
Al giorno d’oggi, la ritenzione idrica rappresenta un problema relativamente frequente. Questa condizione viene definita come un disturbo infiammatorio che…
La differenza di tonalità tra i due lati dei fogli di alluminio deriva dal processo di produzione, che fa diventare un lato più brillante dell'altro.
Da decenni l’alluminio è presente nelle nostre cucine, grazie alla sua versatilità e ai molti usi che contempla. I fogli di alluminio sono stati ideati per rendere più comoda e lunga la conservazione dei cibi, oltre che per facilitarne la cottura. Tuttavia, il dibattito resta aperto. Sono in molti, infatti, a sostenere che conservare i cibi nei fogli di alluminio non sia affatto sicuro.
Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che conservare i cibi nei fogli di alluminio possa farci ammalare. Ciò nonostante alcuni paesi come Francia, Belgio, Germania, Regno Unito e Brasile ne hanno già proibito l’uso per fini alimentari. Nel resto del mondo continua a essere usato regolarmente in cucina, spesso senza conoscere i rischi connessi.
Secondo i dati dell’EFSA (European Food Safety Authority), gli alimenti che entrano in contatto con fogli o recipienti di alluminio possono assorbire piccole quantità di questo metallo.
Stando a quanto affermano studi recenti, è il calore che permette all’alluminio di filtrare negli alimenti. Questo significa che a maggiori temperature corrisponde un maggior passaggio del metallo nei nostri cibi.
L’Università Americana di Sharjah e l’Istituto del petrolio di Abu Dhabi (entrambi negli Emirati Arabi Uniti) hanno sottolineato, invece, che l’alluminio passa soprattutto negli alimenti acidi. Sono, dunque, più a rischio cibi come il pomodoro, l’aceto, gli agrumi oltre che le spezie e il sale.
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Entrando nel nostro corpo, l’alluminio viene distribuito nella maggior parte dei tessuti; si può accumulare in alcuni di essi, in particolare nelle ossa. La situazione è allarmante soprattutto per le donne in gravidanza; esiste, infatti, il rischio che l’alluminio oltrepassi la placenta e raggiunga il cervello del feto.
Altre ricerche hanno suggerito che l’accumulo di questo metallo possa essere collegato con l’Alzheimer, alcuni tipi di cancro e l’infertilità. Tuttavia, sottolineiamo che sono ancora ipotesi e che le prove scientifiche non sono, al momento, sufficienti.
L’Agenzia per le Sostanze Tossiche e la Registrazione delle Malattie (ATSDR per la sua sigla inglese) avverte che siamo tutti sottoposti all’azione dell’alluminio, sebbene a bassi livelli. Si trova nell’aria, nell’acqua, nel suolo e negli alimenti, ma solo quando l’esposizione è alta possono sorgere problemi di tossicità e di malattie.
L’industria dell’alluminio per confezionamento è considerata una delle meno sostenibili e delle più inquinanti per l’impatto ambientale che genera.
L’alluminio viene estratto dalla bauxite, minerale il cui processo di estrazione genera rifiuti e inquinamento di fiumi e falde acquifere. Oltre a questo, il processo di produzione dei fogli di alluminio richiede un elevato dispendio energetico.
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Ricordiamo che i rischi legati all’abitudine di conservare i cibi nei fogli di alluminio non sono suffragati da prove definitive. È sempre meglio, però, essere informati sulle “possibili conseguenze” dell’uso di questo materiale.