Trapianto di polmone: tutto quello che c'è da sapere

Il trapianto di polmone è una procedura che si è evoluta molto nel tempo e che offre risultati sempre più soddisfacenti. Una persona che si sottopone a questo intervento avrà bisogno di supporto emotivo e disciplina per cambiare il suo stile di vita.
Trapianto di polmone: tutto quello che c'è da sapere

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

Il trapianto di polmone è un intervento chirurgico nel quale si sostituisce uno o entrambi i polmoni malati con altri sani, ricevuti da un donatore deceduto. È un intervento complesso che migliora radicalmente la vita di una persona.

I primi trapianti di polmone sono stati realizzati negli Anni 60, ad opera del Dottor James Hardy, prima, e del professore Denton A. Cooley, poi, nel 1968. La prima paziente è stata una bambina di due mesi con insufficienza cardiaca congestizia e polmonite recidiva.

Questa procedura si esegue quando la persona soffre di una malattia polmonare terminale o di altre patologie gravi che si sono dimostrate resistenti ai trattamenti convenzionali. In ogni caso, il candidato al trapianto dovrà soddisfare alcuni requisiti perché sia eleggibile.

Perché si esegue il trapianto di polmone?

Solitamente si esegue il trapianto di polmone quando tutti gli altri trattamenti disponibili per correggere l’insufficienza polmonare non hanno dato risultati soddisfacenti.

In genere, è indicato per persone minori di 75 anni che soffrono di una patologia grave ai polmoni. Tra le malattie che possono portare a un intervento di questo tipo ci sono:

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (EPOC)
  • Fibrosi cistica
  • Ipertensione polmonare
  • Fibrosi polmonare
  • Bronchiettasia
  • Sarcoidosi
Composizione polmoni.
Il trapianto può riguardare un solo polmone o entrambi.

Indicazioni

I candidati al trapianto di polmoni devono avere alcuni requisiti, come vi abbiamo già anticipato. Solo in presenza di questi si potrà ricevere il trapianto. Tra i criteri da tenere in considerazione abbiamo:

  • Età: l’età massima deve essere di 75 anni, tuttavia già dopo i 55 anni si considera un intervento rischioso.
  • Indice di massa corporea: non deve essere superiore a 35.
  • Rischio di morire: si raccomanda ai pazienti che hanno un 50% di rischio di morire durante i successivi due anni se non si procede con il trapianto.
  • Alta probabilità di sopravvivere dopo il trapianto: in relazione allo stato di salute generale del paziente.

Viene scartato il paziente con infezione attiva e chiunque abbia avuto un cancro negli ultimi due anni o presenta altri gravi problemi di salute ad altri organi. Allo stesso modo, si esclude la persona sottopeso o che non dispone di una rete di sostengo che garantisca l’aderenza al trattamento post-operatorio.

Rischi del trapianto di polmone

Il trapianto di polmone è un intervento delicato che presenta rischi non indifferenti. I più importanti sono il rigetto e l’infezione. Il primo si presenta quando il sistema immunitario del paziente attacca il polmone o i polmoni trapiantati.

Per contrastarlo vengono usati i farmaci anti-rigetto, ma questi possono causare alcuni effetti collaterali, come aumento di peso, problemi di stomaco e crescita di peli del viso. Inoltre aumentano il rischio di soffrire di altre malattie, come diabete, osteoporosi, insufficienza renale e ipertensione.

Pertanto, a seguito di un trapianto di questo genere il paziente dovrà osservare regole severe di igiene ed evitare il contatto con folle di persone o persone infette. Inoltre, un altro possibile rischio è la formazione di coaguli dopo l’intervento, a causa dell’aumento della coagulazione sanguigna.

In cosa consiste?

Il processo per realizzare un trapianto di polmoni inizia molto prima dell’intervento. Una volta eseguite le dovute valutazioni e un paziente è considerato eleggibile per il trapianto, il passaggio successivo sarà entrare in una lista d’attesa per trovare un donatore. 

