Demenza senile e Alzheimer: quali differenze?

A volte i termini demenza senile e Alzheimer vengono usati come sinonimi. Tuttavia, è bene chiarire che esistono delle importanti differenze tra queste due malattie. In questo articolo vi aiuteremo a conoscerle più da vicino.
Demenza senile e Alzheimer: quali differenze?

Ultimo aggiornamento: 23 gennaio, 2019

Molto spesso, i due concetti di demenza senile e Alzheimer vengono usati indistintamente, creando una certa confusione. Al contrario, si tratta di due patologie distinte e con caratteristiche proprie. Anche se riguardano entrambe il deterioramento dell’attività cerebrale, conviene fare luce sulle differenze che le contraddistinguono.

Per “demenza” si intende una diminuzione delle funzioni intellettive precedentemente acquisite e sviluppate. Con il passare del tempo, questo progressivo cedimento aumenta, diventando irreversibile. Elementi come l’attenzione, la concentrazione e la memoria vengono indebolite fino a una perdita quasi totale. Anche la comprensione e l’espressione linguistica, le abilità matematiche e il coordinamento psicomotorio si riducono notevolmente. Funzioni superiori come la pianificazione e l’esecuzione delle attività o la resistenza alla fatica vengono inficiate dalla demenza. Ne risentono anche la capacità di giudizio, la volontà, il pensiero astratto, la regolazione emotiva e il controllo degli impulsi.

Ciò che allontana i termini demenza senile e Alzheimer è il fatto che il primo concetto indica una serie di sintomi tipici dell’età avanza, mentre nel secondo caso si tratta di una vera e propria patologia. Oltre a malattie vascolari e disfunzioni del sistema nervoso, l’Alzheimer rientra tra le cause della demenza senile.

Demenza senile e Alzheimer

A seguire procederemo a definire questi due termini, in modo da poter sottolineare meglio peculiarità e differenze.

La demenza senile

Come si capisce, l’accezione “senile” è posta per indicare le particolari deficienze cognitive e intellettuali che compaiono negli anziani, generalmente a partire dai 65 anni di età. Come anticipato, in realtà non si tratta di una vera e propria malattia, quanto di un insieme di sintomi, secondo quanto afferma l’Alzheimer’s Association.

Una volta compromessa la memoria e altre capacità di ragionamento, l’interferenza nella vita quotidiana è particolarmente problematica e richiede uno sforzo considerevole da parte della famiglia.

Anziano pensieroso con mano su fronte

In altre parole, la demenza senile può riferirsi a qualsiasi tipo di demenza. In quanto tale, può essere causata da varie malattie. Quindi, può essere dovuta a una malattia vascolare, a una malattia del sistema nervoso centrale o, appunto, dall’Alzheimer.

La Dottoressa Sagrario Manzano coordina il gruppo di studio sul comportamento e la demenza della Società Spagnola di Neurologia. Secondo la Manzano, usare il termine “senile” è incorretto, dal momento che la demenza può colpire persone di qualsiasi età.

Alzheimer

Se ne deduce, quindi, che l’Alzheimer è uno specifico tipo di demenza. Tuttavia, le sue cause (la sua eziologia) sono ormai ben note.

È caratterizzato dalla perdita di neuroni, con il conseguente abbassamento di densità sinaptica (per sinapsi si intende la connessione tra due neuroni). Inoltre, varie sostanze, come il materiale amiloide, sono depositate nel tessuto nervoso. Si verificano anche alterazioni nei neurotrasmettitori e una discreta atrofia della corteccia cerebrale.

Differenze tra demenza senile e Alzheimer

La posizione delle lesioni

L’Alzheimer è una demenza di tipo corticale: è la materia grigia encefalica a esserne influenzata. Le funzioni controllate dalla materia grigia (corteccia) sono pertanto quelle che vengono maggiormente colpite dalla malattia. In particolare:

  • Giudizio.
  • Memoria.
  • Linguaggio.
  • Attenzione.
  • Concentrazione.
Dottoressa guarda lastra differenza tra demenza senile e Alzheimer

Al contrario, la demenza senile può essere corticale o subcorticale. Oltre a influenzare le funzioni di cui sopra, possono essere colpite anche le funzioni governate dallo strato cerebrale subcorticale. Questi includono la psicomotricità, la regolazione emotiva, la velocità e la memoria. Inoltre, due circostanze sono caratteristiche della demenza sottocorticale:

  • Aprassia: perdita della capacità di eseguire i giusti movimenti.
  • Agnosi: perdita della capacità di riconoscere gli stimoli.

È interessante notare che praticamente tutte le tipologie di demenza si mescolano e sovrappongono durante la loro fase evolutiva degenerativa.

Quadro clinico

Il quadro clinico dell’Alzheimer progredisce per circa 5-10 anni e si sviluppa in fasi. Il primo è caratterizzato da una diminuzione della resistenza alla fatica e dall’adattabilità nelle attività straordinarie. Appaiono anche piccole dimenticanze e negazioni della malattia, ma anche preoccupazione e ansia.

Durante la seconda fase è più evidente l’incapacità di compiere azioni straordinarie. Ciò è accompagnato da perdita di attenzione, scarsa concentrazione, perdita di memoria e sintomi depressivi.

Nella terza fase si verifica una diminuzione della capacità di adattarsi ai compiti ordinari. Inoltre, si verifica una disregolazione emotiva. Durante la quarta fase, la capacità di adattarsi ai compiti ordinari è già gravemente ridotta. La persona non è consapevole della sua malattia e si riscontra un cambiamento della personalità. Il quinto stadio è segnato da un deficit cognitivo già molto evidente. Nella sesta fase, infine, il malato non riconosce più i familiari e dipende completamente dal supporto altrui.

Al contrario, le demenze vascolari si sviluppano a causa di attacchi ischemici transitori (TIA), che provocano un ridotto flusso di sangue al cervello. Ciò significa che il danno è cumulativo e l’evoluzione è “a intervalli”. Si verificano brusche diminuzioni delle funzioni superiori, seguite da piccole stabilizzazioni.

Altre demenze sono dovute a malattie più specifiche del sistema nervoso. Il quadro clinico, dunque, cambia in base alla patologia causante. In sostanza, mentre l’Alzheimer è una malattia che progredisce gradualmente, la demenza senile può evolversi in tre modi:

  • Lentamente se la demenza senile è di tipo Alzheimer.
  • A intervalli se la demenza senile è di tipo vascolare.
  • Secondo malattie specifiche del sistema nervoso.

Epidemiologia

Giunti a questo punto, si è già fatta chiarezza circa le differenze tra demenza senile e Alzheimer. La prima riguarda un insieme di sintomi, mentre il secondo è una patologia specifica con caratteristiche cliniche proprie. È diversa anche la posizione delle lesioni, che interessano la zona corticale nell’Alzheimer mentre nella demenza possono ricadere su quelle corticale, ma anche su quella subcorticale. Diversa è anche il decorso: graduale nell’Alzheimer, graduale, a intervalli o influenzata dal tipo causa nella demenza.

L’ultima importante differenza tra le due condizioni riguarda l’epidemiologia, ovvero il rapporto di queste due malattie neurodegenerative con l’ambiente e la popolazione.  Mentre la demenza di tipo Alzheimer colpisce soprattutto le donne, la demenza senile influenzerà maggiormente gli uomini se la causa è vascolare (ovvero per un ridotto flusso di sangue al cervello).


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