Stili genitoriali: che genitori siamo?

Gli stili genitoriali descrivono il modo in cui i genitori reagiscono e rispondono alle esigenze e alle richieste dei figli. 
Stili genitoriali: che genitori siamo?
Marcelo R. Ceberio

Scritto e verificato lo psicologo Marcelo R. Ceberio.

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

Gli stili genitoriali sono costrutti relazionali che coinvolgono comportamenti, gesti, messaggi verbali e paraverbali dei genitori verso i figli; ma anche le tecniche comunicative e le tattiche usate per educarli, siano essi coscienti e volontari o meno.

Nessuna istituzione insegna a diventare genitori, questo ruolo viene appreso sulla base dell’educazione ricevuta ed è caratterizzato da azioni e correzioni che i genitori ritengono adeguate. La famiglia d’origine rappresenta pertanto il modello di riferimento per l’educazione dei figli.

Ciononostante, i genitori sono anche lo specchio nel quale i figli si guardano. In altre parole, i vari stili genitoriali trasmettono un preciso messaggio. I genitori sono più trasparenti di quanto pensino: trasmettono valori, credenze, espressioni emotive, stili comunicativi, etc.

Padre che parla con suo figlio.

Che tipo di genitore sono?

Una delle più note teorie sugli stili genitoriali è stata sviluppata dalla psicologa Diana Baumrind. Questa studiosa ha classificato quattro categorie:

  • Autoritari: ordinano ai figli cosa fare.
  • Permissivi: lasciano che i figli facciano quello che desiderano.
  • Democratici: forniscono norme e indicazioni senza diventare prevaricanti.
  • Negligenti: non tengono in considerazione i figli e concentrano i loro interessi su altri aspetti della loro vita.

Genitori democratici

Sono genitori equilibrati che mantengono una comunicazione costante e aperta nella quale il dialogo è lo strumento migliore per educare i figli.

Sono esigenti e ricettivi e desiderano rendere i figli autonomi e maturi. Oltre a ciò, tengono conto dei sentimenti dei propri figli e insegnano loro come gestirli.

In genere non controllano troppo, fattore che consente al bambino di avventurarsi nelle proprie esperienze con maggiore libertà, prendendo le proprie decisioni in base alle sue idee.

Questi genitori, sostenitori dell’iniziativa personale dei figli, lasciano che siano loro a risolvere da soli i problemi della quotidianità. E ciò si traduce in una maggiore autonomia.

Quando decidono di punire i figli, spiegano sempre il motivo della punizione che in genere è misurata, non troppo severa e per nulla arbitraria. Poiché inclini al perdono, cercano sempre di insegnare piuttosto che punire. Ciò presuppone un maggiore autostima da parte dei bambini, i quali imparano a diventare sempre più autonomi.

Propongono norme chiare e fissano i limiti in modo affettuoso. Permettono inoltre ai figli di sviluppare la propria indipendenza e si aspettano da essi un comportamento maturo, ma pur sempre adatto alla loro età.

Valorizzano i propri figli e sono attenti ai loro bisogni, preoccupazioni e interessi. Si tratta, pertanto, dello stile genitoriale maggiormente consigliabile.

Autoritari

Sono genitori iperesigenti, non ricettivi e nutrono grandi aspettative riguardo ai figli. Impongono un regime totalitario caratterizzato da estremo rispetto delle norme familiari; il dialogo aperto tra genitori e figli è carente, soprattutto quando si tratta di mettere in discussione un ordine.

Genitori severi e inclini alla punizione quando le loro imposizioni non vengono rispettate. Inoltre pretendono rispetto per il loro lavoro e il loro sforzo nel ruolo di educatori.

Non agevolano il dialogo e talvolta lo rifiutano come misura disciplinare. Per esempio: “Non rivolgermi la parola finché non fai quello che ti dico”. Spesso l’unica spiegazione che danno è “perché lo dico io”.

Sono meno sensibili ai bisogni dei loro figli e più propensi a picchiare o urlare contro il bambino piuttosto che discutere del problema. I bambini cresciuti in tale ambito possono presentare minori abilità sociali, in quanto gli ordini genitoriali limitano la loro libera iniziativa.

Questi genitori esercitano la disciplina senza concedere la minima autonomia ai figli e considerano l’obbedienza come una virtù, pertanto privilegiano le punizioni e le misure di forza.

Permissivi

Sono genitori molto sensibili ai bisogni e ai desideri dei propri figli e nutrono basse aspettative nei confronti del loro comportamento. Si tratta di uno stile genitoriale che li vede coinvolti nella vita dei figli, ma al contempo privi di esigenze e di controllo. L’assenza di limiti, tuttavia, impedisce ai bambini di acquisire le necessarie abilità di autocontrollo.

Tendono a essere immaturi, difficilmente sanno controllare gli impulsi ed essere socialmente responsabili; sono in genere più impulsivi e durante l’adolescenza si isolano. I bambini non imparano a controllare la propria condotta e si aspettano sempre di farla franca.

Questo stile genitoriale forma bambini viziati o maleducati, che tendono a estremizzare i loro comportamenti quando gli altri non soddisfano le loro aspettative.

Mani madre e figlia.

Negligenti

Non sono né esigenti né flessibili. Sono anche chiamati non-coinvolti, poiché freddi e distanti dalla vita dei loro figli. Non si aspettano né fissano limiti, tantomeno li inducono ad assumersi le proprie responsabilità.

I loro figli hanno la sensazione che altri aspetti della vita dei genitori siano più importanti.

