Abitudini da evitare quando si soffre di ansia

L'ansia fa parte della vita. Il segreto, però, risiede nell'evitare di permettere che sia lei ad assumere il controllo della nostra esistenza.

Ansia: donna seduta in un campo.

Molti di noi sono abituati a ricevere un’infinità di consigli per affrontare l’ansia.

Frasi come “Non prendere le cose così sul serio”, “Rallenta” o “Devi fare dei cambiamenti nella tua vita” sono espressioni ricorrenti, ma che in realtà non ci servono a molto.

Il motivo per cui smettiamo di essere ricettivi a tutti questi suggerimenti è dovuto al fatto che la nostra mente lavora a un altro livello. La sua attenzione è delimitata e può trovarsi sotto il giogo di preoccupazioni eccessive, della negatività e della mancanza di autocontrollo.

In questo stato, è molto difficile riuscire a rallentare il ritmo. A volte, anche durante le vacanze ci sentiamo esausti e talmente fuori di noi da avere addirittura un attacco di ansia.

D’altra parte, è necessario sapere che molte delle strategie che adottiamo per affrontare l’ansia si limitano a placarne i sintomi, senza raggiungere la radice del problema. Abbiamo sempre bisogno dell’aiuto di un professionista e di trovare la strategia terapeutica che più  si adatta alle nostre necessità e particolarità.

Inoltre, proprio come è utile sapere che cosa fare quando veniamo colti dall’ansia, è altrettanto necessario avere chiaro che cosa è bene non fare in queste situazioni.

In questo modo conosceremo molto meglio questo “demone” interiore, così da controllarlo, indebolirlo e prendere il controllo della nostra vita.

1. Continuare a rimuginare e rigirare le situazioni

Donna colta da attacco di ansia.
L’ansia può manifestarsi attraverso sintomi fisici e psicologici. In assenza di un controllo opportuno, compromette la qualità della nostra vita.

L’ansia ci obbliga a pensare in modo diverso. Ci troviamo a cadere in stati d’animo logoranti, negativi e fatalisti. Inoltre, alcuni studi, come quello pubblicato nel 2013 nella rivista Frontiers in Human Neuroscience, ci ricordano l’impatto di questa condizione sui processi cognitivi.

  • Cerchiamo di interrompere il ciclo dei pensieri persistenti, che, durante la giornata, ci sottraggono la calma e l’equilibrio.
  • È consigliabile che sia mo consapevoli del momento in cui un pensiero, un’immagine, una frase o un ricordo comincia a essere persistente nella nostra testa.
  • Quando ce ne accorgiamo, l’ideale è spostare la nostra attenzione su qualcosa di più rilassante e positivo.

Fare sport, colorare dei mandala o parlare con qualcuno ci può essere d’aiuto. Inoltre, come spiegano alcuni studi, come quello condotto nel 2010 da un’équipe di ricercatori dell’Università di Boston, pratiche come la mindfulness potrebbero essere utili nel trattamento dell’ansia.

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2. Evitare o fuggire

Forse il nostro lavoro ci causa così tanta ansia che abbiamo deciso di chiedere un congedo. Durante questo periodo, invece di cercare aiuto professionale, decidiamo di riposarci e, soprattutto, “non pensare” e dire a noi stessi che presto staremo bene.

È anche possibile che i problemi con il nostro partner siano così tanti che preferiamo passare più tempo fuori casa, rientrare tardi… Tutti questi comportamenti sono modi indiretti per fuggire da ciò che ci turba e ci preoccupa.

Invece di evitare o fuggire da ciò che ci rende inquieti, dobbiamo affrontarlo. Non rimandiamo a domani il disagio che sentiamo oggi. Così facendo, continueremmo ad accumulare nella nostra mente sempre più preoccupazioni, ansie e frustrazioni, formando un grumo che non lascerà spazio a nient’altro.

L’ansia si affronta e si gestisce. Se fuggiamo da essa, questa finirà per acquisire ancora più potere.

3. Anticipare cose che non sono ancora accadute

Uomo a letto che non dorme.

 

“Se faccio questo, succederà quest’altro. Se dico questo, succederà quello. Se cambio questa cosa, di sicuro si verificherà ciò che non voglio…”.

