Il cervello può provare dolore? La scienza risponde

Quando si ha mal di testa, ci si chiede spesso dove ha origine e se il cervello possa davvero provare dolore. In realtà questo organo interpreta gli stimoli del dolore, ma non è in grado, da solo, di provarlo.
Il cervello può provare dolore? La scienza risponde
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Cefalea è il nome tecnico del mal di testa. E la testa comprende diverse strutture, tra cui il cervello. A questo punto, una domanda sorge spontanea: il cervello può provare dolore? O meglio, cos’è che ci fa male quando abbiamo mal di testa?

La testa include le ossa del cranio, la pelle e i muscoli che ricopre, l’encefalo, le strutture venose e quelle nervose. Il cervello è un ulteriore organo dell’encefalo, pertanto solo una porzione di testa.

L’origine del mal di testa è molteplice. Spesso quelli più lievi sono provocati da un po’ di stanchezza o stress e niente più. In altri casi, il mal di testa è il sintomo di malattie più gravi, come l’ictus.

Ma allora, il cervello può provare dolore? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima chiederci se nel tessuto cerebrale sono presenti o meno i recettori del dolore. Le aree del corpo prive di recettori, di fatto, non sono in grado di provare dolore.

Non esistono recettori del dolore nel cervello

I recettori del dolore sono denominati nocicettori. Si tratta di strutture sensoriali in grado di percepire il dolore. Quando uno stimolo attiva un nocicettore, può manifestarsi una sensazione di dolore.

I nocicettori sono presenti in diversi tessuti, ma non nel cervello. Quando questi recettori vengono stimolati, ad esempio toccando una fonte di calore, trasmettono il segnale del dolore al cervello attraverso il midollo spinale.

I nocicettori sono presenti all’esterno corpo, nella pelle e dentro il corpo, in alcuni organi. Anche alcune mucose presentano tali recettori, così come i tessuti dei muscoli.

Il cervello, pertanto, non può provare dolore. Si limita a ricevere le informazioni che gli arrivano dai nocicettori sparsi in tutto il corpo e le interpreta, ma non si tratta in nessun caso di dolore cerebrale. Alcune strutture vicine possiedono i nocicettori, ad esempio le meningi.

Non disponendo di recettori del dolore, il cervello può essere operato in anestesia locale, come avviene in molti interventi di neurochirurgia. In questi casi, si opera con la calotta del cranio aperta con il paziente sveglio, giacché il lavoro del chirurgo non produce alcun dolore in quella sede.

Cervello illuminato
Il cervello è una parte dell’encefalo che non è in grado di provare dolore.

Il cervello non può provare dolore, ma lo interpreta

Come già indicato, il cervello non può provare dolore, ma è comunque responsabile dell’interpretazione dei segnali ricevuti dai nocicettori distribuiti nell’organismo. Per alcuni neurologi, è corretto affermare che il cervello generi dolore, in quanto esso ci informa che qualcosa fa male.

Quando un nocicettore rileva un cambiamento fisico, termico, di pressione o chimico potenzialmente dannoso, avvisa il cervello. L’informazione emessa dal recettore sale attraverso il midollo spinale e viene interpretata nel tessuto cerebrale.

Il cervello raccoglie i dati ed emette una risposta, che è condizionata da ciò che siamo, ovvero dalle esperienze vissute e apprese. Viene pertanto elaborato un comando da eseguire. Se il dolore rilevato è un pericolo, l’ordine potrebbe essere quello di rimuovere la mano da un luogo, muoversi, saltare, correre, oppure resistere ancora un po’.

Ci sono persone che si allenano al dolore, ad esempio i pugili. I colpi ricevuti vengono registrati dal cervello con il fine di acquisire esperienza. Ai colpi successivi, la risposta non sarà più la stessa, perché il cervello avrà accumulato sufficienti informazioni per scegliere meglio.

A ogni modo, vi è una soglia del dolore che va oltre l’esperienza. Il dolore, nello specifico, è un meccanismo di difesa che l’organismo utilizza per segnalare potenziali pericoli per la salute. Un sistema di riconoscimento del dolore che funziona in maniera ottimale ci mantiene in vita come specie.

Ma allora cos’è il mal di testa?

Mal di testa
Il mal di testa ha origine da strutture vicine al cervello, ma non dal tessuto cerebrale stesso.

Adesso che sappiamo che il cervello non può provocare dolore, è lecito chiedersi perché invece la testa fa male. Ebbene, la risposta risiede in alcune strutture del cranio.

Il mal di testa può avere origine nel cuoio capelluto, nelle meningi o nelle arterie del cranio. Anche i muscoli del collo possono causarlo per via di una contrattura cervicale. Il cervello interpreta i segnali di queste strutture e decide se si tratta o meno di dolore.

La circolazione del sangue è una frequente fonte di emicrania. Quando si ha un’alterazione del flusso sanguigno nelle arterie o nelle vene, i nocicettori di tali vasi lo segnalano al cervello. Ecco perché alcuni farmaci per l’emicrania intervengono sulla vasocostrizione.

Il cervello non può provare dolore, ma noi sì

Il fatto che il cervello non possa provare dolore non significa che noi non lo percepiamo. Al contrario, il tessuto cerebrale ci mette in comunicazione con l’esterno attraverso la percezione del dolore e, al tempo stesso, interpreta l’ambiente interno per mezzo dei nocicettori presenti negli organi.


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