Gli scienziati creano una pelle artificiale "anti-età" contro rughe e imperfezioni

Nonostante sia ancora in fase sperimentale, questa pelle artificiale potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nella concezione della chirurgia estetica e dei trattamenti anti-età.
Gli scienziati creano una pelle artificiale "anti-età" contro rughe e imperfezioni

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

I trattamenti antiage da secoli cercano di rallentare l’invecchiamento e attenuare i segni dell’età. L’ultimo ritrovato della ricerca è la pelle artificiale.

Il termine “pelle artificiale”, la cui accezione è stata ampiamente discussa all’interno della comunità scientifica, è attualmente utilizzato per designare quei prodotti, trattamenti e tecnologie che hanno lo scopo di ridurre e prevenire il deterioramento della pelle associato al passare del tempo.

Sia la medicina che l’industria cosmetica hanno sviluppato centinaia di metodi per nascondere le rughe, ridurre le macchie e minimizzare gli effetti negativi causati dai radicali liberi e dal sole.

Tuttavia, per contrastare davvero i segni biologici dell’invecchiamento molta strada resta da percorrere. Nonostante ciò, dalla macchina della medicina antiaging, in piena funzione, escono trattamenti sempre più avanzati.

Uno dei più recenti ha attirato l’attenzione degli specialisti di tutto mondo, perché potrebbe aiutare a combattere diverse patologie dermatologiche.

Si tratta di una pelle artificiale composta da un polimero biocompatibile con il corpo umano, che potrebbe proteggerci dagli effetti dell’invecchiamento.

I primi risultati, ancora in fase di ricerca, sono stati presentati da un gruppo di scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che già lo considerano la “rivoluzione antiaging ”.

Una pelle artificiale anti-età

rughe di espressione

Tutto ebbe inizio poco più di 10 anni fa, quando un’équipe di ricercatori del Massachusetts General Hospital si è prefissata di sviluppare una “seconda pelle” con tutte le proprietà meccaniche del derma naturale; oltre a proteggere la pelle, doveva ripristinarne le caratteristiche iniziali.

Per fare ciò, i ricercatori hanno creato una lista di oltre 100 polimeri candidati per la riparazione della pelle. Tutti caratterizzati dalla presenza di silossano, una catena di atomi di silicio e ossigeno alternati.

Questo struttura permette di creare delle resine siliconiche non tossiche che possono essere impiantate nel corpo umano senza essere rigettate.

Tra tutti i polimeri, gli scienziati hanno scelto quello che meglio imitava la flessibilità e l’elasticità di una pelle sana, una sorta di gel che, applicato sulla pelle, riduce macchie, rughe, occhiaie e altri segni dell’età.

Si applica il prodotto sul derma, seguito da un catalizzatore di platino in crema che lo trasforma in una pellicola trasparente. L’effetto è una pelle rinforzata con uno strato che fa da barriera traspirante.

Dopo il test, eseguito al momento solo su quattro persone, il gruppo di ricercatori ha confermato che questo polimero può migliorare la funzione della pelle in soggetti con tendenza alla secchezza. Oltre a questo, ne ripristina anche l’estetica.

Alla luce dei risultati, Robert Langer, uno dei ricercatori, postula che questa pelle artificiale possa anche aiutare a preservare il derma dai danni dei raggi UV e trovare impiego nel trattamento di dermatiti ed eczemi.

Insomma, si tratta di uno strato invisibile ed elastico che, oltre ad aderire alla pelle, è biocompatibile con il corpo umano e riesce a ridurre i segni del tempo, rassodando la pelle e levigando le rughe.

Invecchiamento prematuro

Un’alternativa alla chirurgia?

Questa scoperta potrebbe essere un salto di qualità in campo estetico per i suoi effetti anti-età e antirughe; soprattutto rappresenta un’alternativa a trattamenti più complessi come la chirurgia plastica e ricostruttiva.

“Fornisce un miglioramento estetico e potrebbe sostituire i farmaci topici”, afferma Langer.

Questa pelle artificiale ha una serie di caratteristiche che la rendono un “materiale ideale per l’uso negli esseri umani”, secondo Anderson, professore di ingegneria chimica al MIT e membro del MIT Koch Institute for Cancer Research.

L’uso di questo materiale potrebbe evitare bisturi e sala operatoria e consentire al paziente di riacquistare una pelle rinnovata senza passare attraverso trattamenti complessi e dolorosi.

Non si sa quando questo ritrovato possa raggiungere il pubblico; nonostante i primi test siano stati effettuati sugli esseri umani, sono ancora necessari ulteriori ricerche per verificarne gli effetti.

Articolo basato su informazioni presentate sulla rivista Nature Materials.


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