Il dermatofibroma: caratteristiche e cura

Un dermatofibroma può essere confuso con un neo o con una cicatrice. Si tratta di tumori benigni della pelle, di solito fastidiosi più dal punto di vista estetico. Come riconoscerli?
Il dermatofibroma: caratteristiche e cura

Ultimo aggiornamento: 19 settembre, 2020

Il dermatofibroma, conosciuto anche con il nome di istiocitoma, è una neoplasia benigna piuttosto comune. Forse vi sarà capitato di notare una piccola protuberanza marrone sulle braccia o sulle gambe, simile a una cicatrice, a un neo o a un pelo incarnito.

Queste lesioni sono dovute a un accumulo di collagene e sono note come dermatofibromi. In questo spazio vi spiegheremo a cosa sono dovuti, come riconoscerli e quali opzioni terapeutiche abbiamo a disposizione per tenerli sotto controllo.

Perché si forma un dermatofibroma?

Attualmente non esistono prove specifiche sulla causa esatta del dermatofibroma, ma questo problema è spesso associato a punture di insetto, piccole ferite, una spina o peli incarniti.

Le donne sono più predisposte a soffrire di questo disturbo. D’altra parte, uno studio dimostra una maggiore incidenza negli adulti tra i venti e i quarant’anni.

Pelo incarnito con pus.
I peli incarniti possono essere associati alla comparsa di dermatofibromi. Tuttavia questa neoplasia può essere dovuta ad altri fattori scatenanti.

Sintomi del dermatofibroma

Nella maggior parte dei casi non provoca alcun fastidio, sebbene raramente possa comparire un leggero dolore soprattutto se sottoposto a digitopressione. In presenza di una nuova protuberanza, è importante consultare il medico specialista. Alcune caratteristiche tipiche dei dermatofibromi sono le seguenti:

  • Presentano una colorazione bruna-rossastra (nel tempo possono cambiare colore e nelle persone di carnagione scura sono più scuri).
  • In genere crescono sulle gambe, ma possono comparire anche sul busto o sulle braccia.
  • Sono piccoli (misurano meno di 1 centimetro).
  • Sono particolarmente duri al tatto.
  • Crescono lentamente.
  • In alcuni casi possono provocare prurito o sensibilità al tatto.
  • Sono rialzati e se graffiati possono sanguinare.

Nei pazienti con immunodeficienza (sottoposti a trapianto, con HIV, etc) possono comparire numerosi dermatofibromi all’improvviso. Di solito vengono confusi con cisti, cicatrici e nei.

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Diagnosi di dermatofibroma

La diagnosi del dermatofibroma avviene a seguito di consulto medico tramite domande sulle lesioni dell’area interessata. Lo specialista dovrà essere informato sui sintomi e procederà a un esame tattile.

In caso di dermatofibroma, si forma una sorta di fossetta caratteristica quando si esercita pressione ai lati. Se la diagnosi non è certa, si potrà fare ricorso alla dermatoscopia oppure verrà raccomandata la rimozione chirurgica per una successiva analisi al microscopio.

Diagnosi differenziale

Sono diverse le patologie con caratteristiche cliniche simili e bisogna tenerne conto quando si procede a una diagnosi differenziale. Per fare un esempio, il dermatofibrosarcoma protuberans è la variante maligna di questo tumore.

In presenza di questa possibilità assume importanza eseguire una biopsia. Tra le diverse diagnosi differenziale troviamo:

  • Cicatrice ipertrofica o cheloide.
  • Prurigo nodulare.
  • Neo blu.
  • Cheratoacantoma.
  • Xantogranuloma giovanile.
Visita dermatologica per analizzare i nei.
L’esame obiettivo e l’anamnesi sono i primi passi per diagnosticare un dermatofibroma.

Prognosi del dermatofibroma

In genere i dermatofibromi sono benigni, solo in rarissimi casi si diffondono con metastasi. Sulla base di quanto detto, qualunque lesione di lunga durata va monitorata con attenzione, in modo da scongiurare formazioni maligne.

In pochissimi casi queste neoplasie spariscono spontaneamente. Lasciano, inoltre, segni di ipopigmentazione post-infiammatoria.

Quali trattamenti esistono?

In genere non richiede un trattamento specifico, poiché non è considerato rischioso per la salute. Si interviene solo su quelli che provocano un certo disagio dal punto di vista estetico o che si manifestano con sintomi quali dolore o prurito. Scopriamo i principali trattamenti:

Rimozione chirurgica

Se si interviene con la chirurgia tradizionale, inevitabilmente si formerà un piccolo segno (cicatrice), perché la radice del dermatofibroma è profonda. Questa pratica può essere eseguita in anestesia locale. In circa il 10% dei casi la lesione può formarsi nuovamente.

Criochirurgia

Il congelamento per mezzo del nitrogeno liquido è il trattamento più diffuso. Secondo uno studio pubblicato sul McGill Journal of Medicine, riduce o distrugge la protuberanza e stimola la depigmentazione, anche se non sempre è così.

Laser CO2

Mediante la vaporizzazione di CO2 con il laser, è possibile ottenere risultati soddisfacenti. Talvolta però la cicatrice resta iperpigmentata a causa della profonda localizzazione della lesione.

Il laser CO2 viene spesso impiegato nella medicina estetica per trattare le rughe e alcuni segni da fotoinvecchiamento. Grazie all’emissione di un’esatta frequenza d’onda, distrugge alcuni strati della pelle.

Si tratta di una procedura ad alta tolleranza che potrebbe provocare come effetto indesiderato un passeggero arrossamento  della zona trattata.

Quando sottoporsi a controllo?

Non c’è bisogno di sottoporsi a un controllo periodico con il dermatologo, visto che si tratta di un tumore benigno. In presenza di lesione con irregolarità, allora il consulto diventa necessario. Queste irregolarità possono essere:

  • Bordi irregolari.
  • Crescita veloce.
  • Ricomparsa a seguito di estrazione chirurgica.
  • Lesione più profonda.

Nel caso in cui il dermatologo sospetti un’ulteriore condizione, bisognerà sottoporsi a esami complementari. Altrimenti si potrà procedere a un trattamento di natura estetica.


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