
Uno dei compiti più difficili dei genitori è riconoscere le abitudini da insegnare ai bambini per incoraggiarli a diventare brave…
Fino ai tre anni di età, il cervello si sviluppa a un ritmo sostenuto. Lo sviluppo continuerà per molti anni ancora e terminerà la maturazione nella fase dell'adolescenza.
Il cervello comincia a formarsi sin dalle prime fasi della gestazione. Dopo la nascita, prosegue soprattutto nei primi anni. È possibile stimolare lo sviluppo cerebrale del bambino?
Esistono abitudini che possono influire sulla crescita del cervello o potenziarlo? Ne parliamo in questo articolo.
Il cervello comincia a formarsi nelle prime due settimane di gestazione. La corteccia cerebrale si formerà invece verso la fine della gravidanza, ma non del tutto, e non sarà completa neanche dopo il parto.
Alla nascita, di fatto, il cervello del bambino è ancora in formazione e maturazione. All’età di tre anni, lo sviluppo raggiunge quasi l’80% di un cervello adulto. È una fase in cui l’encefalo si sviluppa a una velocità impressionante, e questo è sicuramente il motivo per cui non siamo in grado di ricordare gli avvenimenti che precedono questa età.
I primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo cerebrale. In questo lasso di tempo, si sviluppano molte delle sue strutture fondamentali:
Lo sviluppo, tuttavia, non termina a questa età. Continuerà a maturare a un ritmo vertiginoso anche durante l’adolescenza.
Lo sviluppo cerebrale è, inoltre, un processo attivo e interattivo che prende forma man mano che il bambino cresce e impara. Non è influenzato, pertanto, solo da fattori fisici e biologici, ma anche da altri elementi come l’ambiente (genitori e caregiver), stile di vita, etc.
Quando un bambino si esprime, con i versi o con il pianto, e ottiene come risposta un contatto visivo, un abbraccio o una risposta a voce, nel suo cervello si stabiliscono o si rinforzano quelle connessioni neurali che, in seguito, lo aiuteranno a sviluppare le abilità comunicative e sociali.
È ciò che il Center on the Developing Child dell’Università di Harvard definisce “serve and return“. I ricercatori affermano che una relazione senza interazione, ovvero senza risposta, può persino rappresentare un grave rischio per lo sviluppo del bambino.
Il cervello ha bisogno di interazione al fine di ottenere una stimolazione adeguata. Se questa viene a mancare, verranno attivate specifiche risposte allo stress con rilascio di ormoni che possono anche culminare in un deficit nello sviluppo cerebrale.
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Secondo il Center on the Developing Child di Harvard, è importante prestare attenzione a come il bambino impara ad affrontare le avversità durante il suo sviluppo.
Quando ci sentiamo minacciati, è normale che il nostro corpo risponda con specifiche reazioni come aumento della frequenza cardiaca e il rilascio di ormoni come il cortisolo. Un bambino che in questi momenti trova un ambiente positivo e di supporto, imparerà a gestire con successo lo stress, anche a livello fisiologico.
Il bambino che invece si sente minacciato e non trova calma e sostegno, e la cui risposta pertanto sarà estrema o di lunga durata, potrebbe persino subire danni all’architettura cerebrale.
Ne consegue la necessità di garantire appoggio e aiuto al bambino al fine di controllare e calmare le sue risposte allo stress tossico. Occorre sostenerlo affinché possa imparare a trasformarle in risposte normali e positive allo stress.
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Anche l’esercizio fisico è un fattore fondamentale se si vuole stimolare lo sviluppo cerebrale del bambino. Il cervello non a caso è collegato alla salute generale. Alcuni studi indicano che lo sport praticato durante l’infanzia migliora le funzioni cognitive dei più piccoli.
Oltre a ciò, l’attività fisica sembra essere collegata a un minore rischio di depressione infantile. Lo sport è caldamente consigliato perché aiuta a prevenire condizioni mentali che potrebbero manifestarsi in seguito.
Non dimentichiamo, per esempio, che alcuni esercizi aerobici come andare in bicicletta hanno un impatto molto positivo sui bambini iperattivi o con deficit dell’attenzione.
Il legame che si instaura tra il bambino e la persona che se ne prende cura è fondamentale per il suo corretto sviluppo fisico, emotivo e intellettivo.
Il bambino ha bisogno di sentirsi protetto, amato e al sicuro. Ha bisogno, inoltre, di un punto di riferimento stabile che gli fornisca sostegno, cura, responsabilità e affetto. Il genitore (o chi ne fa le veci) deve essere sempre ricettivo e pronto ad attendere ai suoi bisogni.
Un atteggiamento diverso può portare a manifestare, in futuro, condizioni come un disturbo dell’apprendimento, del comportamento o ansia.
Il cervello non smette di svilupparsi durante tutta l’infanzia. Per una crescita sana, è necessaria un’interazione stimolante e attiva con l’ambiente circostante e con i genitori.