
I disturbi alimentari nel bambino autistico sono all’ordine del giorno. Possono avere varie cause, sebbene siano generalmente secondarie alle alterazioni…
I bambini in genere mangiano quando hanno fame e smettono quando si sentono sazi. Occorre però prestare attenzione al peso e al livello di nutrizione per evitare problemi di salute.
Avete provato in tutti i modi e alla fine siete giunti alla conclusione “a mio figlio non piace mangiare”? Perché succede? Quando il bambino non vuole mangiare, si deve a un problema di salute o è una conseguenza di abitudini alimentari di famiglia? Continuate a leggere per sapere perché i bambini spesso hanno un rapporto difficile con il cibo.
Un bambino che non mangia volentieri desta, giustamente, preoccupazione; un’alimentazione scarsa, infatti, può portare a problemi di sviluppo. I bambini che non si nutrono bene sono più vulnerabili alle malattie e ai fattori ambientali.
Si tratta, in realtà, di una situazione molto comune nei bambini più piccoli e in età prescolare. Per quale motivo? Innanzitutto, crescendo, il bambino esige più indipendenza e vuole mangiare da solo. A questo si accompagnano anche i cambiamenti nell’appetito.
Diventa, a volte, schizzinoso con alcuni alimenti, mangia con svogliatezza, chiede sempre le stesse cose oppure semplicemente non vuole mangiare.
Niente paura, questa fase di adattamento è normale e temporanea. Secondo le informazioni riportare sulla pubblicazione spagnola: Revista de Psicología Clínica con Niños y Adolescentes, 25 bambini su 100 presentano problemi alimentari in situazioni normali. Quindi se il bambino non vuole mangiare, sappiate che è in buona compagnia.
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In alcune fasi della crescita spesso il bambino non vuole mangiare, è vero, ma dobbiamo monitorare la situazione. Quando dobbiamo cominciare a preoccuparci, quindi? Prestate attenzione a:
In breve, si deve prestare particolare attenzione a due parametri importanti: la frequenza e la durata di questo comportamento; inoltre la quantità di cibo che viene scartata. In presenza di cambiamenti importanti, non esitate a rivolgervi al pediatra.
“Mangiare è un comportamento e, come tutti i comportamenti, può essere modificato”
Estivill e Domènech, 2011.
Sono anche da considerare alcuni elementi che riguardano più da vicino i genitori: il comportamento a tavola e le abitudini alimentari di mamma, papà e nonni si ripercuotono in modo diretto sull’atteggiamento del bambino verso il cibo.
Tra i comportamenti che più incidono sull’inappetenza dei piccoli troviamo:
Lo sapevate? Più invecchiamo, più il cibo ci fa ingrassare
È vitale offrire ai bambini tre pasti e due spuntini, ogni giorno alla stessa ora. Rispettando questi orari, è più probabile che avranno appetito al momento di mangiare.
È altrettanto importante stabilire un tempo limite per svuotare il piatto. Venti minuti dovrebbero essere sufficienti per permettere ai piccoli di finire tutto.
A volte, per disperazione, i genitori decidono di preparare piatti speciali o forzano il bambino a mangiare.
È stato dimostrato che il cosiddetto “sistema di rinforzo a gettoni” dà buoni risultati. Questa tecnica aumenta la motivazione e la voglia nel bambino a provare nuovi cibi.
Una parte importante dell’educazione alimentare consiste nel mangiare insieme, tutte le volte che è possibile. Condividere il cibo, senza stress o discussioni aiuterà il bambino ad apprezzare quanto ha nel piatto.
Come riportato sulla rivista Paediatrics & Child Health, esistono altre misure in grado di aiutarvi a migliorare i comportamenti alimentari dei vostri figli:
Ricordate: se il bambino non vuole mangiare, non deve essere forzato. I bambini in genere mangiano quando hanno fame e smettono di mangiare quando si sentono sazi.
Il vostro compito principale è quello di offrire una buona varietà di cibi sani tra cui i vostri figli possano scegliere e decidere quanto mangiare o se mangiare. Ci auguriamo che questi suggerimenti vi aiutino a migliorare il rapporto con il cibo a casa vostra.