Microplastiche: come influiscono sulla salute?

Negli ultimi anni, enti come l'Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno manifestato il bisogno di ulteriori ricerche sugli effetti delle microplastiche sulla salute umana. Cosa sappiamo al momento?
Microplastiche: come influiscono sulla salute?
Anna Vilarrasa

Scritto e verificato la nutrizionista Anna Vilarrasa.

Ultimo aggiornamento: 23 agosto, 2022

Ogni giorno siamo esposti a un gran numero di agenti inquinanti; tra questi le microplastiche. In che modo influiscono sulla nostra salute?

In questo articolo spieghiamo cosa sono le microplastiche e presentiamo le principali conclusioni in merito a cui è giunta finora la scienza.

Cosa sono le microplastiche e dove si trovano?

Le microplastiche sono particelle solide di materiale plastico molto piccole (meno di 5 micron). Possono essere classificate in primarie e secondarie:

  • Le microplastiche primarie presentano appositamente dimensioni così ridotte per la fabbricazione di alcuni prodotti.
  • Quelle secondarie sono il risultato della scomposizione di parti di plastica più grandi. In genere, l’azione del sole, del vento e delle onde finisce per erodere la plastica presente in mare dividendola in minuscole particelle.

Le microplastiche primarie vengono utilizzate in moltissimi prodotti commercializzati in tutto il mondo, tra cui:

  • Fertilizzanti e altri prodotti fitosanitari.
  • Prodotti cosmetici (trucco, glitter, scrub).
  • Detergenti domestici e industriali.
  • Prodotti per la pulizia.
  • Pittura.

Data l’ampia diffusione di questi prodotti, alcune organizzazioni come l’Agenzia europea per le sostanze chimiche consigliano di limitare l’uso deliberato da parte dell’industria di queste particelle.

Sono pericolosi per la salute?

Piatto pieno di plastica.
A oggi l’impatto delle microplastiche sul corpo è sconosciuto. Sebbene si pensi siano dannose, sono necessari ulteriori studi.

L’impatto della plastica sull’ambiente, soprattutto sugli oceani, è devastante. Tuttavia, non si dispone di dati certi in merito all’impatto delle microplastiche sulla salute umana.

Nel 2014, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha classificato queste particelle come “un potenziale rischio emergente”. Tuttavia, nello stesso studio, è stata chiarita la mancanza di analisi e dati scientifici riguardo agli effetti sulla salute al fine di stabilire raccomandazioni generali per la popolazione.

Al momento, è noto che il nostro corpo non assorbe le particelle più grandi di 150 micron. Per quanto riguarda le particelle più piccole, inizialmente hanno un assorbimento molto ridotto. Se invece si parla di nanoparticelle (particelle di plastica molto molto piccole), potrebbe verificarsi un assorbimento maggiore.

Per questo motivo sono necessari ulteriori studi per valutare con precisione in che modo queste particelle vengono metabolizzate dal nostro corpo e il loro grado di tossicità.

Come raggiungono il nostro corpo?

La principale via di contatto delle microplastiche è la catena alimentare. Queste si trovano nell’ambiente (soprattutto nei mari e negli oceani) e possono essere ingerite da pesci, bestiame o pollame.

Tuttavia, in generale, le microplastiche si accumulano nell’intestino e nello stomaco degli animali, dalla quale vengono poi eliminate, e di solito non vengono consumate dall’uomo. Quindi possiamo dire che questo canale di contatto è a basso rischio.

Non succede lo stesso con i crostacei e i molluschi bivalvi, poiché vengono consumati interi. Inoltre, le microplastiche non si trovano solo negli animali: sono state trovate anche in altri prodotti come miele, birra, sale marino e nell’acqua potabile, imbottigliata o meno.

Oltre alle vie alimentari, il contatto può derivare anche da altre fonti. Al momento non si sa molto sull’impatto che la cottura al vapore o al forno possono avere sulla presenza delle microplastiche negli alimenti.

Allo stesso modo, vi entriamo in contatto attraverso molti prodotti di uso quotidiano come cosmetici, detersivi, fibre tessili o macchinari.

Le sostanze inquinanti contenute nelle microplastiche

Bottiglie di plastica.
Le microplastiche possono contenere altre sostanze inquinanti dannose per la salute umana.

Al momento è chiaro che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare il grado di tossicità che le microplastiche possono avere sulla salute umana. Ma un gruppo di esperti si preoccupa anche dell’azione delle sostanze inquinanti contenute in esse.

Le microplastiche possono contenere circa il 4% di additivi, e possono assorbire alcuni elementi contaminanti pericolosi per la salute umana.

Forse il più noto è il bisfenolo A, un composto chimico ampiamente utilizzato nella produzione di materie plastiche, riconosciuto come interferente endocrino. Al momento è stato vietato per imballare alcuni tipi di prodotti come i biberon. Ci sono anche gli ftalati, gli idrocarburi aromatici policiciclici (IPA) e i policlorobifenili (PCB).

Gli interferenti endocrini sono sostanze che alterano il nostro sistema ormonale e possono causare la comparsa di alcune malattie come il cancro, disturbi metabolici, problemi nella funzione riproduttiva e malattie cardiovascolari.

Queste sostanze chimiche oggi si trovano in moltissimi prodotti e la percentuale che ci arriva attraverso le microplastiche è molto piccola.

È necessario continuare a valutare gli effetti delle microplastiche

Purtroppo, siamo esposti all’ingestione e all’inalazione delle microplastiche. La tossicità e i problemi di salute associati dipenderanno dalle dimensioni, dalle sostanze chimiche contenute in esse e dal dosaggio.

I dati raccolti finora si sono dimostrati insufficienti, per cui è importante e necessario concentrarsi su questo agente inquinante e sui suoi potenziali effetti sulla salute umana.


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