5 punti chiave per sviluppare un sistema immunitario psicologico forte e reattivo

Il sistema immunitario psicologico ci protegge dalle avversità; ci aiuta ad andare avanti e a raggiungere i nostri obiettivi, ricordandoci di dare innanzitutto la priorità a noi stessi.
5 punti chiave per sviluppare un sistema immunitario psicologico forte e reattivo

Ultimo aggiornamento: 29 giugno, 2017

Abbiamo spesso parlato nel nostro spazio di come prenderci cura del sistema immunitario per rispondere meglio a virus, infezioni e molti tipi di malattie.

E se vi dicessimo che esiste anche un sistema immunitario psicologico? Specialisti in scienze del comportamento e della salute come Daniel Gilbert dell’Università di Harvard sono sicuri sia così.

Tuttavia, occorre chiarire alcuni aspetti. Si tratta di una serie di meccanismi di difesa, di strategie ad hoc che la mente sviluppa, allo stesso modo in cui il corpo sviluppa le cellule immunitarie, per meglio gestire lo stress, l’ansia, la paura e le preoccupazioni.

È chiaro a tutti che alcune persone riescono ad affrontare le difficoltà e i problemi meglio di altre. Alcune lo fanno così bene da spingerci a fare la classica domanda “ma come fai a non abbatterti mai e a mantenere sempre il tuo ottimismo?”

Esistono personalità resistenti ed abili a gestire le avversità, e lo sono in modo del tutto naturale, ma ciò non toglie che questa abilità non si possa apprendere.

Abbiamo a disposizione meccanismi e strategie che ci possono aiutare a sviluppare un sistema immunitario “psicologico” sano, forte e reattivo.

Ecco come si fa.

Semplici strategie per sviluppare un buon sistema immunitario psicologico

Il diritto ad essere felici è di tutti ed è nostro dovere fare il possibile per ottenerlo. Dobbiamo partire da questo principio.

Siamo fautori del nostro benessere e, pertanto, un sistema immunitario forte deve nutrirsi di responsabilità personale, capacità di prendere decisioni, volontà di investire tempo e risorse in queste dimensioni.

Prendete nota.

1. Avere una forte autostima non significa peccare di egoismo 

Bisogna ammetterlo, a volte abbiamo difficoltà a dare la priorità a noi stessi, a mettere il nostro benessere davanti ad alcune situazioni o a certe persone.

  • Un simile atteggiamento quotidiano consuma e distrugge, ci spegne dentro e incrina la nostra integrità.
  • Non abbiate paura di volervi bene, amarvi: non è un atto di egoismo, ma una strategia per il vostro benessere psicologico.

2. Pensiero positivo: non costa niente e offre molto

Pensare positivo non significa cadere in una cieca fiducia in se stessi oppure rinunciare ad essere obiettivi o realistici.

  • Pensare positivo vuol dire esplorare le nostre possibilità e avere fiducia in esse; è dire a noi stessi che siamo in grado di fare molte cose, che meritiamo cose belle e possiamo raggiungere i nostri obiettivi.
  • Chi si fa trascinare dal disfattismo sviluppa un sistema immunitario psicologico debole, che si traduce in impotenza, abbattimento, malumore e la convinzione di avere perso il controllo della propria vita.

3. Dare un senso alla nostra vita

La vita non ha un senso, ne ha molteplici. Tutto dipende dal significato che vogliamo attribuirle.

  • Trovarlo è fondamentale, perché ci guiderà verso un punto all’orizzonte, come la luce di un faro, come un’ispirazione quotidiana.
  • Lo scopo della vita potrebbe essere avere successo in campo lavorativo, sentirsi indipendenti, dare il meglio di sé ai figli oppure aspirare ad una vita di coppia tranquilla.

Pensate al significato, fatelo vostro e imponetevelo come obiettivo.

4. Esercitatevi al distacco

Praticare il distacco non vuol dire mantenere le distanze da tutto e da tutti. Significa non essere dipendente né schiavo di nessuno e di niente, non accantonare mai il proprio benessere.

Esercitare il distacco vuol dire capire che nessuno ci appartiene, ma che anche noi non apparteniamo a nessuno e a niente.

È nostro dovere ricercare il benessere e la felicità, nostra e altrui; questo lo otteniamo anche facendo sentire i nostri cari liberi, ma allo stesso tempo parte della nostra vita, come se fossero il regalo più prezioso che la vita ci ha offerto.

5. Distinguete ciò che è prioritario da ciò che è secondario per voi

  • Quello che gli altri pensano di noi è secondario, quello che noi pensiamo di noi stessi è prioritario.
  • Quello che gli altri si aspettano da noi ha meno valore di ciò che ci aspettiamo da noi stessi.
  • Non è importante quello che gli altri ci dicono di fare per essere felici; solo noi sappiamo cosa ci manca per esserlo.

Tutte queste dimensioni non vi saranno certamente sconosciute; probabilmente avrete già investito molte delle vostre energie per coltivarle. Tuttavia, se una di queste strategie manca, le altre vengono meno.

Perché, ad esempio, se manchiamo di autostima, tenderemo ad attaccarci in modo morboso agli altri, aspettando che colmino le nostre carenze e che diano forza alle nostre debolezze.

Cominciamo, allora, a prenderci cura del nostro sistema immunitario psicologico, a “vitaminizzarci” a forza di pensieri positivi, di fiducia in noi stessi, di nuovi obiettivi e di strategie atte ad illuminare la nostra autostima.

È uno sforzo che vale la pena compiere.

Immagini per gentile concessione di Kelsey Beckett


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Wilson, T. D., & Gilbert, D. T. (2005). Affective forecasting: Knowing what to want. Current directions in psychological science, 14(3), 131-134.
  • Wilson, T. D., & Gilbert, D. T. (2008). Explaining away: A model of affective adaptation. Perspectives on Psychological Science, 3(5), 370-386.
  • Gilbert, D. T., Pinel, E. C., Wilson, T. D., Blumberg, S. J., & Wheatley, T. P. (1998). Immune neglect: a source of durability bias in affective forecasting. Journal of personality and social psychology, 75(3), 617.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.