Bronchiolite nel neonato: cosa sapere?

Sono tante le infezioni e le allergie che possono provocare disturbi alle vie respiratorie dei bambini. La bronchiolite presenta manifestazioni caratteristiche e in generale colpisce i neonati e i bambini molto piccoli.
Bronchiolite nel neonato: cosa sapere?
Irene Nora Melamed

Scritto e verificato la dottoressa Irene Nora Melamed.

Ultimo aggiornamento: 11 agosto, 2022

La stagione autunnale e invernale per alcuni versi preoccupano sia le famiglie sia i professionisti sanitari perché sono accompagnate da un aumento dei casi di malattie respiratorie. Tra queste vi è anche la bronchiolite nel neonato.

Più è piccolo il bambino che contrae una bronchiolite, più sarà preoccupante il quadro. Nelle righe che seguono descriviamo in dettaglio questa condizione.

Bronchiolite nel neonato

La bronchiolite è una malattia delle vie respiratorie che si produce quando i bronchioli (tratto finale dei bronchi, nonché più piccolo) si infiammano a causa di un’infezione in genere di origine virale.

In seguito a ciò, questi piccoli canali presentano edema e aumento delle secrezioni, fattori che possono sfociare in difficoltà respiratorie.

In base ai dati attualmente disponibili, l’insorgenza della bronchiolite è più comune nei neonati al di sotto di un anno di età e rappresenta il 18% di tutti i ricoveri ospedalieri in età pediatrica.

La maggior parte dei casi si deve al virus respiratorio sinciziale (RSV), ma l’infezione può essere provocata anche da adenovirus e dal virus dell’influenza.

Quali sono i sintomi più comuni?

I sintomi della bronchiolite nel neonato.
La bronchiolite nel neonato provoca disturbi respiratori e sintomi simili a quelli del raffreddore.

Dopo un breve periodo di incubazione, possono comparire manifestazioni simili a quelle del comune raffreddore. Ci riferiamo a starnuti, secrezione nasale acquosa, tosse e febbre moderata.

Gradualmente la tosse diventerà più insistente, e ciò che sembrava un banale quadro clinico si aggrava. Così, possono insorgere irascibilità, rifiuto del cibo, aumento del ritmo e della difficoltà respiratoria.

Quest’ultima, a intensità crescente, in genere raggiunge il picco nel giro di 24 o 48 ore, fase in cui solitamente avviene il maggior numero di ricoveri ospedalieri. A partire da questo momento si avrà un graduale miglioramento.

Qualche dato interessante

Secondo quanto riportato dalla Dott.ssa Maria Luz Garcia Garcia del Reparto di Pediatria dell’Ospedale Universitario Severo Ochoa, Università Alfonso X El Sabio (Madrid):

La maggior parte dei casi di bronchiolite sono forme lievi e i sintomi tendono a scomparire in meno di una settimana. Tuttavia, la tosse può persistere fino a 3-4 settimane.

Cosa fare in presenza dei primi sintomi di bronchiolite nel neonato?

È fondamentale mantenere la calma, così da poter agire nel migliore dei modi. Allo stesso modo, bisogna garantire una corretta idratazione al neonato, in modo da favorire la fluidificazione delle secrezioni.

Va ricordato che in alcuni casi l’agitazione e l’aumento della frequenza respiratoria comportano il consumo di liquidi a piccoli sorsi e con maggiore frequenza.

Neonato che beve acqua.
Assicurare che il bambino sia adeguatamente idratato è fondamentale per promuovere la fluidificazione delle secrezioni. Il latte materno è la migliore opzione per i neonati.

La Dott.ssa Ana M. Balanzat, primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale Clinico di Buenos Aires (Argentina), afferma che:

La fase critica della patologia insorge quando la malattia progredisce e il polmone non riesce a compiere la sua fondamentale funzione di ossigenazione, il che induce un quadro clinico di insufficienza respiratoria.

La mancanza di ossigeno nel sangue e nei tessuti, insieme all’accumulo di diossido di carbonio, può mettere a repentaglio la vita del piccolo paziente. “In questi casi, è necessario il ricovero con somministrazione di ossigeno”, spiega la dottoressa.

Infine

In caso di bronchiolite nel neonato è importante consultare quanto prima il medico, affinché questi possa procedere a una corretta valutazione delle condizioni di salute del bambino. Il professionista controllerà la respirazione lo stato di idratazione del piccolo, inoltre gli misurerà la temperatura.

Vanno evitati il fumo e gli ambienti particolarmente inquinati. Come indicato in uno studio pubblicato sulla rivista medica BMH Open, se esposti a inquinamento dell’aria, il consumo di tabacco provoca un’ulteriore perdita della funzione polmonare e aggrava i sintomi respiratori”.

Infine, si consiglia di sottoporre il piccolo a controlli medici periodici una volta stabilita la terapia per scongiurare possibili complicazioni. Questa fase è importante anche per conoscere la prognosi.


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