Additivi alimentari: quanti tipi ne esistono?

È molto difficile evitare del tutto gli additivi alimentari, ma moderarne il consumo ha effetti positivi sulla salute. Impariamo a conoscere i più utilizzati dall'industria alimentare.
Additivi alimentari: quanti tipi ne esistono?
Saúl Sánchez Arias

Scritto e verificato il nutrizionista Saúl Sánchez Arias.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Gli additivi alimentari sono sostanze utilizzate allo scopo di esaltare le caratteristiche organolettiche dei cibi o per migliorarne la conservazione. Sebbene siano in genere sicuri per la salute, l’impiego di alcuni additivi è controverso.

Innanzitutto, è necessario chiarire che ne esistono diversi tipi, classificati in gruppi. Alcuni sono innocui per il corpo umano o addirittura positivi, come nel caso dei gelificanti. Altri, invece, sono oggetto di discussione a causa degli effetti che esercitano sul microbiota intestinale. Stiamo parlando degli edulcoranti.

Tipi di additivi alimentari

Facciamo un breve ripasso delle principali categorie di additivi alimentari e degli effetti che hanno sul nostro corpo.

1. Conservanti

Il compito dei conservanti è ridurre il rischio microbiologico degli alimenti, quindi di allungarne i tempi di conservazione. Molti sono innocui perché non arrivano a essere metabolizzati o assorbiti a livello intestinale.

Ciononostante, i nitriti, tra i più diffusi, possono aumentare il rischio di alcune forme tumorali. È quanto conferma una ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients.

Sono utilizzati dall’industria della carne e il motivo principale per cui si sconsiglia il consumo di carne rossa lavorata. Questo alimento sembra peggiorare le condizioni di salute proprio a causa degli additivi presenti, tra cui i nitriti.

Diversi tipi di carne rossa.
La carne rossa processata può contenere nitriti, conservanti che possono danneggiare la salute a medio termine.

2. Aromatizzanti

Vengono aggiunti per modificare o esaltare l’odore degli alimenti. Sono in genere innocui per la salute, ma se consumati in quantità eccessive possono causare disturbi intestinali. Tra i più comuni effetti collaterali vi è la diarrea.

Non sono, tuttavia, nocivi a lungo termine; o almeno, una possibile nocività non è stata ancora provata clinicamente.

3. Coloranti

Alcuni coloranti sono stati vietati dopo che si è dimostrata la loro relazione con diverse forme tumorali. Bisogna dire che al giorno d’oggi molti pigmenti usati per insaporire il cibo non solo non hanno effetti negativi sulla salute, ma aiutano a prevenire alcune malattie.

È il caso degli antociani, responsabili del colore dei mirtilli, che esercitano un effetto antiossidante, secondo uno studio pubblicato su Critical Reviews in Food Science and Nutrition.

Nel leggere le etichette apposte sugli alimenti, bisognerà fare attenzione agli additivi alimentari dichiarati. Se i coloranti sono naturali (soprattutto fitonutrienti vegetali), non è il caso di classificare il prodotto come nocivo; questo a meno che nella composizione non sia presente qualche altra sostanza che ci faccia sospettare il contrario.

4. Additivi edulcoranti

Questo gruppo di additivi è oggetto di numerose controversie tra gli esperti in nutrizione. Gli edulcoranti sostituiscono lo zucchero, ma non vi è la certezza che siano migliori a livello nutrizionale. In questo gruppo spiccano la saccarina, la stevia, il sucralosio e l’aspartame.

Sebbene alcune fonti affermino che molte di queste sostanze chimiche non vengano metabolizzate a livello intestinale, la maggior parte delle ricerche riporta effetti negativi sul microbiota intestinale. Certamente i risultati non possono essere estrapolati in modo diretto, ma è anche vero che non esistono studi a lungo termine che ne confermino la sicurezza.

5. Esaltatori di sapore

Nel gruppo degli esaltatori di sapore sono compresi tutti gli additivi alimentari che hanno il compito di migliorare le caratteristiche organolettiche dei prodotti dietetici. Ricordiamo tra questi il glutammato monosodico, responsabile del sapore umami di recente identificazione e presente soprattutto nella cucina orientale.

Numerosi prodotti industriali contengono questi additivi che migliorano il gradimento del cibo e la palatabilità. Non risultano nocivi per la salute, ma bisogna tuttavia evitare eccessive quantità di sale.

6. Stabilizzanti, gelificanti, emulsionanti

Questo gruppo di additivi ha il compito di migliorare la consistenza degli alimenti. Non esercitano un effetto negativo sul corpo umano, al contrario.

Alcuni dei prodotti presenti in questo gruppo hanno un effetto stimolante sul microbiota intestinale, migliorandone le funzioni. Tra questi troviamo l’agar-agar.

Il consumo regolare di questo gelificante provoca fermentazione a livello intestinale e promuove lo sviluppo delle colonie batteriche. Tale processo può migliorare l’assorbimento dei nutrienti, riducendo il rischio di obesità e altre patologie metaboliche. È quanto afferma una ricerca pubblicata sulla rivista Gut Microbes.

Benefici delle alghe agar agar.
L’agar agar è un additivo che fa bene alla nostra salute.

