Sindrome dell'intestino irritabile e il ruolo della dieta

La sindrome dell'intestino irritabile è una delle malattie gastrointestinali più frequenti. Numerosi studi affermano che la dieta esercita un ruolo molto importante nella prevenzione e nel controllo di questo disturbo.
Sindrome dell'intestino irritabile e il ruolo della dieta
Eliana Delgado Villanueva

Scritto e verificato la nutrizionista Eliana Delgado Villanueva.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Le persone che soffrono della sindrome dell’intestino irritabile possono sentirsi insicure a causa dei sintomi che questo disturbo può presentare. Tuttavia, seguire una dieta sana è un grande aiuto per evitare disagio e dolore.

In questo articolo, vi daremo degli utili consigli per migliorare la sindrome dell’intestino irritabile attraverso la dieta. Vi invitiamo a continuare a leggere e imparare di più!

Cos’è la sindrome dell’intestino irritabile?

La sindrome dell’intestino irritabile (SII), meglio conosciuta come sindrome del colon irritabile, è una malattia cronica funzionale del tratto gastrointestinale. I suoi sintomi principali sono dolore addominale o disagio, gonfiore addominale e disturbi intestinali (stitichezza o diarrea).

Questa sindrome è il disturbo gastrointestinale più frequentemente diagnosticato e la seconda causa di assenteismo lavorativo dopo il raffreddore. Tra il 10-20% della popolazione manifesta i sintomi di intestino irritabile durante il corso della sua vita. Eppure, solo il 15% delle persone colpite si rivolge a un medico.

La sindrome dell’intestino irritabile e il ruolo della dieta

Depurare l'intestino
Attraverso la dieta, è possibile controllare efficacemente la sindrome dell’intestino irritabile.

La dieta di una persona con la sindrome dell’intestino irritabile deve essere personalizzata. Come linee guida generali da seguire, possiamo evidenziare:

  • Moderare il consumo di fibre insolubili (da cibi integrali) in modo da non contribuire maggiormente agli squilibri del transito intestinale.
  • Evitare cibi grassi, agrumi (soprattutto arancia) e spinaci, per diminuire e neutralizzare l’effetto lassativo dei sali biliari (bile) nel colon.
  • Ridurre il consumo di fruttosio (zucchero semplice che si trova principalmente nella frutta). Scegliere la frutta più povera di zucchero e più ricca di pectina, come la mela con la buccia. Non è consigliato bere succhi di frutta o nettari.
  • Eliminare totalmente i dolcificanti come il sorbitolo, gli alimenti o le spezie piccanti, bevande gasate, caffè e tè.
  • Bere due litri di acqua al giorno. È molto importante garantire l’idratazione, soprattutto in caso di diarrea. Si consiglia di bere acqua o infusi che non hanno alcun effetto lassativo. Una quantità sufficiente di liquidi aiuterà anche a combattere la stitichezza.

La sindrome dell’intestino irritabile e la dieta FODMAP

La dieta FODMAP è stata sviluppata dai ricercatori della Monash University in Australia. FODMAP è la somma delle lettere iniziali delle parole in inglese che in italiano significano: oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili. Si tratta di carboidrati a catena corta.

Si tratta dunque di una dieta bassa o priva di fruttosio, lattosio, fruttani, galattani e polioli, che sono presenti nei seguenti alimenti:

  • Frutta: come mela e pera.
  • Verdure: come cipolla, asparagi e aglio.
  • Legumi: come piselli, soia e lenticchie.
  • Cereali: frumento e derivati, segale e orzo.
  • Frutta secca.
  • Latticini: come latte, formaggio, gelato e yogurt. Tolleranza di valore.
    dolcificanti artificiali: prodotti contenenti sorbitolo (E420), mannitolo (E421), isomalto (E953), maltitolo (E965) e xilitolo (E967), etc.

Qual è la relazione tra la SII e la dieta FODMAP?

Dieta sana
L’acronimo FODMAP si riferisce agli alimenti che dovrebbero essere evitati o ridotti nella dieta di una persona che soffre di sindrome dell’intestino irritabile.

In alcune persone, gli oligosaccaridi, i disaccaridi, i monosaccaridi fermentabili e i polioli non riescono ad essere assorbiti al 100% dall’intestino tenue.

Queste molecole non assorbite continuano la loro strada per raggiungere l’intestino crasso, dove agiscono come cibo per i batteri che vivono in esso normalmente. Lì i batteri fermentano i FODMAP e provocano i sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile.

Così, una dieta povera di FODMAP potrebbe contribuire a ridurre questi sintomi e quelli di altre malattie intestinali infiammatorie come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn.

Cosa dicono gli studi in proposito?

Dopo la prima ricerca australiana nel 2005, sono stati condotti diversi studi per valutare il possibile effetto della dieta FODMAP sulla sindrome dell’intestino irritabile.

Molte ricerche confermano gli effetti positivi di questa dieta sui pazienti con SII e sottolineano la dieta FODMAP come trattamento. Ma ci sono altre ricerche e operatori sanitari che dubitano della struttura e dell’efficacia della dieta FODMAP come trattamento contro la sindrome dell’intestino irritabile.

Questo perché alcuni studi hanno osservato che ci sono poche prove a sostegno dell’ipotesi e che quelli disponibili finora presentano limiti significativi. Ulteriore motivo per cui il monitoraggio della dieta FODMAP da parte di un dietista-nutrizionista è essenziale.


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