Misurare i battiti cardiaci: come si fa?

Misurare i battiti può aiutare a diagnosticare patologie cardiovascolari in modo precoce. È una procedura semplice che può essere realizzata in diverse parti del corpo. Ma sapete come?
Misurare i battiti cardiaci: come si fa?

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Misurare i battiti è una procedura molto utile che ci permette di conoscere il ritmo del nostro cuore e ci dà un indicazione sulla regolarità della sua frequenza. Si tratta di una misura che possiamo prendere da soli, in modo molto semplice, e che ci dà informazioni basilari sul funzionamento cardiovascolare.

Quando si misura il polso, contiamo le pulsazioni del cuore, che si possono notare in alcune parti del corpo. Queste sono dovute al movimento di contrazione e dilatazione del cuore e delle arterie.

Misurare i battiti cardiaci è sinonimo di misurare la frequenza cardiaca, che viene espressa normalmente in battiti al minuto. Per esempio, se misuriamo il polso e, in 60 secondi, contiamo 70 pulsazioni, significa che il nostro cuore batte 70 volte in un minuto.

Anche se si tratta di una misura essenziale per individuare in fretta un possibile problema cardiaco, molte persone ignorano a cosa serve misurare il polso e come farlo. Ve lo spieghiamo nell’articolo di oggi.

 A cosa serve misurare i battiti?

A cosa serve misurare i battiti cardiaci?
Misurare i battiti serve, fra le altre cose, a individuare anomalie della frequenza cardiaca.

Misurare i battiti è estremamente utile, perché ci fornisce informazioni essenziali sul numero di pulsazioni che realizza il nostro cuore, in unità di tempo (in genere 60 secondi). Un polso normale ha un numero di battiti compresi fra 60 e 100 pulsazioni al minuto.

Innanzitutto, misurare il polso ci può aiutare a individuare una tachicardia o una bradicardia. Con tachicardia si intende una condizione per cui il cuore batte più veloce di 100 battiti al minuto. La bradicardia, al contrario, è quando il cuore batte a una velocità inferiore ai 60 battiti al minuto. Sia la tachicardia che la bradicardia possono essere indicatori di un disturbo nel sistema cardiovascolare. Superare uno di questi limiti può significare un più alto rischio cardiovascolare.

La maggior parte delle volte, tuttavia, si tratta di situazioni normali, nelle quali il cuore adatta i suoi battiti per poter mantenere l’apporto sanguigno adeguato in tutti gli organi tessuti del corpo. Per esempio, mentre si fa sport è assolutamente normale che il cuore batta più in fretta e che, misurando il polso, notiate tachicardia. È possibile soffrire di tachicardia anche in situazioni di stress, paura o pericolo.

Allo stesso modo, le persone che si allenano tutti i giorni in genere presentano un numero di pulsazioni più basse rispetto alla media. Alcuni sportivi possono avere pulsazioni di 40 battiti al minuto, senza che questo sia indice di una patologia.

A cosa serve misurare i battiti?

Misurare il polso può essere utile anche solo per verificare il proprio stato fisico quando si svolge un’attività sportiva. È un modo semplice e utile per conoscere i nostri limiti durante un allenamento fisico.

Non dobbiamo dimenticare che misurare il polso può aiutarci anche a rilevare in fretta la presenza di una qualche anomalia. In alcune situazioni gravi, come un aneurisma aortico, una procedura così semplice può essere essenziale per individuarlo il problema in tempo e salvare il paziente.

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 Come si misurano i battiti?

Atleta misura il polso
È possibile misurare i battiti cardiaci in diverse parti del corpo. Tuttavia, il punto più semplice è il collo, dove le pulsazioni si notano molto facilmente.

Per misurare i battiti in condizioni normali, l’ideale è farlo in un momento in cui si è tranquilli e rilassati, senza aver fatto uno sforzo fisico precedente. In questo modo, è possibile verificare le pulsazioni in condizioni di riposo.

Questa procedura può essere realizzate in diverse parti del corpo, ma le più comuni sono il collo e il polso. Si consiglia in particolar modo il collo, perché più facile percepire le pulsazioni.

Sarà necessario munirsi di cronometro, dunque si potrà usare un orologio o il cellulare. Quando siete pronti, dovete:

  • Mettere l’indice e il medio, uniti, sotto il mento. Appoggiateli sul collo ed esercitate una leggera pressione, fino a quando noterete i battiti. Non premete troppo forte, perché potreste alterare il risultato.
  • Una volta che avete trovato il battito,  avviate il cronometro e iniziate a contare. Potete farlo per un minuto o per 30 secondi. Se scegliete quest’ultima opzione, dovrete moltiplicare il totale dei battiti per due.

Come abbiamo già detto, se il risultato ottenuto è di 60-100 battiti al minuto, i battiti sono nei limiti normali. Tuttavia, se eccedono o se notate alcune irregolarità nel ritmo cardiaco, l’ideale è rivolgersi a un medico il prima possibile.

In conclusione

Misurare i battiti cardiaci è una procedura molto semplice, che serve non solo a rilevare eventuali anomalie, ma anche per monitorare l’attività cardiaca durante un allenamento. Potete farlo misurando le pulsazioni sul polso, sul collo, sull’addome, eccetera.

Se vi risulta difficile in questo modo, potete sempre usare un apparecchio che conta le pulsazioni. Non dimenticate di consultare il medico se notate un’anomalia o se i vostri battiti sono al di fuori della media a riposo.


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