
Le tradizioni di capodanno nel mondo ci ricordano che ogni inizio è sacrosanto ed eterno. Lo festeggiavano già i nostri…
l'esposizione prolungata a suoni con una intensità superiore agli 85 decibel può causare la perdita dell'udito, la quale potrebbe sfociare in una sordità neurosensoriale.
Il troppo rumore o in generale i rumori forti danneggiano le nostre cellule nervose, di conseguenza, la lunga esposizione a questi ultimi causa la perdita dell’udito.
In questo, le cellule sono simili alle setole di un morbido e folto tappeto: se ci appoggiamo sopra un mobile pesante per diverso tempo, non torneranno più come prima.
La vita moderna è rumorosa: oggigiorno è praticamente impossibile sfuggire al traffico infernale e al rumore di treni, aerei, fabbriche, martelli pneumatici che spaccano l’asfalto, ecc…
L’intensità e la continuità di tali rumori ci opprimono, il che risulta preoccupante se pensiamo alla perdita di udito che deriva da questa constante esposizione agli stimoli sonori.
Purtroppo, però, non si tratta solo di danni al’udito: la costante esposizione ai rumori incide anche sul nostro comportamento. I sintomi più comuni che accompagnano questi livelli di rumore sono stress, ipertensione, ansia e senso di abbandono.
Va sottolineato, inoltre, che il troppo rumore risulta particolarmente stressante quando è imprevisto o incontrollabile.
Udire è un’azione meravigliosa che compiamo tutti i giorni, quasi senza pensarci. Trasformiamo le onde di pressione dell’aria in stimoli nervosi che il cervello interpreta come se si trattasse di una sinfonia di suoni pieni di significato.
Siamo in grado di percepire suoni che vanno dalle note di un piano fino al ronzio di un piccolo insetto. Captiamo il modo in cui le molecole d’aria entrano in contatto le une con le altre e lo trasformiamo in un suono.
Le onde sonore viaggiano attraverso il condotto uditivo e producono minuscole vibrazioni nel timpano, mediante una sequenza meccanica di passaggi.
Tali vibrazioni vengono trasmesse attraverso l’orecchio medio fino alla coclea, piena di liquido, creando un movimento nelle cellule ciliate, le quali provocano gli stimoli nervosi che raggiungono il cervello.
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Abbiamo visto che l’orecchio ha una struttura complessa e delicata, il che lo rende vulnerabile a certe lesioni che possono colpirlo sia a livello meccanico (sordità trasmissiva), sia a livello nervoso (sordità neurosensoriale).
La perdita dell’udito, a causa di lesioni dei condotti acustici o di disturbi di origine nervosa, può essere provocata da una prolungata esposizione a rumori forti e a disturbi o malattie legate alla vecchiaia.
A questo proposito, è bene sottolineare che, con il passare degli anni, ognuno di noi perde capacità uditiva: dunque, lo spettro uditivo che siamo in grado di percepire, misurato in hertz (Hz), varierà in funzione all’età. Vi lasciamo un video illustrativo, che vi aiuterà a conoscere quali suoni riuscite a sentire e quali no.
Come potete notare, più si invecchia, più diventa difficile sentire le frequenze più alte. Può essere divertente far fare questo test ad alcuni dei vostri famigliari o conoscenti.
Allo stesso tempo, l’esposizione prolungata a suoni con una intensità superiore agli 85 decibel può causare la perdita dell’udito, la quale potrebbe sfociare in una sordità neurosensoriale.
Ecco un piccolo elenco di valori di riferimento, per poterci fare un’idea:
La distruzione delle cellule ciliate non è un processo reversibile per gli esseri umani, anche se è stato scoperto che alcuni animali, tra cui gli squali e alcuni uccelli, sono in grado di rigenerare le proprie cellule ciliate.
Questo ha permesso agli studiosi di trovare determinate forme di stimolazione chimica grazie alle quali sarebbe possibile rigenerare queste cellule; gli esperimenti in questioni sono stati condotti su porcellini d’indi e cavie.
Questo fa sperare che in futuro sia possibile “ingannare” la coclea umana e fare in modo che rigeneri le proprie cellule.
Al momento, nonostante tutto, l’unica soluzione possibile nei casi di sordità neurosensoriale è l’impianto cocleare, una sorta di orecchio artificiale.
Le persone prive di udito rappresentano un gruppo piuttosto eterogeneo, non solo perché ci sono diversi gradi di capacità uditiva, ma anche per il fatto che tra i non udenti ve ne sono alcuni che lo sono sempre stati.
Dunque, non hanno mai sentito nessun suono, mentre ve ne sono altri che prima sentivano bene e poi sono diventati sordi.
La differenza risiede principalmente nel fatto che le persone che sono nate già sorde condividono la cultura sorda e comunicano con il resto del mondo fluidamente e senza difficoltà, invece, le persone che prima ci sentivano e poi hanno perso l’udito vivono questa condizione come un grave mancanza.
Le persone affette da un deficit uditivo si trovano spesso a dover affrontare vere e proprie sfide sociali, che bisogna imparare a gestire.
Nei casi di perdita dell’udito è molto importante promuovere l’autostima e potenziare la comunicazione con gli altri, nonostante esista lo scoglio del silenzio.
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Per prenderci cura della nostra salute uditiva, è consigliabile tenere in considerazione le seguenti raccomandazioni: