Iperreflessia autonoma: di cosa si tratta?

L'iperreflessia autonoma è un disturbo che se non viene trattato in modo adeguato può portare alla  morte. Le lesioni nel midollo osseo sono le cause più comuni della sua comparsa. 
Iperreflessia autonoma: di cosa si tratta?
Alejandro Duarte

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Duarte.

Ultimo aggiornamento: 18 marzo, 2019

L’iperreflessia autonoma è una complicazione che interessa i soggetti che presentano una lesione del midollo spinale in fase cronica.

Colpisce l’85% dei pazienti che presentano una grave lesione del midollo spinale al di sopra della settima vertebra toracica, detta T7.

Si tratta di una reazione anomala ed esagerata del sistema nervoso involontario o autonomo alla stimolazione. L’iperreflessia autonoma può causare dei cambiamenti nella frequenza cardiaca, sudorazione eccessiva e ipertensione arteriosa tra i sintomi che vedremo più in dettaglio in questo articolo.

Quali sono le cause della iperreflessia autonoma?

Colonna vertebrale
L’iperreflessia autonoma provoca una stimolazione anomala del sistema nervoso sulle funzioni basilari involontarie.

La causa più frequente è una lesione del midollo spinale come già detto all’inizio dell’articolo. Un soggetto nella suddetta condizione presenta una risposta eccessiva a stimolazioni che non creano disagio a una persona sana.

Tuttavia, esistono altre cause alla base di questa malattia. Ad esempio, la sindrome di Guillain-Barré, un disturbo nel quale il sistema immunitario del nostro organismo attacca erroneamente parte del sistema nervoso.

Alcuni effetti collaterali di determinati farmaci, così come un trauma cranico grave e altri lesioni cerebrali, come una emorragia subaracnoidea, possono essere ulteriori cause che favoriscono lo sviluppo di questa condizione.

Infine, anche il consumo di sostanze eccitanti illecite come la cocaina e le anfetamine rientra tra le cause responsabili della iperreflessia autonoma.

Sintomi della iperreflessia autonoma

Gambe con pelle d'oca conseguenza della iperreflessia autonoma
Si attivano riflessi involontari come il muscolo pilomotore o pelle d’oca.

Nell’area sottostante la lesione midollare si produce pallore cutaneo e contrazioni muscolari involontarie.

Viceversa, nelle aree sovrastanti la lesione è possibile osservare arrossamento, intensa sudorazione e dilatazione della pupilla, altrimenti detta midriasi.

Il paziente accusa con frequenza mal di testa, sensazione di mancanza d’aria, vista offuscata, ansia e dolore toracico.

Possono verificarsi complicazioni quali perdita dei sensi, convulsioni ed emorragie cerebrali. In questi casi la iperreflessia autonoma è considerata una condizione clinica di urgenza.

Oltre ai sintomi già menzionati, possono presentarsene altri come:

  • Disturbi intestinali.
  • Febbre.
  • Congestione nasale.
  • Pelle d’oca.

Nonostante i numerosi sintomi descritti, in alcuni casi tale patologia è asintomatica e in altri causa un pericoloso innalzamento della pressione arteriosa.

Come prevenire la iperreflessia autonoma?

Per prevenire questa condizione, bisogna evitare di assumere farmaci che possono causarla o peggiorarla.

Le persone che presentano già una lesione al midollo osseo devono seguire alcuni consigli al fine di prevenire la iperreflessia autonoma.

Per prima cosa, devono evitare che la vescica si riempi troppo, pertanto si consiglia di urinare con frequenza.

Devono anche fare il possibile per tenere sotto controllo la sensazione di dolore. D’altra parte, è importante prevenire l’incontinenza fecale, ma anche proteggere la pelle al fine di prevenire ulcere e infezioni cutanee.

Potrebbe interessarvi anche: Come diventare donatori di midollo osseo

Prognosi e possibili complicanze

La prognosi di questa malattia dipenderà dalla causa scatenante. Se la iperreflessia è dovuta agli effetti di un trattamento farmacologico, il soggetto, in linea generale, guarisce sospendendo la somministrazione dei farmaci responsabili.

Se le cause sono altre, la guarigione dipenderà dalle possibilità di trattamento della malattia.

Per quanto riguarda le possibili complicanze, possono presentarsi a causa degli effetti collaterali dei farmaci volti a trattare la patologia. L’ipertensione grave e prolungata può causare:

  • Convulsioni.
  • Sanguinamento intraoculare.
  • Accidente cerebrovascolare.
  • Morte.

Trattamento

Mano con farmaci per iperreflessia autonoma
Nella maggior parte dei casi la sospensione dei farmaci scatenanti garantisce il recupero delle normali funzioni.

La iperreflessia autonoma è potenzialmente mortale, motivo per cui è di estrema importanza individuare e trattare questo disturbo in fretta. Il trattamento dipenderà dalla causa scatenante. Se è causata da farmaci, bisognerà subito sospenderne la somministrazione.

Se i sintomi dipendono dalla frequenza cardiaca, è possibile assumere farmaci anticolinergici come l’atropina. È indispensabile inoltre trattare la pressione arteriosa molto alta con tempestività, ma con cura, poiché potrebbe scendere bruscamente.

Infine, se il ritmo cardiaco è instabile, potrebbe rivelarsi necessario l’uso da parte del paziente di un pacemaker.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Cheshire WP. Autonomic disorders and their management. In: Goldman L, Schafer AI, eds. Goldman-Cecil Medicine. 25th ed. Philadelphia, PA: Elsevier Saunders; 2016:chap 418.
  • Cowan H. Autonomic dysreflexia in spinal cord injury. Nurs Times. 2015;111(44):22-24. PMID: 26665385 www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26665385.
  • McDonagh DL, Barden CB. Autonomic dysreflexia. In: Fleisher LA, Rosenbaum SH, eds. Complications in Anesthesia. 3rd ed. Philadelphia, PA: Elsevier; 2018:chap 131.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.