Malattia di Buerger: cause, sintomi e trattamenti

La malattia di Buerger può causare dolore agli arti, sindrome di Raynaud e persino rendere necessaria l'amputazione. In questo articolo spieghiamo in cosa consiste.
Malattia di Buerger: cause, sintomi e trattamenti
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

La malattia di Buerger è una patologia rara, nota anche come tromboangioite obliterante. Consiste nell’infiammazione di alcuni vasi sanguigni, come arterie e vene di piccolo e medio calibro.

Nella stragrande maggioranza dei casi è associata al fumo. La causa diretta non è ancora ben nota, ma presenta una maggiore incidenza in determinate aree geografiche, ovvero nei paesi del Mediterraneo e del sud-est asiatico.

Il problema principale della malattia di Buerger è che può avere conseguenze piuttosto gravi. Tra esse, la possibile amputazione di un arto. Nelle righe che seguono spieghiamo come prevenirla.

Cos’è la malattia di Buerger?

La malattia di Buerger è una patologia a carico dei vasi sanguigni. È nota anche con il nome di tromboangioite obliterante. Provoca l’infiammazione dei vasi sanguigni, che risultano ostruiti a causa della presenza di trombi.

Secondo uno studio spagnolo pubblicato su Actas Dermo-Sifiliográficas, gran parte dei soggetti colpiti sono giovani uomini fumatori. La malattia sembra essere causata da un meccanismo autoimmune, innescato dall’azione del tabacco.

Benché si tratti di una malattia rara, si è scoperto che la maggior parte dei casi si concentra nell’area del mediterraneo e in quella asiatica.

Nello specifico, quando i vasi sanguigni si ostruiscono, i tessuti non ricevono più sangue ossigenato. Di conseguenza, finiscono per danneggiarsi, necrotizzandosi. Le parti più colpite sono le mani e i piedi. Tuttavia, man mano che la malattia progredisce, può includere le braccia e le gambe. La morte dei tessuti è associata a un alto rischio di amputazione.

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono legati al coinvolgimento dei vasi sanguigni. Dato che sono le vene e le arterie di medio e piccolo calibro a risultare danneggiate, le prime manifestazioni interessano le estremità.

Secondo quanto affermano gli specialisti della Mayo Clinic, uno dei sintomi è la claudicazione. Essa consiste in dolore a piedi, mani, braccia o gambe quando impiegati per diverso tempo. Di solito scompare quando si è a riposo. Ad esempio, spesso interessa i polpacci quando si cammina.

Il mancato apporto di sangue, inoltre, danneggia anche la pelle. In alcuni casi, possono persino comparire ulcere, aree necrotiche e atrofia delle unghie.

Un’altra delle manifestazioni classiche è la sindrome di Raynaud. In questo caso le dita delle mani o dei piedi variano di colore per via dell’interruzione dell’afflusso di sangue causato da specifici eventi scatenanti. Può essere dovuta al freddo, allo stress, ma anche al fumo.

Diversi soggetti sperimentano formicolio o intorpidimento delle estremità. Le vene più superficiali sono soggette a episodi di infiammazione nota come tromboflebite superficiale.

Il tabacco è la causa principale

Uomo che rompe sigaretta.
Il fumo è strettamente legato a questa patologia. Soni diversi i meccanismi coinvolti che ne spiegano l’esito finale.

La malattia di Buerger, come accennato, è associata al tabacco, sia che esso venga fumato o masticato. Tuttavia, la causa esatta è tuttora sconosciuta. Parrebbe sussistere una reazione immunitaria al tabacco stesso.

Uno studio condotto dall’Accademia Spagnola di Dermatologia e Venerologia afferma che potrebbe essere causata da fattori genetici. Ciò spiegherebbe il motivo per cui solo una piccola percentuale di fumatori sviluppa la malattia.

Tra l’altro, il fatto che la maggiore incidenza sia concentrata in alcune aree specifiche (Asia e Mediterraneo), avvalorerebbe questa ipotesi. La malattia di Buerger, inoltre, è più diffusa tra le persone con aplotipo HLA-A9.

