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L'allergia ai frutti di mare può provocare una reazione avversa molto grave nota come anafilassi. Può avere esito fatale e richiede attenzione medica immediata. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
L’allergia ai frutti di mare è una condizione piuttosto comune. Molluschi e crostacei tendono a scatenare reazioni di ipersensibilità autoimmune, in alcuni casi grave. Per prevenire complicazioni più gravi, è importante saperla riconoscere.
Occorre ricordare che l’allergia nasce da una reazione del sistema immunitario che considera come dannosa una proteina in realtà innocua. A causa di ciò, può presentarsi una reazione esagerata che nei casi più gravi mette a rischio la vita.
È una reazione ad alcune proteine contenute nei prodotti ittici. Quelli che provocano allergia con maggiori probabilità sono i crostacei e i molluschi.
Quando il sistema immunitario individua l’antigene, innesca una reazione infiammatoria di difesa che a volte può complicarsi e danneggiare l’organismo. La reazione più grave è lo shock anafilattico.
Tra i fattori di rischio troviamo i precedenti familiari. Oltre a ciò, gli adulti tendono a soffrirne di più, sebbene l’allergia ai frutti di mare non escluda nessuna fascia d’età. Infine, è leggermente più frequente nelle donne.
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I sintomi dell’allergia ai frutti di mare possono essere lievi o gravi. In genere iniziano a manifestarsi un’ora dopo l’ingestione del cibo. Sintomi comuni sono gonfiore delle labbra o della lingua e prurito.
Nei casi più gravi si accusa difficoltà respiratoria, disturbi intestinali come la diarrea, dolore addominale e vomito. Generalmente possono essere tenuti sotto controllo mediante farmaci; la terapia con probiotici si è invece dimostrata efficace nel controllo della diarrea.
Possono presentarsi anche capogiri, vertigini e persino svenimenti o perdita di coscienza. Se si manifestano questi sintomi, sarà necessario l’intervento medico, nonché una terapia farmacologica.
L’allergia ai frutti di mare può degenerare in una reazione avversa molto grave nota come anafilassi. Può avere esito fatale e richiede attenzione medica immediata. Il trattamento di emergenza prevede la somministrazione di adrenalina.
I sintomi dell’anafilassi sono gonfiore estremo della gola, tale da ostacolare la respirazione, calo improvviso della pressione arteriosa e vertigini che possono terminare in perdita della coscienza.
È importante sottolineare che senza la somministrazione di epinefrina o adrenalina, lo shock anafilattico può avere esito letale.
Alcune condizioni possono aumentare il rischio di shock anafilattico. È il caso dell’asma, una storia familiare di anafilassi da cibo o precedenti reazioni allergiche del soggetto ai frutti di mare.
Occorre evitarne il consumo e leggere con attenzione le etichette con l’elenco degli ingredienti. In questo modo si può essere certi che il cibo non contenga tracce di cibi rischiosi per la salute.
In alcuni casi risulta necessario evitare gli ambienti dove vengono lavorati o cotti i frutti di mare. Anche i vapori emessi durante la cottura, di fatto, possono essere causa di una reazione allergica.
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Attualmente non si conoscono trattamenti in grado di curare l’allergia ai frutti di mare. Si tratta di una reazione che, una volta innescata, si ripresenterà sempre.
A chi soffre di questa allergia non resta che evitare del tutto il consumo di tali prodotti ittici, così come l’inalazione dei vapori di cottura degli stessi. Ciò, naturalmente, riguarda i soggetti con allergia confermata.
Al ristorante bisognerà accettarsi che nel menù siano indicati tutti gli allergeni per evitare i piatti che contengono frutti di mare.
Bisognerà fare attenzione anche ai cibi confezionati o contenenti proteine del pesce, come il surimi. In alcuni casi sono presenti tracce di crostacei rischiose per chi è allergico.
Abbiamo detto che è più comune sviluppare un’allergia ai frutti di mare in età adulta, ma non è da escludere che anche un bambino possa soffrirne. Se l’allergia è già nota, sarà bene tenere sempre a portata di mano una dose di epinefrina per le emergenze; servirà a scongiurare uno shock anafilattico.
I genitori devono informare gli insegnanti o chi accudisce il bambino in loro assenza, affinché vengano adottate le misure necessarie a evitare il contatto con possibili allergeni.
Al tempo stesso, se il bambino comincia a manifestare sintomi tipici di ipersensibilità, come gonfiore, prurito o bruciore alla bocca, si consiglia di portarlo al pronto soccorso.
Se soffrite di allergia ai frutti di mare, tenete a mente le seguenti raccomandazioni.
Assicuratevi che i prodotti che mettete nel carrello della spesa siano privi di allergeni. È possibile solo leggendo le etichette, un’abitudine che vi eviterà molte situazioni spiacevoli.
Nella carta del ristorante sono di solito elencati gli allergeni contenuti nel piatto. È sempre meglio, tuttavia, avvisare il cameriere affinché possa prestare particolare attenzione alle contaminazioni crociate.
Può capitare spesso che la persona sviluppi una reazione di ipersensibilità se mangia un alimento neutro preparato nello stessa padella in cui si sono cotti dei frutti di mare. Non è necessario, pertanto, ingerire il crostaceo o il mollusco per sviluppare un’anafilassi.
A volte è sufficiente che gli antigeni siano presenti in un contenitore o in un attrezzo da cucina. L’igiene è pertanto fondamentale.
L’allergia ai crostacei rappresenta un rischio per la vita se non si prendono le dovute precauzioni. Si consiglia dunque di leggere bene le etichette e sottoporsi a test diagnostici quando si sospetta un’ipersensibilità verso questo gruppo di alimenti.
Se il sospetto viene confermato, ricordate di tenere a disposizione una dose di adrenalina per le emergenze. Nel caso dei bambini, ciò vale per i genitori e chi ne fa le veci, i quali dovranno stare attenti a evitare il contatto con l’allergene.