
Le tradizioni di capodanno nel mondo ci ricordano che ogni inizio è sacrosanto ed eterno. Lo festeggiavano già i nostri…
Il problema della mutilazione genitale femminile in gran parte riguarda il fatto che molte persone credono ancora che si tratti di una pratica necessaria per essere accettati dalle loro comunità
Oggi vogliamo darvi una di quelle notizie che amiamo condividere con i nostri lettori. L’Africa ha detto “NO” alla mutilazione genitale femminile.
Il Parlamento Africano è arrivato ad un accordo durante il mese di Agosto per proibire finalmente questo rituale tragico e discriminatorio.
L’anno scorso vi avevamo spiegato che in nazioni come la Nigeria questa “tradizione” era stata proibita.
Ebbene, ora quel granello di sabbia diventa sempre più grande e dà maggiori speranze, potendo contare su un appoggio più ampio.
Si dispone finalmente di un accordo comune che il Parlamento Africano, con sede in Sudafrica, si compromette a regolare e perseguire allo scopo di porre fine ad una tragedia che ha interessato quasi 200 milioni di donne in tutto il mondo, secondo i dati dell’UNICEF.
Vediamo di seguito i dettagli.
La mutilazione genitale femminile non è un problema che riguarda solo l’Africa. L’ablazione del clitoride viene anche praticata in tutti i paesi musulmani del continente asiatico.
Le comunità curde, come quelle del’Afganistan, del Brunei, del Tajikistan, della Malesia e dell’Indonesia, praticano il tipo di mutilazione genitale più radicale: L’infibulazione, che consiste nell’escissione del clitoride e delle grandi e piccole labbra.
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Sappiamo che si tratta di una battaglia non ancora vinta. Sappiamo anche che questo grande passo compiuto in Africa è, per il momento, un accordo di intenzioni ancora da formalizzare.
Perché al giorno d’oggi, si tratta solo di una proposta che non è ancora stata tradotta in un corpo legale.
Ciò nonostante, come abbiamo detto, si tratta di un grande passo rispetto ad una tragedia che conta ormai troppe vittime.
La mutilazione genitale femminile fa parte di quelli che vengono definiti riti di iniziazione verso l’età fertile o matura.
Le misure igieniche sono minime. Il pericolo di infezioni, estremo. Le perdite umane causate da questa pratica, troppe.
Questa realtà ci porta ad una chiara conclusione. Questa pratica non può essere considerata un rito. È pura violazione dei diritti umani. È un atto incomprensibile e barbaro a cui vengono sottoposte milioni di bambine prima dei 5 anni.
L’Africa ha detto NO alla mutilazione genitale femminile e tutto il mondo ha appoggiato questa notizia. Ciò nonostante, crediamo sia opportuno entrare nei dettagli.
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Il proposito è quello di arrivare allo stesso obbiettivo raggiunto in Nigeria. Ciò nonostante, le autorità firmanti sono consapevoli della grande difficoltà che rappresenta.
Alcuni paesi, come la Guinea, nonostante abbiano detto “no” alla mutilazione genitale femminile, continuano a praticarla. Se lo fanno, è per una ragione concreta.
Tuttavia, esattamente come affermano le organizzazioni umanitarie, si nota una maggiore sensibilizzazione al rispetto. Tant’è che molti credono che tra una decina di anni la pratica della mutilazione genitale femminile verrà completamente sradicata.
Speriamo sia così.