di solito il deficit non è reversibile. Può essere necessario, quindi, inserire una protesi che compensi la funzione neurosensoriale. Esistono opzioni terapeutiche con dispositivi impiantabili e non impiantabili. Questi ultimi sono in pratica degli apparecchi acustici. Modificano il suono in funzione delle esigenze uditive di ciascun paziente.

Le protesi impiantabili sono essenzialmente di due tipi:

  • Impianti cocleari: sostituiscono la funzione dell’organo di Corti.
  • Impianti uditivi del tronco encefalico: stimolano direttamente quest’area senza che il suono debba passare attraverso l’orecchio interno o il nervo acustico.

Infine, va ricordato che solo lo specialista è in grado di stabilire la scelta terapeutica più indicata.

Bibliografia

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