I genitori negligenti trascurano spesso le emozioni e le opinioni dei figli e non li sostengono, piuttosto soddisfano i loro bisogni di base (alloggio, istruzione, cibo). Spesso sono emotivamente assenti e talvolta anche fisicamente; ovvero, seppur presenti, non c’è comunicazione.

Non sono o non possono essere sensibili ai bisogni dei figli e non nutrono aspettative sulla loro condotta. I bambini cresciuti in un ambiente negligente, in età adulta possono mostrare disturbi emotivi e comportamentali.

La mancanza di affetto e di consigli produce effetti estremamente negativi sul loro sviluppo. Rischiano di sentirsi insicuri, svalutati e dipendenti. Hanno difficoltà di socializzazione e una bassa tolleranza alla frustrazione.

Tipologie specifiche di stili genitoriali

Lo psicologo Mario Ceberio, nel suo lavoro con gli adolescenti, ha rilevato una serie di peculiarità genitoriali nei colloqui con i genitiro dei ragazzi.

Afferma che non esistono stili genitoriali puri, ma si tratta più spesso di combinazioni che conferiscono una particolare distorsione della genitorialità. Basandosi sulla classifica di Baumrind, mette in evidenza alcune tipologie genitoriali.

  • Colpevoli: sono genitori che si sentono in colpa quando impongono dei limiti. Cercano il riconoscimento e l’amore dei figli e credono che dire NO possa generare rifiuto.
  • Esigenti: stimolano i figli consapevoli delle loro qualità, li valorizzano e li motivano.
  • Iperesigenti: tendono a sottolineare i risultati che non sono stati raggiunti. Non valorizzano quanto fatto, ma solo quello che non è stato fatto. In altre parole, li sminuiscono.
  • Autoritari: sono dittatori che non spiegano il perché dei loro limiti e ordini. Non è importante quello che i figli vogliono, ma quello che loro pensano sia meglio per loro.
  • Limitanti adeguati: genitori che pongono limiti efficaci, chiari, flessibili e ben spiegati.
  • Iper donatori: madri e padri convinti che dare e soddisfare tutti i bisogni assicuri la crescita ottimale dei figli.
  • Sempre permissivi: accontentano sempre i figli e non pongono un freno alle loro idee. Non ci sono limiti. Tendono a non guidarli e finiscono per essere sopraffatti dai loro stessi figli.
  • Dipendenti: hanno bisogno dell’affetto e del riconoscimento dei figli, cercano di compiacerli e di essere apprezzati. Sono convinti che l’unico posto sicuro per loro sia casa.
  • Chiocce iperprotettive: si prendono estrema cura dei figli, non incoraggiandoli all’indipendenza. Temono che possa succedergli qualcosa, dunque fanno tutto al loro posto.

Ulteriori stili genitoriali

  • Proiettivi: riversano i loro desideri frustrati sui figli. Scaricano sui figli quello che non hanno potuto realizzare nella loro vita. Non ascoltano i loro desideri.
  • Donatori: sono genitori che guidano i loro figli. Forniscono consigli, ma lasciano loro la libertà di vivere liberamente le proprie esperienze. Possono farlo anche materialmente, ma solo come trampolino verso l’indipendenza. Sanno come lasciarli andare.
  • Onnipotenti: possono tutto. Offrono ai figli tutto ciò di cui hanno bisogno e molto di più. Sono convinti che paghetta, macchina e regali vari siano gli strumenti migliori per educare.
  • Comunicatori: danno priorità alla comunicazione, spiegando implicitamente cosa significa essere una famiglia. Non spingono mai, ma rispettano sempre i tempi. Chiedono ed evitano di presupporre.
  • Concessivi: stimolano la libertà e l’indipendenza, a volte anche troppo non considerando le reali capacità emotive o grado di maturità dei figli.
  • Valorizzatori: sono emotivamente nutrienti. Esprimono affetto e apprezzamento con parole e azioni.
Stili genitoriali e padre che guarda il figlio.

Combinazioni letali di stili genitoriali

  • Permissivi e onnipotenti: stimolano la libertà dei figli senza misure e soddisfano anche tutti i loro bisogni e non li lasciano crescere. Comprano o affittano un appartamento in cui possono vivere da soli, ma pagano tutte le spese. Tendono a ingannare i figli, in quanto li stimolano all’indipendenza, ma al contempo soddisfano ogni loro esigenza.
  • Il buono e il cattivo: da un lato un genitore autoritario e dall’altro uno colpevole. Quello che pone limiti estremi, rigidi, ordini e punizioni. E l’altro che copre, protegge e giustifica. È un triangolo che favorisce la coalizione.
  • Colpevoli permissivi: non consentono azioni senza limiti e non si sentono in colpa a stabilirli, motivo per cui finiscono inesorabilmente per essere i figli dei propri figli. Si stabilisce una gerarchia inversa: figli dominanti e genitori sottomessi.
  • Proiettivi iperesigenti: non solo non riconoscono i desideri e le aspirazioni dei figli, ma sono anche iperesigenti, ignorano i desideri e le capacità dei figli. In genere tendono a sottolineare le mancanze, utilizzando i parametri della protezione. Se a ciò si aggiunge l’autorevolezza, lo scenario risulta persino più gravoso.

Una genitorialità nutriente e funzionale favorisce la crescita, l’autonomia, la comunicazione, le espressioni emotive e la chiarezza dei limiti. Riunisce, pertanto, i seguenti stili genitoriali: valorizzatori + donatori affettivi + esigenti produttivi + limitanti adeguati + comunicatori.

Ben lungi da una visione ideale di genitorialità e più orientata a un ruolo sano e funzionale, esercitare uno stile genitoriale ottimale consiste nell’apprendere ogni giorno il bellissimo compito di essere genitori.


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