Mentre il candidato aspetta la donazione dovrà seguire le indicazioni mediche nella vita di tutti i giorni. Quando ci sarà un polmone disponibile per il procedimento si valuterà la compatibilità con il paziente. Se adeguata, si procederà con il trapianto.

Preparazione

Una persona in lista d’attesa per il trapianto di polmoni deve essere pronta per l’intervento in qualsiasi momento. Per questo è consigliabile preparare in anticipo una valigia con gli oggetti personali e le medicine.

In ospedale il candidato sarà sottomesso a una serie di esami medici per verificarne la compatibilità. Inoltre si valuterà il suo stato di salute generale. In presenza di dubbi, l’intervento potrebbe essere cancellato. Se invece non insorge alcun tipo di problematica, si procederà quasi immediatamente.

Intervento chirurgico

L’intervento di trapianto di polmoni si effettua sotto anestesia totale. Se si va a sostituire un solo polmone, l’intervento durerà dalle quattro alle otto ore, se invece interessa entrambi i polmoni, potrebbe durare dalle sei alle dodici ore. Il procedimento sarà il seguente:

  • Si attiva un sistema di circolazione extracorporea.
  • Viene effettuato un taglio al lato del torace in caso di trapianto di un solo polmone. Se vanno trapiantati entrambi, il taglio sarà fatto sotto al petto fino ad entrambi i lati del torace.
  • Si rimuove uno o entrambi i polmoni e si uniscono i vasi sanguigni e la via respiratoria dei nuovi organi al corpo del paziente.
  • Vengono inserite delle sonde per drenare l’aria, il liquido e il sangue fuori dal torace. Queste rimarranno lì per diversi giorni, fino a che i nuovi polmoni si espanderanno normalmente.
  • Una volta che i polmoni iniziano a svolgere normalmente i loro compiti, si rimuove il sistema di circolazione extracorporea.

Post-operatorio

Il paziente operato dovrà restare in ospedale per un lasso di tempo che va dai 7 ai 12 giorni. Solitamente si passano alcuni giorni nell’unità di terapia intensiva dopo l’intervento. Tuttavia, ciascun ospedale segue il suo protocollo.

Le prime 48 ore sono cruciali. In questo tempo il paziente verrà osservato  minuziosamente, seguendo nel dettaglio l’attività di polmoni, cuore, reni e lo stato mentale. Si verifica che non vi sia sangue accumulato o emorragie.

Raggi X polmoni.
Il trapianto di polmoni è soggetto a criterio medico, ma è fondamentale il comportamento del paziente per l’esito dell’intervento.

Recupero

Solitamente il recupero ha una durata di sei mesi. Durante i primi tre si segue attentamente il paziente per valutare il funzionamento dei polmoni e prevenire qualsiasi complicazione.

In questa prima tappa sarà necessario recarsi spesso al centro ospedaliero per eseguire varie radiografie, biopsie, analisi di laboratorio ed elettrocardiogrammi. Inoltre si controllerà la reazione ai medicinali.

Durante il processo, il paziente dovrà apportare modifiche al suo stile di vita, che include l’assunzione di farmaci immunosoppressori e terapie e consulti periodici. Il primo ano dopo il trapianto di polmone è il più delicato. Da quel momento in poi, tutti i rischi iniziano a diminuire.

Solitamente nei primi tre mesi bisognerà sottoporsi a visite settimanali; a seguire, consulti trimestrali per un anno. Infine, consulti annuali per i successivi 5/10 anni.

Qual è la sopravvivenza dopo un trapianto di polmone?

Secondo i dati disponibili, la speranza di vita dopo un trapianto di polmone è di 5,8 anni. Questo può variare, in base alla situazione del paziente. I soggetti affetti da fibrosi cistica sopravvivono 8 o più anni dopo l’intervento.

I pazienti con polmonite interstiziale sopravvivono in media 4,8 anni. Un 32% di chi è stato sottoposto a questo intervento vivono anche più di 10 anni. Il maggior rischio di morte riguarda i primi 12 mesi, che è il periodo in cui si effettuano controlli maggiori.


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