
Proteggere la salute mentale si traduce in un generale benessere psicologico, nonché in buona gestione di sentimenti e relazioni. Le…
Quando ci troviamo in una situazione sfavorevole, è normale e sano fornire una risposta che ci permetta di migliorare le circostanze. Alcune persone restano invece bloccate in una condizione di passività e rassegnazione, in quanto convinte di non avere alcun controllo sugli eventi.
L’impotenza appresa è una risposta passiva e sottomessa a situazioni solitamente spiacevoli. Chi ne soffre non si attiva per eliminare gli stimoli che causano sofferenza o dispiacere.
Questa condizione si verifica in genere dopo aver vissuto un’esperienza traumatica e in cui le azioni intraprese per evitare la sofferenza non sono andate a buon fine. Da ciò si impara che non è possibile intervenire su una situazione dolorosa.
Secondo l’APA, (American Psychological Association), l’impotenza appresa deriva dall’esposizione ripetuta a fattori stressanti. Fattori che non sono controllabili e che portano l’individuo a non usare le proprie strategie e dominare gli eventi.
Ci si convince, in questo modo, di non avere il controllo su quello che accade, ovvero sui processi ambientali. A medio termine questo apprendimento distrugge la motivazione al cambiamento.
In altre parole, si tratta di una condizione che ci rende incapaci di reagire alle situazioni dolorose. Ciò si verifica come conseguenza di una o più azioni fallite di fronte a eventi spiacevoli nel passato. Si impara, quindi, a sopportare la sofferenza e a credere che non si possa fare nulla per evitarlo.
Tutte le cause dell’impotenza appresa sono collegate a un pregiudizio, quello di non avere alcun controllo sugli eventi. Ciò contribuisce a una scarsa analisi delle conseguenze che possono derivare da determinate situazioni.
La convinzione è che esista un destino e che non si possa fare niente per modificarlo. Vediamo le cause più comuni di questa condizione.
Tra i fattori che determinano lo sviluppo di questo stato psicologico vi sono le esperienze dei primi anni di vita. Se si è vissuti eventi sgradevoli durante questa fase e non si è ricevuto nessuna risposta positiva, è probabile che in età adulta si sviluppi un atteggiamento di sottomissione in circostanze analoghe.
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L’educazione ricevuta è un altro fattore che favorisce questa condizione. Se in alcuni contesti viene incentivato un ruolo di passività e dipendenza, aumenta il rischio di sviluppare un atteggiamento di impotenza in futuro.
D’altra parte, i messaggi ricevuti da bambini giocano un ruolo importante nell’instillare la passività. Per esempio, se il bambino è circondato da persone che gli dicono spesso che è incapace, diventerà un adulto convinto di essere impotente.
I bambini che vivono in un ambiente in cui tutto ciò che accade è controllato e li priva della possibilità di sperimentare e capire le conseguenze delle loro azioni sono più vulnerabili.
Esistono anche fattori interni, come il senso di responsabilità o di colpa, che intervengono nello sviluppo dell’impotenza appresa. Più precisamente, ci si sente in colpa per un evento spiacevole e si comincia a pensare di essere incapaci di cambiare o frenare qualunque situazione che si possa presentare in futuro.
Così facendo, si cade nella rassegnazione e nella giustificazione di questo atteggiamento, con ricadute negative sull’autostima e la dignità. Anche questo potrebbe essere attribuito all’educazione ricevuta, che a volta potenzia il senso di colpa.
L’impotenza appresa ha conseguenze negative su più dimensioni:
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Il modo migliore per trattare questo fenomeno è la psicoterapia. Questo approccio mira a insegnare alla persona come rispondere in determinate situazioni.
Durante l’intervento terapeutico si potranno affrontare gli eventi traumatici del passato. L’obiettivo è aiutare il paziente a superare queste esperienze dando esse un significato diverso; si svilupperanno, al tempo stesso, risposte più funzionali e positive in contesti futuri.
Come suggerisce il nome, l’impotenza è appresa, non è innata e si instaura durante l’infanzia. Questa condizione porta con sé una serie di effetti negativi che minano il benessere, a volte in modo profondo. Deve pertanto essere trattata.
Il miglior trattamento è rappresentato dalla psicoterapia. Grazie a essa, è possibile ritrovare il controllo della propria vita. Una volta aver preso coscienza del problema, si noteranno cambiamenti positivi a ogni livello, emotivo, fisico e cognitivo.