Disturbo distimico: quando la tristezza diventa cronica

Che cos’è il disturbo distimico? Tutti sappiamo cosa significa attraversare un brutto momento, quando il dolore e i pensieri negativi ci obbligano a riprogrammare molti aspetti della vita. A volte il semplice fatto di vivere fasi del genere è un modo per imparare, per acquisire nuove strategie da applicare in futuro.
Ma se la tristezza dovesse essere costante nella nostra vita? Cosa succede se questo malessere interiore, il dolore e lo sconforto non scompaiono, ma ce li trasciniamo dietro giorno dopo giorno? In questo caso, potremmo parlare di distimia o disturbo distimico, che si distingue dalla depressione per certi aspetti che vale la pena conoscere.
Continuate a leggere questo articolo per imparare a riconoscere questo disturbo dell’umore.
Che cos’è la distimia?

La distimia o disturbo distimico è una forma di depressione, caratterizzata da sintomi affettivi ed emotivi importanti. Nella quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) viene classificata come “disturbo depressivo persistente”. Vediamo le principali caratteristiche della distimia:
- È una sensazione costante di tristezza e di sconforto. Non esistono momenti migliori o peggiori; di solito questa sensazione emotiva così negativa dura più di due anni.
- Questo disturbo non è quasi mai legato a “fattori esterni”, vale a dire, non sono necessarie delusioni o perdite affettive per cadere in questa forma di depressione. L’origine è organica e quasi sempre ereditaria. Colpisce soprattutto le donne.
- Di solito compare intorno ai 21 anni di età.
- Nei casi più gravi, il paziente è totalmente incapace di prendersi cura di sé e ha bisogno di assistenza giornaliera per mangiare, sedersi, etc.
- Nonostante ci sia una componente ereditaria, lo stress di solito peggiora molto questa sensazione di sconforto, tanto da portare il disturbo alla sua fase più grave.
- Alla tristezza si aggiungono cattivo umore, stanchezza, insonnia, disturbi alimentari e difficoltà di concentrazione.
- Se la distimia non viene trattata in tempo, può sfociare in una “depressione maggiore”, cioè un disturbo mentale ancora più grave accompagnato da sintomi quali l’ira, la rabbia e anche tentativi di suicidio. È molto pericoloso, ecco perché è importante curare in tempo questo tipo di patologie.
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Come si tratta il disturbo distimico?

Innanzitutto, bisogna chiarire che disturbo distimico è una patologia che va gestita e affrontata durante tutto l’arco della vita. Possiamo ugualmente godere di una buona qualità di vita giorno dopo giorno? Sì, è possibile, ma sono necessari alcuni accorgimenti:
- Farmaci antidepressivi.
- Sessioni di psicoterapia comportamentale e cognitiva, e incontri di gruppo.
- Assistenza medica periodica durante tutta la vita.
- Sostegno e conforto sociale (amici, parenti) e personale.
Una malattia a carattere ereditario
Dobbiamo tenere presente che l’origine di questo disturbo è ereditaria, quindi organica. Quasi sempre si verifica un’alterazione nei neurotrasmettitori di serotonina. Questo significa che i farmaci saranno efficaci e che, senza dubbio, la terapia psicologica sarà di grande aiuto. Tuttavia, bisognerà seguire questi trattamenti e terapie tutta la vita.
In questo modo, le persone affette da distimia potranno godersi la vita giorno dopo giorno, andare al lavoro, realizzare i loro sogni e raggiungere i loro obiettivi.
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È necessario che le persone a cui è stata diagnosticata la distimia siano consapevoli del problema e che capiscano cosa sta succedendo. Si tratta, come abbiamo detto, di una malattia da tenere sempre sotto controllo; è soprattutto importante individuare e gestire le fonti di stress e di ansia perché possono peggiorare i sintomi.

Se in famiglia ci sono precedenti di distimia, le probabilità di soffrirne sono più alte. In questo caso è meglio prendere alcune precauzioni e parlare con il medico.
Ricordiamo le principali differenze tra la distimia e la depressione:
- La distimia compare intorno ai 21 anni o addirittura prima, ed è uno stato di tristezza permanente, senza che ci siano motivi oggettivi a scatenare questa emozione, questo sconforto.
- Si protrae per un anno e mezzo, due anni circa e se non viene curata in tempo, può sfociare in una depressione più grave accompagnata da tentativi di suicidio.
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- DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. American Psychiatric Association. Raffaello Cortina Editore
- Cristina Faliva, Tra normalità e rischio. Manuale di psicologia dello sviluppo e dell’adolescenza, Maggioli Editore, 2011
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