Meritocrazia: che cos’è e quali difficoltà nasconde?

La meritocrazia è di solito considerato un modello che consente di creare una società equa. È veramente un sistema ideale o nasconde delle difficoltà?

Meritocrazia: che cos'è e quali difficoltà nasconde?

La meritocrazia è un sistema di ricompensa basato sul merito individuale. In altre parole, è un modo per classificare le persone in base a talento, abilità, sforzo e dedizione.

Questo sistema è diffuso nella nostra società. Trova applicazione sia negli enti pubblici che privati: un esempio sono le assunzioni attraverso i concorsi. Ciò consente di riconoscere le capacità e l’impegno personale.

La meritocrazia è solitamente considerata elemento portante di una società giusta. L’individuo ottiene un risultato in base agli sforzi e alle capacità dimostrate, e non in base alla ricchezza, il sesso, la religione, ecc.

Tuttavia, questo modello nasconde una difficoltà.

Origine del termine

Il termine meritocrazia deriva dal latino merĭtum, che significa “giusta ricompensa”; e dal suffisso greco krátos, che significa “potere o forza”. Meritocratiche sono le gerarchie o le posizioni di potere determinate in base al valore individuale.

Sebbene questa nozione sia stata utilizzata fin dall’antichità (come si può vedere nello Stato Ideale di Platone), la versione moderna risale al sociologo e attivista sociale Michael Young che ha coniato questo termine nel suo romanzo L’avvento della meritocrazia (1958). Si tratta di un’opera di finzione in cui l’autore critica la tendenza elitaria dell’istruzione formale in Europa.

In questo romanzo distopico e futuristico, il merito, concetto in cui confluiscono intelligenza e impegno, finisce per diventare la causa primaria della disuguaglianza sociale. Il risultato è la creazione di un governo elitario, composto da una minoranza intelligente e capace, a scapito di una maggioranza ignorante e incompetente.

In questo scenario, poche persone riescono a guadagnarsi un posto all’interno dell’élite grazie all’abilità e alla dedizione: la massa, portata a fare il minimo sforzo, è condannata alla povertà.

Londra.
La politica dei paesi e delle grandi città sembra considerare la meritocrazia unico e attuale sistema di amministrazione.

Leggete anche: Essere felici non è impossibile: riflessioni sulla felicità

La meritocrazia come ideale di una società giusta

Sebbene il termine avesse una connotazione negativa all’inizio e sia stato creato con un atteggiamento critico, il discorso neoliberista si è appropriato di questa nozione e le ha conferito un significato più positivo. Difende il fatto che la meritocrazia consente la creazione di una società giusta.

Si può vedere, quindi, come la nozione neoliberista fosse radicalmente contraria all’approccio proposto da Michael Young nel suo scritto distopico. Riguardo a questa svolta, nel 2001 l’autore espresse il suo disappunto, per la sorte del concetto da lui stesso coniato.

“Il libro era una satira destinata a fungere da avvertimento. È un buon criterio, per l’occupazione, scegliere le persone in base al merito. Ma diverso è il caso in cui coloro che sono giudicati meritevoli in qualunque cosa diventano una nuova classe sociale che non lascia spazio agli altri”.

-Michael Young-

Problemi connessi alla meritocrazia

Sebbene la meritocrazia sia considerata necessaria per dissipare ingiustizie e disuguaglianze, questa nozione nasconde un grande problema. Michael Sandel, filosofo politico e professore all’Università di Harvard, sostiene, anzi, che il sistema nasconde due problemi.

1. Disuguaglianza nelle opportunità

Sandel dice che, in realtà, la società non è all’altezza degli ideali meritocratici che professa. Le opportunità di base non sono le stesse per tutti gli individui.

In altre parole, le famiglie benestanti sono in grado di trasmettere privilegi ai figli, garantendo loro vantaggi educativi e culturali che permettono loro di essere ammessi nelle migliori università. Secondo Sandel, nelle scuole più prestigiose degli Stati Uniti ci sono più studenti che appartengono all’1% delle famiglie con il reddito più alto del Paese, che al 60% a reddito più basso.

Pertanto, lo sforzo delle classi sociali più elevate non è lo stesso di quello delle fasce sociali più povere. In questo caso, i più ricchi hanno maggiori possibilità di ottenere una preparazione di migliore livello.

D’altra parte, i più poveri devono investire uno sforzo enorme per accedere a un‘istruzione di qualità. In effetti, molte volte devono spendere gran parte del loro tempo per generare reddito per sopravvivere, il che a sua volta aumenta l’abbandono scolastico.

Leggete anche: L’importanza della filosofia: a cosa serve, perché studiarla?

2. Atteggiamento arrogante di fronte al successo

Il secondo problema che Sandel individua è l’atteggiamento che incoraggia la meritocrazia in chi riesce a raggiungere il successo. Cioè, i più avvantaggiati credono che ciò che hanno ottenuto sia dovuto ai propri meriti. Pertanto, sentono di meritare le ricompense che le società di mercato concedono ai vincitori.

Inoltre, i vincitori tendono a pensare che chi è stato lasciato indietro sia responsabile della propria condizione. Questo atteggiamento genera un’ulteriore disuguaglianza sociale. In altre parole, la meritocrazia crea arroganza nei vincitori e umiliazione in coloro che sono rimasti indietro.

Si possono risolvere i problemi della meritocrazia?

Sebbene la meritocrazia abbia i suoi difetti fondamentali, è giusto evidenziare il buono sociale di questa proposta. È ben noto che in passato le posizioni gerarchiche erano definite da eredità, classe, famiglia e fattori che non dipendevano dall’individuo stesso.

Tuttavia, con l’ascesa della meritocrazia, le opportunità di scelta e il riconoscimento dello sforzo hanno permesso di impedire al determinismo di definire il futuro. Inoltre, oggi il merito è un criterio importante per il buon funzionamento di vari processi e per la distribuzione delle risorse.

Nonostante siano tutt’altro che ideali, si possono osservare risultati positivi. Principalmente nelle organizzazioni private, dove è possibile creare un sistema ben definito. I problemi della meritocrazia possono essere risolti, purché siano garantite a tutti pari opportunità.

Donna di successo.
Come definire il successo? I meriti personali non sempre determinano ciò che si intende come trionfo.

Un sistema da perfezionare

Possiamo concludere che la meritocrazia non è di per sé una cattiva proposta. In effetti, oggigiorno è un modello molto utile per il mondo del business e del lavoro.

Tuttavia, se vogliamo che questa proposta sia efficace e vada veramente a beneficio della società, dobbiamo essere consapevoli dei difetti che essa presuppone ed evitarli. Altrimenti si aggrava il problema che si cerca di combattere, cioè l’ingiustizia e la disuguaglianza sociale.

Bibliografia

Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.

  • Allen A. Michael Young’s The Rise of the Meritocracy: A Philosophical Critique. British Journal of Educational Studies [Internet] 2011 [consultado 15 feb 2022]; 59(4): 367-382. Disponible en: https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/00071005.2011.582852
  • Castilla E, Benard S. The Paradox of Meritocracy in Organizations. Administrative Science Quarterly [Internet] 2010 [consultado 15 feb 2022]; 55(4): 543-676. Disponible en: https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.2189/asqu.2010.55.4.543
  • Son Hing L, Bobocel D, Zanna M, Garcia D, et al. The merit of meritocracy. Journal of Personality and Social Psychology [Internet] 2011 [consultado 15 feb 2022]; 101(3): 433–450. Disponible en: https://psycnet.apa.org/record/2011-15474-001
Torna in alto