7. Amidi modificati

Vengono aggiunti ai prodotti da forno per migliorarne la proprietà elastica. Sono composti da una miscela di polisaccaridi, motivo per cui sono inclusi tra i carboidrati. Di per sé non sono dannosi per il nostro organismo.

Per una persona sedentaria, tuttavia, un apporto eccessivo di carboidrati dietetici non è certamente utile. Lo stesso non si può dire per gli atleti che richiedono un maggiore fabbisogno di carboidrati, dovendo reintegrare le riserve di glicogeno utilizzate durante lo sport.

Sottoporre gli amidi modificati ad alte temperature produce prodotti di scarto tossici, come l’acrilammide. Queste sostanze sono dannose per la salute.

8. Acidulanti

Anche gli acidulanti hanno il compito di esaltare il sapore degli alimenti. Tra questi ricordiamo il solfato di sodio e il solfato di potassio. Non provocano effetti indesiderati, purché le dosi raccomandate non vengano superate.

In caso contrario, potrebbero avere un notevole effetto lassativo. Accade, per esempio, quando si consumano grandi quantità di caramelle o gomme da masticare.

9. Additivi alimentari con enzimi

Gli enzimi sono in genere aggiunti agli alimenti destinati a chi soffre di intolleranze alimentari o agli integratori dietetici. Il caso più comune sono i prodotti per chi è intollerante al lattosio, che contengono la lattasi, enzima utile a migliorare il metabolismo degli zuccheri.

È anche comune trovare concentrati proteici arricchiti con enzimi digestivi. Migliorano la digestione dei nutrienti e prevengono la formazione di gas. Gli enzimi non sono dannosi per la salute e il loro uso è considerato sicuro.

10. Additivi antiossidanti

Gli antiossidanti sono in grado di bloccare o ritardare l’ossidazione degli alimenti allungandone quindi la conservazione. Di questa funzione è dotato l’acido ascorbico o vitamina C.

Viene impiegato per prevenire l’irrancidimento della frutta come l’avocado o la mela. Includerli nella dieta ha effetti positivi sul sistema immunitario. È stato dimostrato che aumentare l’assunzione di vitamina C accelera la guarigione dal raffreddore.

Funzioni generali degli additivi alimentari

Ripassiamo le funzioni principali degli additivi per capire con maggiore chiarezza perché vengano usati così spesso.

Conservano il valore nutrizionale

Molte tra le sostanze impiegate nell’industria alimentare hanno lo scopo di preservare il valore nutrizionale dei prodotti. Per esempio, prevenire l’ossidazione garantisce una migliore conservazione delle vitamine riducendo il contatto delle stesse con l’ossigeno.

Preservano la sicurezza degli alimenti

I conservanti permettono di allungare i tempi di conservazione degli alimenti riducendo il rischio di contaminazione microbica. In questo senso, proteggono la nostra salute prevenendo eventuali intossicazioni alimentari.

Garantiscono un buon equilibrio del pH nei cibi e supportano la fermentazione

Buona parte degli additivi usati dall’industria alimentare garantisce l’equilibrio acido-base dei prodotti. Il risultato è una migliore conservazione dei cibi. I gelificanti e gli stabilizzanti, inoltre, consentono una più efficace fermentazione; danno quindi valore aggiunto agli alimenti favorendo lo sviluppo di batteri amici del corpo umano.

Più colore e sapore ai cibi grazie agli additivi alimentari

Questo è uno dei principali motivi per cui si usano gli additivi alimentari. La possibilità di migliorare le caratteristiche organolettiche dei cibi significa aumentare in modo decisivo le vendite con maggiori utili per le imprese.

È però importante escludere qualunque rischio per la salute, aspetto che non sempre viene preso in considerazione nel giusto modo.

Migliorano la consistenza degli alimenti

Vi sarete già chiesti perché la consistenza dei cibi ultraprocessati è sempre perfetta e diversa dai piatti che prepariamo in casa. Il segreto è la presenza degli additivi alimentari.

Queste sostanze aiutano a tenere insieme gli ingredienti e conferisconomaggiore sofficità o gommosità, migliorando l’esperienza sensoriale.

Insaccati con additivi alimentari.
I cibi ultraprocessati vantano una speciale presentazione grazie agli additivi che ne esaltano colore e consistenza.

Effetti indesiderati degli additivi alimentari

Sebbene gli additivi alimentari abbiamo un campo applicativo e uno scopo precisi, non sempre sono sicuri per la salute. Se consumati in eccesso, di fatto, causano una serie di effetti indesiderati.

Dobbiamo quindi fare attenzione alla loro presenza, soprattutto ai nitriti e agli edulcoranti artificiali. Questi ultimi sono alterano le colonie batteriche intestinali con effetti sul metabolismo e sulla digestione.

Additivi alimentari: sostanze onnipresenti

Va notato che al giorno d’oggi gli additivi sono presenti in un gran numero di cibi. È molto difficile evitarne il consumo e forse non è nemmeno consigliabile. È allora importante moderarne l’assunzione, anche se ciò non vale per tutti gli additivi.

Infine, la base di una dieta sana sta nella varietà e nella prevalenza di prodotti freschi rispetto a quelli molto lavorati. Oltre a ciò, deve essere equilibrata dal punto di vista calorico per evitare di assumere eccessiva massa grassa.


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