Il 25 aprile è la giornata mondiale contro il maltrattamento minorile. Un momento in cui riflettere e sensibilizzare su un problema che dà a tutti noi la possibilità di diventare quella mano o quel braccio amico con cui offrire aiuto e consolazione ai bambini che ne hanno bisogno.
Viene considerato maltrattamento minorile l’abuso fisico ed emotivo nei confronti di un minore, così come l’abbandono. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un quarto degli adulti di tutto il mondo dichiara di aver subito abusi durante l’infanzia.
Le proporzioni di questo problema sono immense. Per esempio, vi rientra anche l’obbligo, difeso da molte culture, per tante bambine di sposarsi, trasformandole in merce e rovinando per sempre la loro infanzia e la loro vita.
Realtà dure come quella dell’infibulazione, dell’abbandono e persino del bullismo, che molti dei nostri bambini e adolescenti subiscono a scuola, sono chiari esempi di quanto sia vicino e reale il fenomeno del maltrattamento minorile.
Maltrattamento minorile: un grave problema ancora senza soluzione
Il maltrattamento minorile è un problema che ci riempie di rabbia, ma che, a volte, non sappiamo come affrontare. Giorno dopo giorno sentiamo in televisione o sui social network notizie a cui facciamo fatica a credere e che ci mandano su tutte le furie.
Bambini che devono partecipare a guerre che nemmeno comprendono, piccoli che muoiono in conflitti bellici come quelli in Siria, bambini che in Nigeria vengono abbandonati perché considerati stregoni e bambine sottomesse a terribili infibulazioni perché così viene imposto dalle loro culture e religioni.
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Situazioni simili ci sfuggono dalle mani e non è sufficiente collaborare mensilmente con un’organizzazione umanitaria. Tutti noi vorremmo fare di più e un modo per riuscirci è guardare la nostra realtà più vicina.
Maltrattamento è tutto quello che danneggia l’integrità fisica ed emotiva di un bambino
Maltrattamento minorile è dire a un bambino che è “un buono a nulla”, è lasciarlo solo tutto il giorno, è umiliarlo, picchiarlo, sono anche tutte quelle azioni che non lasciano segni sulla pelle, ma che si intuiscono dallo sguardo.
La OMS segnala che ogni anno muoiono per omicidio 41000 bambini al di sotto dei 15 anni. Tuttavia, indica anche che questi numeri potrebbero essere persino maggiori, perché la morte di molti piccoli viene attribuita in diverse occasioni a incidenti, cadute e persino suicidi.
Un dato riscontrato di recente indica un importante aumento del numero di suicidi di minori, come nel caso di Diego, il bambino spagnolo che si è tolto la vita a soli 11 anni perché non riusciva più a sopportare il bullismo di cui era vittima a scuola.
Il maltrattamento minorile è una realtà che riguarda tutti i paesi. Invece di disperarci perché non sappiamo cosa fare per i bambini di altri paesi che subiscono ingiustizie, è importante essere ricettivi nei confronti di quello che accade attorno a noi.
Ascoltate i vostri figli quando vi raccontano che un compagno di classe è vittima di attacchi o scherzi pesanti da parte di altri bambini. Se sentite i vicini che urlano ai propri figli, assicuratevi che si tratti di una semplice ramanzina e non di un caso di aggressione di fronte al quale dovreste intervenire.
Traumi causati dal maltrattamento minorile
Il maltrattamento, l’aggressione, l’umiliazione, l’abbandono creano ferite nel cervello del bambino che difficilmente potranno essere dimenticate.
I traumi infantili determinano la crescita emotiva di un bambino. Il disturbo post-traumatico da stress sfocerà in una personalità indifesa, piena di paure oppure incline a comportamenti aggressivi come reazione a un ricordo che non riesce ad affrontare.
Nessuno esce indenne da un’aggressione subita durante l’infanzia e, per questo, è necessario offrire risorse e supporto a tutti quei bambini che ne sono stati vittima. È necessario garantire loro, in primo luogo, un ambiente sicuro e, in seguito, sarà fondamentale rafforzare la loro autostima affinché si sentano amati, supportati e valorizzati.
Quando l’ambiente intorno a loro sarà diventato uno spazio pieno d’affetto in cui si sentono tranquilli, sarà il momento di guarire le loro ferite, i loro vuoti e i loro traumi. In questo modo potranno, poco per volta, riaprirsi al mondo.
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Possiamo contribuire tutti a frenare la piaga del maltrattamento minorile. È sufficiente stare attenti ed essere sensibili ai bisogni dei più piccoli per garantire loro l’integrità fisica ed emotiva che meritano.
Bibliografia
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- Cabra O.l; Infante D.C; Sossa F.N (2010). El suicidio y los factores de riesgo asociados en niños y adolescentes (Colombia). https://www.unisanitas.edu.co/Revista/18/suicidio.pdf