L'allattamento al seno non è possibile in alcuni casi

Sapete in quali casi si dovrebbe evitare l'allattamento al seno? In questo articolo presentiamo le patologie che possono ostacolare tale pratica. Non perdetevelo!
L'allattamento al seno non è possibile in alcuni casi

Ultimo aggiornamento: 05 novembre, 2022

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di offrire ai neonati un’alimentazione basata esclusivamente sul latte materno almeno fino ai 6 mesi di età. Ma ci sono delle situazioni in cui l’allattamento al seno non è possibile. Continuate a leggere per scoprirle.

7 situazioni in cui l’allattamento al seno non è possibile

Non è possibile allattare
Alcune malattie impediscono di allattare al seno.

In linea di massima, la donna può allattare il neonato pur avendo una malattia, purché non si tratti di una delle patologie che stiamo per descrivere, non sia in pericolo di vita o non debba assumere farmaci che possono essere trasmessi al piccolo con il latte.

A tal proposito, l’Ospedale Marina Alta di Denia, Spagna, ha lanciato e-lactancia.org, un portale per verificare la compatibilità tra i farmaci comuni per malattie non gravi (influenza, mal di gola, gastroenterite, cistite) e l’allattamento al seno.

Ma cosa succede quando la madre ha bisogno di essere ricoverata oppure soffre di una grave malattia? A seguire scopriremo insieme le situazioni in cui l’allattamento al seno non è possibile.

1. Leucemia umana a cellule T

La leucemia umana a cellule T è causata da un retrovirus. Una volta scelta la cellula da infettare, questo virus si serve di un enzima per trasformare il suo RNA in DNA e mescolarsi così con il DNA della cellula ospite e moltiplicarsi. La suddetta infezione può passare dalla madre al neonato tramite l’allattamento.

2. Virus dell’HIV

È una certezza che il virus dell’HIV può essere trasmesso tramite il latte materno; per questo si consiglia di evitarlo a tutti i costi se la madre è infetta.

Ciononostante, al momento sono in corso studi sui diversi modi per permettere anche alle madri portatrici del virus di poter allattare. Sono tuttavia necessari ulteriori dati sull’azione dei retrovirus e sulla sicurezza del trattamento.

3. Galattosemia non consente l’allattamento al seno

In questo caso il neonato non riesce a digerire il galattosio, uno degli zuccheri che fa parte del lattosio e che è presente nel latte materno. Si tratta di una rara malattia ereditaria, che può persino danneggiare il fegato e il sistema nervoso centrale del piccolo.

Esistono tre tipi di galattosemia, ma la diagnosi è estremamente difficile. Chi soffre di galattosemia periferica o intermedia in realtà può consumare scarse quantità di lattosio, ma a causa della difficoltà di diagnosi, il consiglio è di escludere il galattosio dalla dieta sospendendo l’allattamento materno.

4. Gravidanza in corso e sanguinamento

Riposo in gravidanza
Se state portando avanti una gravidanza a rischio, molto probabilmente il medico suggerirà di svezzare il primogenito.

Un’altra situazione in cui non è possibile allattare  al seno si verifica in presenza di una gravidanza a rischio. Se la gestazione non è a rischio, in linea di massima i medici non ritengono necessario l’abbandono dell’allattamento al seno del primogenito.

In presenza di sanguinamento o di  minaccia di parto prematuro, è invece consigliabile sospendere l’allattamento.

5. Citomegalovirus

I dati sulla possibilità di allattamento al seno tra le donne portatrici del citomegalovirus sono contraddittori. Alcuni studi indicano che la trasmissione di questo virus tramite l’allattamento materno potrebbe causare gravi danni al neonato prematuro. Ciononostante, non disponiamo ancora di informazioni certe.

Le ricerche suggeriscono che il congelamento del latte materno potrebbe contribuire alla disattivazione del virus e permettere al piccolo un’alimentazione priva di rischi. Rivolgetevi al medico per chiarimenti al riguardo.

6. L’allattamento al seno non è possibile quando si è in terapia farmacologica

Il consumo regolare di determinati farmaci è considerato motivo di incompatibilità con l’allattamento al seno. È il caso di ansiolitici, farmaci antiretrovirali, farmaci per il mal di testa o sonniferi. Lo stesso vale in caso di trattamento chemioterapico.

Rivolgetevi a uno specialista per maggiori (e dettagliate) informazioni sulla vostra situazione personale.

7. Dipendenze

La dipendenza da alcol e droghe interferisce sull’allattamento al seno. Si consiglia di abbandonare il consumo di alcol e droghe ancor prima del concepimento.

Malattie che ostacolano l’allattamento

Neonato attaccato al seno.
A seconda della malattia, l’allattamento materno è possibile.

Fatta eccezione per le malattie descritte, le altre non impediscono l’allattamento al seno a meno che non esistano controindicazioni mediche. Rivolgetevi al medico se soffrite di una delle seguenti malattie:

  • Epatite: i virus dell’epatite B e C non si trasmettono attraverso il latte materno. Nel primo caso, quando la madre è portatrice, il neonato viene vaccinato contro la malattia e l’immunoglobulina specifica per prevenire il contagio.
  • Malattia di Chagas: i dati al riguardo non sono esaustivi, ma gli ultimi studi dell’OMS segnalano che l’allattamento non andrebbe sospeso se la madre è affetta dalla patologia.
  • Mastite: l’infiammazione della ghiandola mammaria è piuttosto comune tra le donne che allattano. L’allattamento non va sospeso, di fatto la suzione del neonato aiuta a risolvere il problema.
  • Tubercolosi: secondo i dati di varie Associazioni di Pediatria, l’allattamento non è controindicato.
  • Varicella: in linea di massima, i medici suggeriscono di continuare ad allattare e monitorare il neonato. In questo caso, è possibile somministrare al piccolo l’immunoglobulina anti-varicella.
  • Intervento al seno: se vi siete sottoposte a chirurgia mammaria, per aumentare o ridurre il seno, potete allattare senza problemi. La produzione di latte può variare da una donna all’altra.

L’asma, l’allergia, il singhiozzo e l’ipertiroidismo non ostacolano l’allattamento al seno. Come diciamo sempre, bisogna tuttavia consultare il medico per valutare ogni caso particolare. Nessuno potrà consigliarvi meglio.


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