Mutazioni del Coronavirus e ceppi virali

L'analisi del genoma del Coronavirus permette di identificarne le mutazioni per area geografica. 
Mutazioni del Coronavirus e ceppi virali
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 05 novembre, 2022

Mentre la pandemia da COVID-19 prosegue il suo corso, continuano le ricerche sulle mutazioni del Coronavirus; dai primi risultati che postulavano l’esistenza di due ceppi, alle nuove scoperte.

D’altro canto, era prevedibile. La mutazione del Coronavirus è spiegata dalla sua stessa struttura. Trattandosi di un virus RNA, è soggetto a maggiori possibilità di mutare genoma per errori durante la sua replicazione.

Le mutazioni che si stanno registrando nel corso della diffusione pandemica del COVID-19 non rappresentano la comparsa di un nuovo virus. Il salto di specie è avvenuto a Wuhan, in Cina, e ha permesso al virus di passare dal contagio interanimale al contagio da uomo a uomo.

Queste varianti sono ciò che i virologi chiamano ceppi o lignaggi. Il virus del COVID-19 rimane tale, presenta piccole modifiche ma mantiene la sua essenza. La maggior parte del materiale del suo RNA è uguale al primo ceppo anche se una piccola porzione è mutata.

Mutazioni del Coronavirus: perché avvengono?

Le mutazioni del Coronavirus sono rese possibili dalla sua stessa struttura. Il SARS-Cov-2 è un virus RNA, ovvero il suo genoma, dunque le sue informazioni genetiche, è codificato in acido ribonucleico.

L’RNA è la crittografia o la codifica delle caratteristiche del virus. Una volta entrato all’interno di un organismo, il virus si serve delle cellule ospiti per moltiplicarsi. Si comporta come un parassita, sfruttando le strutture altrui per la propria replicazione.

Uno dei problemi dei virus RNA è che il loro sistema preposto a correggere gli errori che avvengono durante la replicazione non è efficiente. Ciò a differenza del DNA (acido desossiribonucleico), il quale è dotato di un sistema di rilevamento e correzione degli errori.

Quando il Coronavirus fa copie di se stesso all’interno della cellula, commette degli errori. Questi errori nell’RNA sono le cosiddette mutazioni del Coronavirus che danno origine ai diversi ceppi virali. Fintanto che queste mutazioni non alterano troppo il comportamento, si continua a parlare dello stesso virus.

Come mutano i virus
Quando il Coronavirus si replica all’interno della cellula, commette degli errori da cui nascono nuovi ceppi virali.

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Ipotesi sui due ceppi del Coronavirus

Le ricerche sul genoma del nuovo Coronavirus hanno individuato due ceppi principali, identificati con le lettere L e S. 

Il ceppo L è quello che si è presentato nel dicembre 2019 a Wuhan. Secondo i dati disponibili, è il più letale dei due ed è rimasto confinato in Cina.

L’altra varietà del virus, il ceppo S, è meno aggressivo dal punto di vista del tasso di mortalità, ma si diffonde più facilmente, caratteristica che gli ha consentito di uscire dalla Cina. Vi è anche l’ipotesi che il ceppo S si sia potuto diffondere in quanto inizialmente non individuabile. Essendo i test diagnostici tarati sul ceppo L, il tipo S ha avuto campo libero per provocare la pandemia.

La veloce diffusione del ceppo S è collegata anche al ritardo nell’applicare le misure di contenimento. Dall’isolamento del nuovo Coronavirus, avvenuto a dicembre 2019, alla quarantena di Wuhan, è trascorso quasi un mese.

Immagine al microscopio del Coronavirus
I ceppi principali del nuovo coronavirus sono identificati dalla lettera S e L.

Le mutazioni del Cironavirus: mappa geografica

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, “il ceppo virale cosiddetto lombardo, così come alcuni ceppi isolati in altri paesi europei, presenta una elevata similitudine con il virus di Wuhan”. Questo potrebbe spiegare la sua alta aggressività.

L’IIS aggiunge inoltre che “Si prevede, a breve, di fornire anche la sequenza completa di un ceppo virale isolato in Veneto al fine di valutare correlazioni o differenze geografiche”.

Nel frattempo il ministero della sanità brasiliana riferisce che il primo caso di Covid-19 presenterebbe 16 mutazioni rispetto al ceppo di Wuhan. E sicuramente continueranno ad arrivare notizie con risultati simili.

La mutazione del nuovo Coronavirus non deve cambiare, almeno per il momento, l’atteggiamento nei confronti della pandemia. Le misure di prevenzione e di igiene restano le stesse della fase iniziale. L’isolamento domiciliare, volontario o imposto, è la strategia che al momento si sta imponendo nei paesi coinvolti.

Trattandosi di un virus RNA, si prevedono continue mutazioni. I suoi antenati, come i Coronavirus che hanno causato la SARS e la MERS hanno continuato a mutare mentre si diffondevano.

Il ruolo fondamentale della ricerca nei confronti delle mutazioni del Coronavirus

Abbiamo il vantaggio di vivere in un’era in cui la comunicazione è immediata. Le equipe di ricerca di tutto il mondo possono condividere dati in tempo reale e collaborare.

Le mutazioni del Coronavirus sono parte del suo percorso di diffusione e possono essere tracciate. L’uso responsabile di queste informazioni ci permetterà di sconfiggerlo.


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