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Che cos’è il test di Romberg e a cosa serve?

Un risultato positivo di questa valutazione potrebbe indicare la presenza di un'alterazione nel percorso propriocettivo. Conoscete il test di Romberg?

Test di Romberg eseguito su un bambino.

Il test di Romberg è una delle valutazioni più eseguite in neurologia. È usato per valutare l’equilibrio e la coordinazione. È semplice, poco invasivo e facile da realizzare.

Il suo nome deriva dal medico che l’ha ideato, Moritz Heinrich Romberg. Il test ha più di 150 anni ed è ancora in uso.

Inoltre, esistono varianti che consentono di ottenere maggiori informazioni. In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sul test di Romberg, come si esegue e quando è indicato.

Che cos’è il test di Romberg?

Il test di Romberg è un semplice esame diagnostico. Viene eseguito ambulatorialmente in pazienti con disturbi dell’equilibrio o difficoltà a camminare. Viene utilizzato per rilevare la presenza di alterazioni nel sistema propriocettivo.

Il sistema propriocettivo trasmette al cervello informazioni sulla posizione e sul movimento delle parti del corpo, tra loro e in relazione all’ambiente. Il test di Romberg viene spesso utilizzato in sede di visita neurologica soprattutto se il paziente soffre di vertigini, cadute frequenti o è goffo nei movimenti.

Pur essendo semplice, se eseguito correttamente e con un’attenta valutazione, può fornire informazioni preziose.

Un risultato positivo del test potrebbe indicare la presenza di un’alterazione nel percorso propriocettivo. Pertanto, oltre a essere utile nelle valutazioni di routine, può essere utilizzato per diagnosticare malattie nel sistema vestibolare e valutare il lemnisco mediale (fascio di fibre sensoriali).

Cervelletto
Il cervelletto è l’organo che coordina i movimenti e partecipa all’equilibrio del corpo.

Come viene eseguito il test di Romberg?

Il test di Romberg non richiede alcun tipo di strumento, attrezzatura o preparazione preventiva. Inoltre, ha una durata molto breve.

Tuttavia, si consiglia di eseguirlo in un luogo in cui vi sia spazio sufficiente. Dovrebbe essere un ambiente sicuro, senza troppi oggetti che il paziente possa urtare in caso di caduta. Ecco come si svolge.

  1. Innanzitutto, il medico informa il paziente sullo svolgimento del test.
  2. Quindi, gli chiede di alzarsi, con i piedi uniti e le braccia rilassate lungo i fianchi. Gli occhi restano aperti.
  3. Il medico, a una certa distanza davanti al paziente, tende le braccia. Non deve toccarlo, solo stargli vicino nel caso in cui vacilli e abbia bisogno di sostegno.
  4. In questa posizione, osserva l’equilibrio del paziente, valutando se ondeggia o cade. Il test dura circa venti o trenta secondi.
  5. Il paziente deve quindi chiudere gli occhi, mantenendo la stessa posizione per altri trenta secondi. Il medico continua a osservare.

Lo scopo del test è valutare la stabilità del paziente. Inoltre, nel caso in cui oscilli, è importante identificare in che modo o in quale momento si manifesta la perdita di equilibrio.

Potrebbe capitare che durante il test di Romberg il paziente cada, ma si tratta di un evento raro. I medici sono preparati e attenti durante tutta la manovra.

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Variazioni del test

Il test di Romberg può essere eseguito con piccole variazioni. Non c’è consenso sul fatto che sia più efficace chiedere al paziente di tenere i piedi alla stessa larghezza delle spalle o piuttosto uniti.

La variante più nota è il cosiddetto test tandem o Romberg modificato. Inizia allo stesso modo di quello classico, ma nella seconda parte si eseguono i seguenti passaggi:

  1. Il paziente incrocia le braccia sul petto, appoggiando il palmo della mano destra sulla spalla sinistra e viceversa.
  2. I piedi sono in posizione semi-tandem, cioè, uno leggermente avanti rispetto all’altro.
  3. Il medico deve osservare la stabilità del paziente in questa posizione, prima chiedendogli di tenere gli occhi aperti per dieci secondi, quindi ad occhi chiusi per altri dieci secondi.
  4. Il test prosegue con i piedi in posizione tandem (un piede davanti all’altro) e con le braccia incrociate sul petto.

Questa variazione viene solitamente eseguita quando è già stato osservato un segno di Romberg positivo. Pertanto, in questo caso, non è sempre facile per il paziente eseguire i movimenti richiesti dal medico.

Quando è positivo il test?

Il test di Romberg può essere negativo o positivo. È considerato negativo quando il paziente riesce a stare in piedi con gli occhi chiusi. In tal caso non si sospettano alterazioni a livello propriocettivo.

Il segno di Romberg è invece positivo se, chiudendo gli occhi, il paziente vacilla o perde l’equilibrio, anche senza cadere. È positivo, inoltre, se il paziente, ad occhi chiusi, deve muovere uno dei piedi per mantenere l’equilibrio.

Se ciò accade, è probabile un disturbo del sistema propriocettivo. Quest’ultimo è un sistema complesso, che riceve segnali da diverse parti del corpo. Il fatto che l’oscillazione avvenga quando si chiudono gli occhi, è dovuto al ruolo che la vista svolge in questo processo.

Con gli occhi aperti si producono segnali visivi che aiutano il cervello a comprendere lo stato del corpo e la postura. Chiudere gli occhi ed eliminare questi segnali permette di capire se il sistema non è in grado di compensare tale deficit.

Le malattie maggiormente associate a un test di Romberg positivo sono l’atassia cerebellare, l’atassia vestibolare e la disfunzione del sistema propriocettivo. Possono coesistere nello stesso paziente.

Il test di Romberg è utile per diagnosticare l'atassia cerebellare.
Le atassie definiscono una mancanza di coordinazione dei movimenti, talvolta accompagnata da mancanza di equilibrio. La forma cerebellare ha origine nel cervelletto.

Test di Romberg, in breve

Il test di Romberg non richiede alcuna preparazione specifica del paziente. Tuttavia, è importante che il medico spieghi, prima di eseguirlo, in cosa consiste la manovra. Questo perché, in presenza di un disturbo dell’equilibrio, c’è da attendersi che il paziente si senta insicuro e non osi nemmeno chiudere gli occhi.

Il test di Romberg è qualitativo. Vale a dire, valuta se sia presente un disturbo dell’equilibrio, ma non permette di quantificarne l’entità. Non esiste consenso sulla sua validità nella letteratura scientifica.

Nonostante sia un test con bassa sensibilità e specificità, è uno strumento diagnostico rapido e non invasivo. È vero, tuttavia, che non riflette in modo preciso il disturbo del paziente, né prevede il rischio di cadute.

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Il test di Romberg: è uno strumento utile?

In generale, il test di Romberg è utile come primo approccio diagnostico nelle malattie del sistema propriocettivo. Dovrebbe essere eseguito nelle visite neurologiche di routine, in quanto fornisce informazioni rilevanti sullo stato dei percorsi sensoriali.

Bibliografia

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