Fattori di rischio

Il fattore di rischio principale è il tabacco, non solo quello consumato attraverso il fumo. Più se ne consuma, maggiori sono le probabilità di incorrere in questa patologia.

Al tempo stesso, può influire il sesso, di fatto questo disturbo colpisce soprattutto gli uomini. Tuttavia, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, fino a tempi relativamente recenti, questi fumavano più delle donne. A ogni modo, la maggior parte dei casi interessa giovani sotto i 45 anni di sesso maschile.

Diagnosi della malattia di Buerger

Secondo uno studio pubblicato su Medicina Integral, la diagnosi della malattia di Buerger è di tipo clinico. Si sospetta di essa quando i sintomi sopra menzionati si manifestano in un paziente giovane, fumatore e che non presenta altri fattori di rischio.

È altrettanto importante escludere altre malattie autoimmuni o cause specifiche di embolie. In tal senso, esistono una serie di esami che contribuiscono a confermare la diagnosi. Le analisi del sangue sono fondamentali, in quanto consentono di escludere alcune patologie, come la sclerodermia o i disturbi della coagulazione.

L’angiografia è un altro esame ritenuto utile, poiché permette di verificare lo stato delle vene e delle arterie potenzialmente coinvolte. Il test di Allen è un esame attraverso il quale valutare  l’afflusso di sangue alle mani.

Qual è il trattamento?

Non essendo nota la causa esatta della malattia di Buerger non è ancora stato possibile sviluppare un trattamento specifico. Si sa per certo, tuttavia, che è essenziale smettere di fumare.

Spesso si somministrano trattamenti anticoagulanti, i quali includono: aspirina, eparina e acenocumarolo. Gli ultimi due sono indicati nei casi si trombosi venosa o arteriosa.

Anche i farmaci calcio-antagonisti possono rivelarsi utili. D’altro canto, alcuni medici consigliano la simpatectomia. Si tratta di un intervento chirurgico che ha lo scopo di rimuovere determinati nervi del sistema nervoso simpatico per prevenire la vasocostrizione.

Tuttavia, quando l’afflusso di sangue permane interrotto per molto tempo e i tessuti sono ormai danneggiati, è possibile che venga valutata l’amputazione. Può consistere nella rimozione di un solo dito, dell’intera mano o piede.

Amputazione della gamba.
L’amputazione è l’esito più drammatico di questa malattia. È necessaria in presenza di necrosi dei tessuti.

Possibili complicazioni della malattia di Buerger

La complicazione più grave della malattia di Buerger è l’amputazione di un arto. Tale intervento risulta necessario quanto i tessuti sono ormai necrotizzati.

Quando un tessuto muore per mancanza di sangue o per una grave infezione batterica, si produce la cancrena. I sintomi generalmente includono variazione di colore della pelle che tende al nero o al blu, odore sgradevole e perdita di sensibilità.

L’amputazione diventa pertanto necessaria, in quanto, se non venisse effettuata l’infezione potrebbe diffondersi nel corpo. A seconda dell’arto amputato, la funzionalità e l’indipendenza del paziente risulterà gravemente compromessa.

La malattia di Buerger si può quasi sempre prevenire

Come già accennato, la causa esatta della malattia di Buerger non è ancora nota. Tuttavia, si sa bene che il principale fattore scatenante è il tabacco. Fumato o masticato, di fatto è il maggiore fattore di rischio.

Senza dimenticare che il tabacco è dannoso anche per molti altri aspetti legati alla salute. È associato a un gran numero di tumori, come il cancro ai polmoni e alle labbra. Motivo per cui è essenziale evitare di fumare o smettere il prima possibile.

Sappiamo bene che, smettere di fumare non è semplice, soprattutto dopo lunghi anni di esposizione. Tuttavia, al giorno d’oggi sono disponibili diversi metodi e modalità d’aiuto per iniziare a farlo. Ad esempio, alcuni farmaci e terapie psicologiche. Provate a chiedere un consiglio al vostro medico.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.



Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.