Considerare la prospettiva di genere, quando si parla di salute, significa comprendere che non esistono solo differenze biologiche, ma anche sociali e culturali. Questi fattori, che spesso vengono ignorati nella diagnosi e nell’approccio terapeutico, sono fonte di disuguaglianza di genere. I dati statistici fanno riflettere e meglio comprendere l’importanza di una medicina di genere:
- Le donne soffrono di malattie croniche più degli uomini.
- Gli uomini hanno patologie più gravi e un tasso di mortalità più elevato.
- Le donne vivono in media 6 anni in più rispetto agli uomini.
- Le malattie psicosomatiche sono meno frequenti negli uomini, così come gli stati depressivi e l’ansia.
- Le donne consumano più psicofarmaci rispetto agli uomini e rappresentano il 75% dei consumatori totali di sonniferi e tranquillanti.
Che cos’è la prospettiva di genere?
Per capire la sfera d’azione della prospettiva di genere è importante, innanzitutto distinguere il concetto di genere dal concetto di sesso. Quest’ultimo designa le differenze biologiche, anatomiche e fisiologiche che intercorrono tra l’uomo e la donna.
Il genere, invece, tiene conto di un sistema di relazioni sociali, simboliche e psichiche che considera sfavorevolmente le donne e tutto ciò che è relativo al mondo femminile, rispetto al maschile.
Questo concetto dinamico, in continuo aggiornamento e sensibile al contesto storico, mostra che esistono differenze costruite socialmente e culturalmente che vanno al di là della biologia e che sono all’origine della disuguaglianza in termini di salute e accesso alle cure.
Il genere appare come elemento ordinatore e configuratore di pratiche, norme, valori e comportamenti. Integrare un approccio di genere significa dunque incominciare a riconoscere che tali differenze esistono e farsene carico.
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Qual è l’importanza della prospettiva di genere?
Applicare la prospettiva di genere per promuovere salute significa adeguare la prestazione sanitaria al paziente, considerando che il fattore biologico non è la sola variabile a influire nelle malattia.
Non tenere conto di questo fattore, aumenta il rischio di commettere pregiudizi di genere e, quindi, di non fornire il trattamento di cui la persona ha bisogno. L’efficacia terapeutica dipende anche da un approccio a 360 gradi. Tra i pregiudizi di genere più frequenti troviamo:
- Androcentrismo: l’essere umano viene equiparato al sesso maschile. Diventano invisibili le differenze: le esperienze maschili sono considerate come universali.
- Indifferenza di genere: non viene preso in considerazione il fattore sesso e genere in contesti che sono significativi per gli effetti differenziali che producono sulla salute.
- Doppio standard: si considera il genere ma con un doppio standard in base a vari criteri. Il caso più noto è la diagnosi di isteria delle donne mentre si parla di passione per gli uomini.
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Perché includere la prospettiva di genere in ambito sanitario?
La prospettiva di genere mira a superare l’analisi focalizzata sul sesso per riconoscere le differenze nelle esperienze di salute di uomini, donne e altre identità, in base al genere e all’incrocio con altri fattori, come classe sociale, etnia e sesso.
La medicina di genere consente, tra le altre cose, di comprendere come gli stereotipi e i ruoli di genere influenzino la qualità della vita. Questo spiega, ad esempio, perché le donne vivano più a lungo, ma con una qualità di vita peggiore.
Sesso diverso, diversa la malattia
Per questioni biologiche, le donne soffrono di cancro del seno o di patologie ovariche. Allo stesso tempo, la morbilità legata ad una diversa vulnerabilità biologica obbliga a considerare che di fronte agli stessi fattori, l’uomo e la donna hanno una distinta sensibilità.
Le donne sono più vulnerabili ai fattori chimico ambientali, a causa di una differenza nei processi di assorbimento e metabolici. In questo modo, pur essendo esposti alle stesse condizioni, le donne tenderanno ad ammalarsi di più.
Riconoscere l’influenza dei ruoli e dell’identità di genere
I valori o gli obblighi sociali sono fattori che condizionano la qualità della nostra vita. Ad esempio, nei disturbi alimentari femminili, il tentativo di conformarsi ad un corpo ideale ha costi elevati per la salute.
Nel caso degli uomini, i ruoli di genere spiegano una maggiore propensione per i comportamenti a rischio, come guidare ad una velocità maggiore o un più alto consumo di alcol. L’accesso e il controllo delle risorse e una socializzazione differenziale hanno un impatto sulla salute.
La salute non è un obiettivo di vita, ma una risorsa quotidiana
Con questa idea centrale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dobbiamo considerare la salute non come un traguardo lontano, da conquistare a lungo termine, ma piuttosto un diritto, inteso come risorsa da avere a disposizione ogni giorno.
A questo punto, è il personale sanitario la chiave per raggiungere un simile obiettivo; è necessario passare a nuovi modi di fare ricerca e scienza, oltre a modificare il modo di accostarsi alla malattia quando il paziente si presenta a una visita medica.
La società deve attivare un cambiamento, con diritti universali e di accesso alla salute per tutti. L’educazione all’uguaglianza ha ancora un ruolo molto importante da svolgere, insieme all’integrazione della prospettiva di genere nelle leggi e nelle politiche pubbliche.
Bibliografia
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