Se questo genere di pensieri vi risultano familiari, tenere a mente che si tratta di un tratto distintivo della forma di ansia più nociva e limitante di cui possa soffrire l’essere umano. Un’ansia in cui il pensiero catastrofista impedisce di vivere pienamente e in modo ricettivo.

Nessuno possiede la sfera di cristallo per sapere cosa può o non può accadere domani. Quindi concentriamoci sul presente e cerchiamo di controllare la negatività.

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4. Vigilare sempre su ogni cosa

Chi ha sofferto di più di un attacco di ansia teme, soprattutto, che gli capiti di nuovo. A volte sviluppa una tale angoscia che è proprio questa paura a incoraggiare nuovi attacchi.

  • Evitare di osservarci così tanto, di essere in balia delle nostre palpitazioni, della nostra frequenza cardiaca, del pensiero che se entriamo lì ci innervosiremo, che se facciamo questo perderemo il controllo…
  • Dobbiamo permettere a noi stessi di avere una maggiore apertura e fiducia, affrontando quello che ci spaventa, perché è proprio dietro quei confini che si trovano la tranquillità e l’equilibrio.

5. Pretendere di vivere senza ansia

Donna ansiosa che usa il telefono.

 

È un errore molto comune; pensare che l’ansia in se stessa sia un nemico da evitare a ogni costo.

  • Potrebbe essere una buona idea cercare di convivere con l’ansia, evitando, però, che sia lei a controllarci.
  • L’ansia fa parte dell’essere umano: ci aiuta ad evitare i rischi e a sopravvivere; inoltre, ci fornisce energia e motivazioni per ottenere ciò che desideriamo.
  • Tuttavia, quando si trasforma in un’mozione paralizzante, che toglie il respiro, che ci strappa il controllo e la felicità, bisogna fare qualcosa.

È importante trovare la radice del problema, sederci per avere una conversazione con noi stessi e cercare di arrivare a comprendere che cos’è che ci provoca ansia. E, se è necessario, decidere di consultare uno psicologo o uno psichiatra.

6. Mantenere relazioni negative

Può sembrare strano, ma a volte il fulcro della nostra ansia può partire da una persona in particolare che giorno dopo giorno ci sottrae felicità.

  • Forse è il nostro partner, quell’amore così complicato e dannoso che ci trasforma in qualcuno che non siamo.
  • Può anche essere un intero contesto, come un ambiente di lavoro in cui non riusciamo ad adattarci.
  • Oppure, può trattarsi del nostro nucleo famigliare o di un gruppo di amici in cui ci sentiamo fuori posto o feriti.

In questi casi, la cosa migliore da fare è individuare le fonti della nostra ansia e stabilire le possibili soluzioni o i meccanismi di azione per risolvere il problema.

7. Smettere di vivere

Donna in preda all'ansia.
Le persone che soffrono di attacchi di panico provano un’ansia e una paura improvvisi e incontrollabili.

 

Anche se non ce ne rendiamo conto, succede. L’ansia ci colpisce in diversi aspetti della vita: il desiderio, la speranza e perfino l’identità.

  • Può trasformarci in persone nuove, in qualcuno che non ci piace e che non somiglia per niente a chi eravamo prima.
  • Non permettetelo; non lasciate che questa ladra di identità e di felicità vi lasci senza niente. Assumete il controllo, riprendete le redini e immergetevi nel vostro mondo interiore per trovare il problema e le possibili soluzioni.

Ricordiamo anche che per gestire l’ansia, è possibile che sia necessario ricorrere all’aiuto di uno psicologo. I farmaci possono essere utili, ma, in tutti i casi, devono essere prescritti da uno psichiatra. Un professionista potrà orientarci verso l’approccio più consigliabile per gestire l’ansia nel nostro caso.

Nota: se pensate di aver bisogno di aiuto per gestire la vostra ansia, vi consigliamo di rivolgervi a uno psicologo.

Bibliografia

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  • Robinson, O. J., Vytal, K., Cornwell, B. R., & Grillon, C. (2013). The impact of anxiety upon cognition: perspectives from human threat of shock studies. Frontiers in human neuroscience, 7, 203.
  • Hofmann, S. G., Sawyer, A. T., Witt, A. A., & Oh, D. (2010). The effect of mindfulness-based therapy on anxiety and depression: A meta-analytic review. Journal of consulting and clinical psychology, 78(2), 169.
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