Chirurgia ortognatica: in cosa consiste?

La chirurgia ortognatica è utile nei casi di malformazione o irregolarità della mascella, della mandibola o entrambe. È un procedimento sicuro con una fase postoperatoria impegnativa.
Chirurgia ortognatica: in cosa consiste?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

La chirurgia ortognatica è un procedimento odontologico utile per correggere disarmonie o deformità dentofacciali. Anche se spesso passano inosservate a prima vista, queste anomalie arrivano ad alterare la linea del viso.

Si stima che circa il 5% della popolazione mondiale presenti qualche tipo di anomalia dentale, alla mascella o alla mandibola (la mascella inferiore) . Questo non si ripercuote solo sull’aspetto, ma può compromettere anche la masticazione, la deglutizione, la respirazione e la dizione.

Cos’è la chirurgia ortognatica?

Tavolo operatorio per operazione di chirurgia ortognatica.
La chirurgia ortognatica permette di intervenire nelle malformazioni maxillo facciali.

La chirurgia ortognatica è un procedimento chirurgico volto a correggere la posizione di mascella e mandibola. Quando questa è anomala, provoca problemi funzionali come malocclusione, apnea notturna, difficoltà nella digestione e nella dizione.

Questo tipo di intervento permette di sistemare deformità scheletro facciali (delle ossa del viso) e correggere asimmetrie. Permette anche di riparare lesioni o difetti congeniti del viso.

Viene eseguita da un chirurgo maxillo facciale e implica un lungo periodo preparatorio di 12-18 mesi in cui, con l’ausilio di un apparecchio, si allineano i denti. In questo periodo si realizzano diverse radiografie e immagini 3d per identificare i cambi nella struttura maxillo facciale.

L’intervento di chirurgia ortognatica si esegue sotto anestesia totale e richiede il ricovero in ospedale per 2-4 giorni. Durante l’operazione le ossa vengono incise e riposizionate tramite placche, elastici, viti ecc.

Tipi di chirurgia ortognatica

Esistono tre tipi di chirurgia ortognatica: della mascella, della mandibola e di entrambe allo stesso tempo (bimascellare). Vediamo ciascuna nel dettaglio.

Chirurgia ortognatica dell’osso mascellare

Serve a riposizionare l’osso mascellare. L’obiettivo è recuperare armonia del viso, oltre a ripristinare la funzionalità di quest’osso fondamentale per la masticazione, la respirazione e la dizione.

La chirurgia prevede un taglio nell’osso attraverso quella che è chiamata Osteotomia Le Fort 1. Permette di allungare, accorciare, ritrarre, spostare in avanti o ruotare l’osso. Una volta riposizionato correttamente, si fissa tramite placche di titanio. L’operazione dura circa 40 minuti.

Chirurgia ortognatica della mandibola

Quest’intervento si realizza per spostare in avanti o indietro la mandibola. La seconda opzione è più rara, in quanto si rischia di restringere le vie aeree. Lo spostamento in avanti invece non implica grandi rischi.

Gli interventi di chirurgia ortognatica si realizzano su persone dalla mandibola piccola o ritratta rispetto alla mascella. Questa condizione è nota come retrognazia o II classe scheletrica, ed è spesso causa di apnea notturna.

Durante l’operazione si incidono i due lati dell’osso della mandibola, tramite un procedimento noto come osteotomia sagittale bilaterale. L’osso viene spostato in avanti e fissato con placche di titanio. L’intervento dura 30 minuti.

Chirurgia ortognatica bimascellare

È la tipologia più comune e serve a riposizionare sia la mascella che la mandibola. Lo scopo è ripristinare la forma corretta e migliorare l’armonia del volto.

Si applica in caso di malformazioni di classe II, III, morso aperto o asimmetria facciale. Durante il procedimento, che dura tra i 90 e i 120 minuti, si procede al riposizionamento dell’osso mandibolare e mascellare.

Possibili complicazioni

Strumenti del dentista.
L’intervento è sicuro, con rari casi di complicazioni.

La chirurgia ortognatica è un procedimento sicuro che causa di rado complicazioni. Anche se la fase post operatoria è impegnativa, la maggior parte delle persone la superano con successo.

Le possibili complicazioni sono:

  • Perdita di sangue. Circa il 30% dei pazienti richiedono una trasfusione durante l’intervento.
  • Infezione. Molto rara, in quanto subito dopo l’operazione vengono somministrati antibiotici intravenosi e per via orale.
  • Danno nervoso. C’è il rischio che uno o più nervi facciali siano lesionati durante l’intervento.
  • Ricaduta. Di rado può succedere che la mandibola ritorni alla posizione precedente all’operazione.
  • Frattura alla mandibola. Si presenta solo nel 2% dei casi.

Come funziona la fase post operatoria?

Il processo post operatorio è lungo e complicato. Durante i nove mesi successivi andranno seguite diete speciali, evitato il consumo di alcol e mantenuta una rigida igiene orale tramite uso di collutori a base di clorexedina (3 volte al giorno).

Subito dopo l’intervento viene prescritto un periodo di riposo che va dalle due alle tre settimane. Il viso sarà gonfio e si raccomanderà l’uso di una maschera facciale, antiinfiammatori e applicazione di ghiaccio.

Si suggerisce di iniziare la fisioterapia immediatamente dopo l’operazione per recuperare quanto prima la mobilità normale. Inizialmente potrebbe essere necessario mangiare con una siringa. Poi si passerà a alimenti frullati, triturati o liquidi.

Chirurgia ortognatica, come migliorare l’autostima

Prima e dopo l’intervento di chirurgia ortognatica probabilmente servirà un trattamento di ortodonzia. Questo serve a stabilizzare le ossa e correggere l’occlusione. Chirurgo e odontoiatra dovranno lavorare necessariamente insieme.

È un’operazione pensata per correggere problemi di funzionalità causati da una posizione anomala dell’osso mascellare, della mandibola o di entrambi. Inoltre, migliora l’aspetto estetico incidendo in modo drastico sull’autostima del paziente.


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